Innovazione e tradizione-Italia: burocrazia padrona

Giuseppe Lembo

La burocrazia italiana è una burocrazia di sistema fortemente radicata in tutte le parti vitali d’Italia, condizionandone a più non posso, il corso che sa assolutamente e sempre più di “burocrazia padrona”, prima e più della politica, costretta spesso ad avere un ruolo di decisori per conto degli altri e/o peggio ancora un ruolo di una mezzadria inconcludente e fuorviante nelle paludi italiane, dove prima e più di tutto, c’è sempre la burocrazia padrona; c’è quella burocrazia che tutto può e sempre più spesso trasforma il suo ruolo invadente di burocrazia che tutto può, nel negativo assoluto, di burocrazia ladrona. Tanto, a danno dei più deboli e di quel popolo di sudditi, vittima del volere di chi si è costruito un ruolo da decisori che ormai nessuno può ostacolare, ostacolandone il corso. L’Italia con la centralità della burocrazia padrona, è un Paese sempre più dal futuro negato; è difficile costruire il nuovo italiano con i poteri dei burocrati padroni che egoisticamente remano contro per consolidarsi nei privilegi, il frutto di un uso-abusato del proprio potere a tutto danno degli altri; di quegli altri che sono i deboli e gli esclusi da tutto, compreso l’uso dei beni essenziali, un diritto-privilegio solo per pochi e quindi il frutto proibiti per i più che ne pagano il costo con le tante privazioni che rendono a tanti la propria vita un vero e proprio inferno, con disumani rifiuti, sempre più contro natura; tanto, per il godimento sconsiderato di chi impone con la forza spesso violenta, le proprie volontà di un potere assordante agli altri. L’Italia, il nostro Bel Paese è, purtroppo, ammalata e non poco di burocrazia; una burocrazia padrona, da asso pigliatutto. Con il suo fare da padrona assoluta decide della vita del Paese, avendo e sempre più spesso, anche il sopravvento sulla stessa politica che non conosce i misteri del fare italiano con lo stesso protagonismo dei burocrati padroni, ben addentro al funzionamento del sistema, con una lunga ed ininterrotta continuità che non hanno quelli della politica che, nonostante gli sforzi di trasformarla in politica a vita, per i più è comunque a termine; la politica a termine, è di fatto un fattore di debolezza nei confronti di chi, “boiardi di Stato”, è fortemente padrone di lungo corso di un sistema che, sempre più spesso, è regolato da trasmissioni nepotistiche che, senza riscontro e merito, ne permettono l’ereditarietà da padre in figlio. Ad avallarne i percorsi giusti e/o ingiusti che siano, il frutto illuminato di soli pochi decisori pensanti, è la classe politica che, non sapendo fare altro, pretende la realizzazione, senza se e senza ma, spesso lacrime e sangue, dalla burocrazia boiardesca che è sovrana nella vita sempre meno democratica del Paese, per molti suoi aspetti, ormai al capolinea. In queste condizioni di sofferto e diffuso malessere, con la gente che non ne può più di sopportare, si va, nell’indifferenza, a rotoli; si va a rotoli, senza fare niente per evitare il “disastro Italia”, inventandosi percorsi di breve respiro, per una sopravvivenza sempre più limitata. L’Italia è un Paese sempre meno attento al futuro e che non fa niente per garantire il futuro dei giovani, i primi protagonisti del futuro italiano, traditi dai loro padri ad un punto tale che non hanno dentro, neppure la speranza. Imbrogliare la società e soprattutto, imbrogliare la società dei giovani, tradendoli giorno dopo giorno, è un pessimo affare per tutti; il conto da pagare sarà amaramente salato. A pagarlo sono tutti; a pagarlo sono anche quelli che non credono nel futuro dei loro figli e dei loro nipoti e che egoisticamente pensano unicamente al tutto per sé, indifferenti di quello che succederà dopo. Oggi più che mai nella mondializzazione del Terzo Millennio che deve necessariamente essere basata sulla centralità dell’uomo, come soggetto pensante e come protagonista di valori con l’obiettivo del rispetto reciproco, del dialogo e della solidarietà nel confronto delle differenze, l’Italia dei burocrati pensa sia giusto, chiudersi a riccio ed attrezzarsi di atti di forza per imporre agli altri le proprie arroganti volontà.  Parole che prendo in prestito da un grande dell’umanità. Il suo messaggio al mondo ha per titolo “Sono pronto a morire”. A scriverlo, come testamento al mondo è, Nelson Mandela.“…. ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di vivere e che mi auguro di raggiungere. Ma se sarà necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire”.