Italia: un Paese che si nega al futuro

Giuseppe Lembo

L’Italia, con la sua crescente popolazione di vecchi, è un Paese che tristemente, si nega al Futuro. Questa volta a lanciare l’allarme, sul triste futuro demografico italiano è l’OCSE, con il rapporto “Preventing Ageing Unequally” che ci informa dell’irreversibile invecchiamento italiano, un fenomeno tristemente inarrestabile che, nel 2050 ci porterà ad essere la terza nazione più vecchia al mondo, dopo Giappone e Spagna. L’Italia, facendosi male, per effetto della sua crescente popolazione di vecchi, è un Paese demograficamente in crisi; in una grave crisi di mancato rinnovo generazionale. In maniera tragicamente negativa, con la crescita della popolazione anziana, diminuisce e sempre più, il mondo dei giovani. Un danno italiano grave ed irreparabile; un danno che, oltre il presente, interesserà sempre più tragicamente, soprattutto il futuro italiano, purtroppo gravemente ammalato di ricambio generazionale. Con la gente italiana invecchiata, il mondo giovane, oltre a decrescere nella propria fascia di età, va sempre più decrescendo anche nelle condizioni di vita; di una vita da ultimi, dal futuro negato. I giovani italiani sono sempre più distaccati dal mondo dei padri per le sempre più scarse risorse economiche; tanto, una tragica conseguenza nella vita italiana dovuta alle mancate opportunità di lavoro e quindi di vita. Il fenomeno delle culle vuote è intimamente legato ad un sofferto gap generazionale con i giovani sempre meno protetti ed indifferenti al potere unico che dismettendo e delocalizzando, ha creato un grave vuoto esistenziale per la vita italiana e soprattutto per i giovani sempre più poveri e sempre più senza lavoro. Sempre più senza identità e sempre più dal futuro negato. Il fenomeno del crescente invecchiamento italiano è da ricondurre all’ultimo trentennio, anni politicamente sbagliati che, nell’indifferenza del potere, hanno visto crescere il gap tra le vecchie generazioni e quella dei giovani, tristemente abbandonati a se stessi e dal futuro negato per la mancanza di certezze italiane che hanno fatto crescere il fenomeno delle culle vuote, spingendo i giovani, compreso i cervelli italiani a riprendere quel viaggio della speranza, vissuto in altri tempi dai nonni e dai padri, con ancora oggi, milioni di italiani sparsi per il mondo alla ricerca di una vita negata nella Terra che li ha visti nascere. Nella Terra ancora tristemente negata anche ai giovani del tempo nuovo del Terzo Millennio. Un fenomeno di grave e triste sofferenza umana che per i corsi e ricorsi storici che, oggi come ieri, sono diffusamente presenti nel nostro Paese, colpendo soprattutto il mondo del Sud dove, oltre all’invecchiamento, per mancate condizioni di vita, si registra anche il fenomeno di una diffusa desertificazione, con le terre abbandonate a se stesse e sempre più a rischio sicurezza, scivolando a valle, per la mancanza dell’uomo, un tempo, saggio guardiano dei territori che, oggi tristemente diventano territori sempre più negati alla vita; tanto, per quel grave vuoto generazionale dovuto a condizioni di vita negata ai giovani che, tristemente al Sud, sono costretti ad emigrare, dando nel tempo le sole amare certezze di una condizione antropica che per sopravvivere, nella logica di sempre, è costretta alla fuga, facendo del “fuitenne” una sofferta condizione di vita negata, con i nostri giovani tragicamente in cammino per le vie del mondo ed i loro padri invecchiati in solitudine con tanta, tanta sofferenza nel cuore per i propri figli dal futuro italiano negato,negato in Italia e soprattutto nelle Terre che li hanno visti nascere. Nel nostro Paese, la società intristita, nel corso del tempo fa, senza fermarsi mai dei passi indietro; tanto, con grave danno generazionale. I giovani senza lavoro, senza certezze e sempre più soli, si negano al Futuro, negandosi alla Famiglia ed ai Figli, una grande risorsa italiana, che appartiene sempre meno al Futuro del nostro Paese, ridotto e sempre più, un Paese di vecchi. Un Paese di vecchi dal futuro tristemente negato.