Giffoni Valle Piana: Gubitosi e il sogno di Giffoni Multimedia Valley “Da qui parte il nostro futuro”

Multimedia Valley terrà insieme la storia di Giffoni Valle Piana e il futuro del Giffoni Film Festival. Ma il concetto di Valley mi piace intenderlo come area, come territorio inteso nel suo complesso. La prossima edizione del GFF si farà qui e mi auguro di arrivare a cinquemila giurati”. Così il direttore Claudio Gubitosi ha iniziato il lungo tour al cantiere della Multimedia Valley insieme ai giornalisti per spiegare spirito del progetto, senso dell’iniziativa, prospettive e obiettivi. Lo stanziamento dei primi venti milioni di euro è avvenuto il 19 febbraio 2010, a seguito dell’accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Campania. La struttura comprende, tra le altre cose, due sale cinematografiche progettate con sistema Dolby Atmos, mentre il secondo livello della Cineteca ospiterà una serie di funzioni culturali e  di formazione sempre legate al mondo dello spettacolo e della cinematografia, mentre la parte centrale ospiterà una biblioteca, una mediateca per la conservazione di cd e dvd, la sala lettura e per la consultazione dei media. L’ultimo livello, poi, prevede tre sale espositive che avranno un’avanguardistica dotazione multimediale e tecnologica con un corridoio interamente touch-screen e spazi per produzioni digitali, videogames e innovazione nell’audiovisivo. In una parola la contemporaneità declinata nel campo della creatività. Arrivati all’ingresso della Multimedia Valley la visione del direttore Gubitosi trova una sua rappresentazione plastica: le epoche dialogano, l’alchimia dei secoli trova una sua consacrazione, l’armonia del tempo è palpabile. C’è il borgo di Terravecchia, il convento di San Francesco e poi l’antica Ramiera. Poi il presente della Cittadella. E il futuro della Multimedia. Il cinema c’è sempre, tanto da essere presente anche nelle opere di Carlo Rambaldi: “Abbiamo parte dei suoi lavori. C’è Et, il manone di King Kong – illustra Gubitosi – A Carlo avevo promosso di fare qualcosa di forte. E allora ho pensato alla ceramica vietrese perché il collegamento con il territorio deve sempre esserci. Con il maestro Santoriello ho pensato ad una ceramica che si potesse spostare, una ceramica 3D. Ora potete vedere solo la testa di King Kong. Pesa sette quintali. Ma avremo a rilievo tutte le opere di Rambaldi. Sarà una struttura innovativa che tutti vorranno vedere, fotografare, studiare. Si tratta di un riconoscimento dovuto nei confronti di Rambaldi e della sua famiglia”. Giffoni Multimedia Valley è un sogno che si sta avverando. La gestazione è stata molto lunga: quasi quindici anni: “La posa della prima pietra – ha spiegato il direttore Gubitosi – l’abbiamo celebrata almeno sette volte. E’ per questo che quando è stato collocato il primo pilastro, e potete immaginare le dimensioni di questo pilastro, mi sono precipitato per abbracciarlo”. Il futuro che irrompe e lo fa superando, ma non cancellando, il passato: “Per me è stato brutto il giorno dell’abbattimento del cinema Valle – confessa il direttore del Giffoni Film Festival – ma la struttura era lì agonizzante e la storia non può essere imbalsamata. Al cinema Valle abbiamo vissuto tante stagioni, ma è meglio fare spazio a qualcosa di nuovo. Tra l’altro un ricordo del cinema l’abbiamo riservato nella nuova struttura, con una sala da sessanta posti che sarà un omaggio alla storia di quel luogo”. E così sarà per gli uffici del Festival che si sposteranno dalla Cittadella: “Sono molto felice – ha aggiunto Gubitosi – di dover lasciare il mio ufficio a quattro o cinque giovani che useranno quello spazio per fare qualcosa di innovativo. Tutti gli uffici serviranno per questa finalità con venti e più start up pronte a partire. E’ questa Giffoni che cresce e che avanza nell’innovazione. E mi rende felice il fatto che si realizzi un tutt’uno con la Multimedia Valley che sorge proprio nel centro di Giffoni e non in periferia. La città potrà così viverla al meglio, partecipare ancora di più”. Giffoni che cresce, che diventa capitale della creatività, che fa occupazione e che crea indotto. Alla spalle c’è un’idea. Ma c’è anche qualcuno che ha creduto in quest’idea. C’ha scommesso ed investito: “Il nostro rapporto con le istituzioni – ha spiegato il direttore Gubitosi – è fondamentale. Devo dire grazie alla mia Regione, a chi l’ha governata nel passato e a chi la governa nel presente. Hanno osato investire. Significa essersi assunti una responsabilità, quella di venire qui, in un piccolo centro e investire quaranta milioni di euro. Certo questo è accaduto perché abbiamo dimostrato che sappiamo fare, che i contenuti ci sono e sono fortissimi. E perché abbiamo concentrato la nostra attività su quattro linee fondamentali su cui ho giocato la mia vita e la mia credibilità: l’occupazione, la destagionalizzazione che significa fare più cose durante l’anno, l’internazionalizzazione che vuol dire andare nel mondo e poi portare il mondo qui a Giffoni e la ricaduta economica sul territorio. Quando il presidente Ciampi, allora ministro, finanziò la Cittadella, avevamo un solo obbligo: creare occupazione, una decina di posti di lavoro. Ora siamo arrivati a 64 posti di lavoro stabili. Abbiamo perciò dimostrato ai nostri finanziatori, in primis l’Europa, che qui si sogna, si pensa e si realizza. Il mio sogno è fare della Campania una delle regioni più creative d’Europa. Facendo rete con gli altri eventi della Regione. Non è facile, lo so, ma le cose semplici non mi sono mai piaciute”. In riferimento agli altri festival, Gubitosi ha fatto cenno anche ad Umbria Jazz, uno dei più grandi eventi europei. Leggo dai giornali – dice – che avrebbero fatto il mio nome come eventuale nuovo direttore. Io non lascerò mai Giffoni. Sono convinto, inoltre, che per fare il direttore di un posto devi vivere il territorio, conoscerlo in ogni suo aspetto. Ma se deve rimanere solo due anni, al massimo, come può un direttore immaginare di fare un percorso legato al territorio? L’obiettivo deve essere quello di fare un buon programma, se ci riesce e glielo fanno fare. Bisogna scegliere uomini almeno per cinque anni, che hanno contatti con le persone e vivono il territorio; altrimenti sono tutte protesi che hanno un momento di visibilità ma può succedere che le protesi vengano rigettate dal corpo. Anche nella nostra regione si verificano iniziative del genere, dove non si capisce perché, pur avendo fatto grandi investimenti, i risultati sono abbastanza scadenti”. E se a Giffoni non si ferma mai, il direttore Gubitosi è l’alfiere di questo lavoro che non conosce soste: “Ci metteremo al lavoro subito – così conclude il suo incontro con i giornalisti – E’ l’ora degli investitori privati. Se lo Stato e la Regione si sono fidati, gli investitori privati possono fare molto di più. E voglio dirvi una cosa che forse vi meraviglierà, ma ogni volta che ho ipotizzato numeri, ci ho azzeccato quasi sempre e allora dico che nel 2018 forse ci saranno trecento giovani qui a lavorare e sarà una delle imprese più belle del Sud Italia”.