Salerno: Coronavirus, emozioni in pillole con “Pensieri” dell’artista Elena Ostrica

19 marzo

Tic tac, tic tac è la voce  della mia piccola sveglia.  Come una ninna nanna mi tiene compagnia. Tic tac, tic tac  la notte non mi faceva dormire.

19 marzo

Stamane  un elicottero sorvola  il cielo della città.  Una forte paura m’è addosso saltata. Scruta le strade per ricordare la forzata quarantena. “Insieme ce la faremo”.

20 marzo

La voce del silenzio martellante, cupa  intrigante  e muta.  Neanche le rondini  hanno fatto il loro ritorno. Tutto tace sembra un’oasi di pace!

                                                         21 marzo

Un tiepido raggio  di sole mi riscalda l’animo. Ho proprio bisogno di tepore. I miei pensieri  con i loro segreti  sono stretti nello scrigno rosso.

                         22 marzo

Tutto intorno tace mi affaccio al balcone  la scuola primaria ha chiuso i battenti. Mi mancano le voci dei piccoli angeli  in attesa di riaprirli  allegre note  delle mie albe mattutine.

 8 aprile

Una giornata  splendente di sole  apre il respiro sospeso  compresso.  Gli occhi interni  vagano per le vie  della città muta nella sua solitudine.  Ma il sorriso  del sole è attesa speranza.

9 aprile

Quanti ne conto  di giorni sul calendario  devo ancora segnarli  col cerchietto rosso. Abbraccio  col pensiero tutti i miei cari. Chiudo gli occhi  per vederli  e mi sovvengono  i loro volti  a confortarmi.

12 aprile

Domenica di Pasqua. Mi alzo assonnata  dopo una notte di veglia. Il sole  sta per spuntare  e un sospiro di sollievo  m’incoraggia. Né un suono  né un canto di gabbiano. Ho il respiro sospeso.  È come se fossi sola al mondo. Ansia dopo ansia resto muta non ho parole. Il volto si bagna di lacrime.

15 aprile

Tanti capelli bianchi. Tanti i giorni che non li curo. Sono prigioniera non di me stessa.  Siamo tutti  in quarantena. Uno sguardo al Cielo per cercare conforto  mentre la voce di  Papa Francesco  contenuta e sofferente  invita l’umanità  alla Preghiera.

18 aprile

Lo sguardo  nel vuoto  il volto segnato da rughe profonde. È quanto mi resta  nell’attesa che tutto svanirà per continuare a sorridere.