Il ruolo attivo dei giovani per il futuro della democrazia italiana

 Giuseppe Lembo

La democrazia italiana è, purtroppo, una democrazia inceppata; notevoli sono le difficoltà di esprimersi concretamente. Un primo grande problema è la sua rappresentanza fatta in maniera eccessiva da “gerontocrati” spesso poco credibili in quanto veri e propri “ladri di futuro” nei confronti dei giovani, verso i quali c’è indifferenza e/o situazioni di insanabili conflitti. Il peso eccessivo della gerontocrazia nella vita del Paese, soprattutto nel suo cuore e nelle cose che più contano, è una grave anomalia italiana che pesa e ci rende diversi rispetto all’Europa ed a gran parte dei paesi occidentali. Purtroppo le condizioni di disagio e di crisi socio-economica crescente hanno ridotto il peso dei giovani a favore dei vecchi. Una demografia squilibrata, con gravi ed inopportuni vuoti nelle nascite, ha contribuito non solo ad una crescente marginalizzazione del mondo giovanile ma anche alle riduzioni del peso della nostra democrazia. Per altro in Italia è crescente, per colpa dei padri, l’indifferenza dei giovani nei confronti della politica e quindi della partecipazione attiva nella vita della democrazia reale del nostro Paese. La popolazione italiana che invecchia, escludendo i giovani dalla vita del Paese, di fatto e soprattutto per il mondo giovanile, risente di un grave vuoto per quanto attiene ai diritti delle generazioni future che vivono nell’incertezza più assoluta e senza prospettive certe purtroppo negate dagli egoismi delle generazioni adulte che vestono, abusandone, le vesti di “ladri di futuro”. La politica italiana non sa progettare il futuro; non sa pensare ai suoi giovani; non sa organizzare risposte di fronte alla loro indignazione ed al loro rifiuto. Nel mondo giovanile c’è un grave vuoto di partecipazione; c’è vuoto di protagonismo; cresce l’indifferenza e la cultura della democrazia, fatta di idee, di confronto, di dialogo e di vita d’insieme con una continuità di intenti tra le diverse generazioni. Nella società del nostro Paese c’è tanta confusione; c’è una crisi profonda di valori e di etica condivisa. In modo diffuso si assiste al prevalere dell’apparire sull’essere; c’è una egoistica cultura del possesso e dei consumi, privilegiando l’avere e mettendo in primo piano lo stomaco. Il popolo dello stomaco è un popolo crescente e si autoesalta attraverso l’ingorda capacità della bocca a fare arrivare il cibo nello stomaco. Senza catastrofismi bisogna dire che siamo di fronte ad un mondo in forte crisi. La situazione generazionale italiana è grave; è più grave di quella degli altri Paese che cercano di cambiare, di adeguare i propri comportamenti generazionali per meglio difenderli dai rivolgimenti di una globalizzazione che va cambiando il mondo. Come risponde l’Italia alla crisi demografica? Con un crescente peso della sua gerontocrazia che egoisticamente cerca di prendersi tutto, indifferente del danno che arreca ad una sempre più ridotta popolazione giovanile che si sente tradita, che si sente violentemente derubata del proprio futuro, portato via dai ladri gerontocrati sempre più insensibili al grido di dolore di un mondo abbandonato a se stesso, ad un punto tale da credere giusto interromperne la continuità, evitando di mettere al mondo dei figli. Il popolo italiano è uno dei popoli più anziani del pianeta, per avere ormai interrotta la sua secolare propensione a fare figli anche in condizioni difficili, se non a volte impossibili. Siamo ad un’età media di circa 43 anni; basso il tasso di fertilità. Un paese invecchiato è, purtroppo, un paese senza futuro. Sul futuro dei giovani si vanno scaricando tutti i problemi presenti e futuri (debiti, pensioni, tasse, welfare). Prima di tutto è urgente limitare gli effetti della gerontocrazia italiana; la sua invadente presenza non giova a nessuno e tanto meno alla nostra democrazia che è ormai invecchiata come la sua popolazione e che, avendo dimenticato l’agorà di sempre, vive di sole finzioni attraverso la piazza mediatica. Ormai non si sa riconoscere il vero valore della democrazia che nel modello ateniese Pericle definì come sistema che porta gli uomini a dare il meglio di sé perché li lascia agire per libera scelta. Ma così non è nel nostro Paese; alla base della vita ci sono gravi condizionamenti che compromettono la libertà di ogni singolo cittadino. Una democrazia fondata solo su falsi diritti individuali, senza alcun dialogo e confronto generazionale, è destinata a fallire; non può sopravvivere alla catastrofe che si costruisce con le proprie mani per non saper pensare e quindi organizzare il futuro dei suoi giovani, costretti a subire le scelte spesso scellerate di chi è anziano e si crede intoccabile, infallibile ed unico depositario di verità assolute; purtroppo, è solo un portatore più di interessi immediati che di interessi futuri. Ma il disagio maggiore viene dal Governo del nostro Paese che spende quello che non ha ed irresponsabilmente trasferisce al futuro una situazione debitoria di cui, non si sa come, devono farsi carico i giovani. Sono questi i veri ladri di futuro che a causa del loro egoismo lasciano nei guai quelli che verranno, figli compresi. Sono loro, con la mala politica della casta preoccupata egoisticamente a godersi i privilegi; con fare indifferente non si fanno scrupoli nel tradire i giovani, non preoccupandosi per niente di agire in modo virtuoso e per il bene del loro futuro. Si mangiano tutto, compreso i territori fortemente abusati e/o abbandonati a se stessi che, sempre più spesso, per il degrado e l’abbandono, scivolano a valle provocando non solo danni, ma anche costi di vite umane, uccise dall’incuria degli uomini. Le distanze generazionali si sono aggravate nel tempo, ad un punto tale da costituire, soprattutto nel mondo del benessere, condizioni umane di vera e propria mutazione antropologica dei nostri tempi dove è in forte crisi il rapporto genitori – figli. Lo squilibrio generazionale in atto porta a situazioni non più tollerabili; per evitare la catastrofe nel futuro dei nostri figli, bisogna riconsiderare il presente e contenere quegli egoismi che, oltre a tradire il futuro, di fatto tradiscono anche l’incauto presente di quanti agiscono da ladri di futuro, assolutamente indifferenti del mondo che verrà. La questione generazionale nel nostro Paese, al punto in cui si trova, rappresenta una grave emergenza nazionale. Bisogna assolutamente darle voce, riprendendo il dialogo e restituendo al mondo giovane la fiducia nel proprio futuro, sempre più visto come futuro negato da parte dei ladri di futuro che ciascuno giovane individua nel comportamento gerontocratico dei propri padri, sempre più indifferenti ai figli, espressione turbolenta ed incomprensibile di un mondo a loro estraneo che comporta solo problemi, per effetto della crescente contestazione degli “indignati” che si vedono rubato il futuro, con all’orizzonte non certezze, ma solo diritti negati.