Salernitana, 97 volte Auguri

Maurizio Grillo

Un’emozione non sempre si può spiegare a parole e descrivere con una frase cosa sia la Salernitana per i salernitani è un’impresa decisamente ardua. Di certo c’è che, dal 1919 ad oggi, il 19 giugno non sarà mai una data come tutte quante le altre per decine e decine di generazioni che, da Piazza d’Armi allo stadio Arechi, hanno riso, pianto, gioito e sofferto per le sorti di una squadra che incarna alla perfezione il senso di appartenenza di un popolo alla propria amatissima città. Salerno-Salernitana è binomio indissolubile. Più forte di due fallimenti. Della perdita- momentanea- dei segni distintivi, con il cavalluccio marino costretto sovente a navigare in acque tutt’altro che tranquille e riportato a galla dall’orgoglio di una tifoseria che ha rinsaldato la propria fede soprattutto nei momenti più difficili. Di 25 anni consecutivi trascorsi nell’inferno della serie C, con derby infuocati al “Vestuti” e gli sfottò di tante tifoserie che, rivalità a parte, non potevano far altro che inchinarsi a cospetto di una delle curve più belle d’Italia. E’difficile riassumere in poche righe un- quasi- secolo di emozioni, in una storia che non sarà costellata di grandi successi e trofei importanti, ma della quale Salerno e la sua provincia andrà sempre orgogliosa. La promozione con Ansaloni, il “Vianema”, la meravigliosa cavalcata della Salernitana di Delio Rossi, le vittorie in A contro Inter, Roma e Juventus, la maledetta partita di Piacenza, l’arbitraggio di Pera in un lontanissimo Roma-Salernitana, le lacrime di Soglia, le vittorie in rimonta contro Cagliari e Vicenza, il gol di Lazzaro al 94′ al San Paolo, quel meraviglioso gruppo guidato da Breda e Salerno che onorò la maglia e la città gratuitamente ed in ogni campo d’Italia. Ed ancora. L’eurogol di Del Grosso a Milano, l’illusorio vantaggio di Song a Roma, le cavalcate di “Cavallo Pazzo”, la sconfitta col Cosenza a Pescara, il ko di Bergamo nel 1995, quel derby perso al Partenio nei minuti di recupero, il gol di Vannucchi al 90’contro il Vicenza e quello di Gustavo al 95′ con il Benevento di qualche mese fa, senza dimenticare gente come Fresi, Di Vaio, Di Michele, Vannucchi, Tosto, Ferrara, Di Bartolomei, i fratelli Tedesco, capitan Breda, Carmando, Pantani, Margiotta, Zaccaro, Pisano, Tudisco, Di Napoli, Chimenti, Ricchetti, Valsecchi, Prati e Corbellini. Ma la storia sono soprattutto loro, i tifosi, protagonisti e mai semplici spettatori dei successi della Salernitana, il cosiddetto dodicesimo uomo che, nei momenti difficili, ha preso per mano i calciatori in maglia granata e spinto in porta il pallone nella porta avversaria. La storia sono loro. Gli irriducibili del “Vestuti”. I 5mila di Salernitana-Vicenza, con una squadra retrocessa da mesi. I 32mila di Salernitana-Verona, a 90 minuti da un fallimento annunciato. I 12mila di Salerno Calcio-Monterotondo. Le centinaia e centinaia di persone che macinano chilometri in estate solo per seguire una sgambatura di precampionato. Gli ideatori di coreografie che ancora oggi lasciano l’Italia a bocca aperta: dai “10 piani di morbidezza” a “La dura legge del gol”, senza dimenticare “Il grande prato verde dove nascono speranze”, il “Titanic” che affonda facendo emergere le sperAnze della gente ed i 20mila cartoncini bianchi e granata  che ammutolirono per qualche minuto l’Olimpico, l’enorme smile che ha scandito la promozione in serie B dell’anno scorso, tra le più belle in assoluto e che ha posto fine ad un periodo di grande sofferenza sportiva. Di questa storia, ovviamente, è parte integrante anche chi tifa granata da lassù: Plaitano, primo morto in uno stadio di calcio della storia, “Zorro” e la sua inseparabile bicicletta, il Siberiano, Ciro, Enzo, Peppe, Simone e tutti coloro che in vita hanno amato la Salernitana. A questa meravigliosa storia tutta granata si aggiunge un nuovo capitolo, si spera foriero di un futuro degno del blasone della piazza. Per 24 ore saremo tutti un pò più orgogliosi di amare Salerno e la Salernitana e, come tre anni fa, il senso di appartenenza alla maglia ed alla città non conoscerà ostacoli o confini: dalla provincia, cuore pulsante del tifo, ai salernitani sparsi in Italia, in Europa e nel Mondo, a coloro che soffrono e che grazie all’amore per il calcio riescono ancora a sorridere e ad evadere dai problemi della quotidianità. L’emozione si taglia a fette e si respira nell’aria, perchè il popolo granata è capace di versare lacrime di gioia non solo quando si vince una partita o un campionato. Provateci ancora a dire che “é solo una squadra di calcio”. 97 volte auguri Salernitana!!!