Il “nuovo” del mondo globale

Giuseppe Lembo

Siamo nel mondo ad un “nuovo”, prima di tutto, umano. Ad un “nuovo” antropologicamente corretto, rispettoso della bellezza e fortemente rassicurante per il suo uso che deve inserirsi, rispettando l’umano e non diversamente, prevaricandolo o costruendo un mondo falsamente umano e di conseguenza, poco confortevole per l’uso intelligente da parte di chi deve viverlo, trovandosi bene e ritrovando altrettanto bene, tutto di se stesso. Tanto, è possibile e soprattutto necessario, al fine di finalizzare nel “nuovo” del mondo globale, un uso sapiente delle materie prime; di tutte le materie prime che sono in sé risorse esauribili per cui da usare con la dovuta saggezza, rendendone funzionale l’uso ed esaltandone contestualmente, le loro qualità estetiche che sono belle se usate con la saggezza della semplicità. C’è in atto nel mondo, una crescente sperimentazione formale che sa di passato e che ha in sé, come caratteristica prevalente, una nuova sobrietà, protagonista intelligente di un’innovazione con alla base un forte intervento creativo che, nella semplicità, sa dare un’anima alle materie prime. Siamo, dopo il tanto da fare da “sogni proibiti” e poco attenti all’Uomo ad una sempre più attenta innovazione a prevalente misura d’uomo; tanto, con la possibilità umanamente diffusa, di un protagonismo antropico, rispettoso delle cose, ma soprattutto, fortemente funzionale sia alla concentrazione del proprio Essere, sia all’umano godimento delle passioni del proprio agire, per essere “protagonista” in un mondo amico. È questa l’espressione di una contemporaneità che vuole riscoprire il fascino del passato; di un passato intelligente che rende saggiamente protagonista il “nuovo” del mondo globale, firmando, così facendo, l’ideale Manifesto di una contemporaneità saggiamente attenta al suo insieme oltre che spaziale anche temporale, creando per questo obiettivo, un “nuovo” con la caratteristica di sempre che è quella della tendenza senza tempo, dal nome fantastico “a misura d’uomo”. Una misura che concentra in sé, così come ci viene documentato dalla storia del cammino umano, la sobrietà del pensare e del fare, unitamente al fascino della materia grezza. È questo l’antico-moderno che dominerà la scena del futuro del Millennio globalizzato che, si lascerà sempre più, prendere dal Manifesto di un Contemporaneo senza tempo, pensato a “misura d’uomo” dal grande artefice che è l’uomo; l’uomo del nostro tempo che va alla ricerca del modello unico di Uomo di tutti i tempi. È questo, l’uomo rassicurante ed intelligentemente creativo che cerca e realizza il nuovo, partendo dal vecchio, con il saggio obiettivo di una contemporaneità della dolce bellezza di un “tempo nuovo”, umanamente amico dell’Uomo del mondo, in un rapporto rinnovato di amore per la Madre Terra.