Campania: regionali, Esposito “Porta Est non s’apra su nuovi centri commerciali”

«Voglio vivamente sperare che non sia l’ennesima “porta” su ipermercati e centri commerciali e che, al di là delle passerelle mediatiche, l’inaugurazione di “Porta Est” riporti in auge la questione legata al Pip San Matteo per la cantieristica nautica. Un progetto, vale la pena ricordarlo, presentato oltre sette anni fa con la medesima pomposità di queste ore, e di cui si sono perse le tracce». Parole di Marco Esposito, candidato alla presidenza della Regione Campania con la Lista civica MO!«Il Pip per la cantieristica nautica – aggiunge ancora Marco Esposito – dopo innumerevoli modifiche per problemi di tipo archeologico e idrogeologico, pare non essere più in agenda. Tre anni fa, con la delibera 901 del novembre 2012, il Comune ha bloccato le procedure restituendo suoli ed anticipi agli investitori. Cantieri storici della città, penso innanzitutto ai Cantieri Gatto, attendono ancora una idonea localizzazione per le proprie attività, dopo una forzata dismissione per fare spazio ad opere “europee”, tanto attenzionate dalla magistratura, quali il Crescent e Piazza della Libertà». «Non vorremmo che una strada, tre rotatorie e qualche lampione – continua il candidato alla presidenza regionale per la lista MO! – che oggi vengono ribattezzati “Porta Est” e presentati come un nuovo ingresso orientale per la città di Salerno, preludano nella realtà dei fatti ad un disegno strategico a servizio di nuovi insediamenti commerciali, che già abbondano in una zona che ormai mantiene ben poco della sua originaria destinazione e qualificazione».«La lista MO! – conclude Marco Esposito di MO! – si attiverà concretamente, in Consiglio regionale, per un piano regionale della cantieristica nautica che punti a preservare e tutelare un settore che appartiene alla nostra storia, tanto trascurato nonostante le enormi potenzialità e la tradizione secolare. La prima nave da crociera al mondo, la Francesco I, battente bandiera del Regno delle Due Sicilie, fu infatti costruita nel 1831 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia e salpò due anni dopo da Napoli per una crociera che toccò Taormina, Catania, Siracusa, Malta, Corfù, Patrasso, Delfo, Zante, Atene, Smirne, e Costantinopoli. Furono i piemontesi, dopo l’Unità, con le loro scelte strategiche industriali, a segnare l’inizio della fine della cantieristica nautica nel Regno delle Due Sicilie. Non vorremmo che il sindaco De Luca, che pure in un recente passato non è stato sordo a condizionamenti torinesi, volesse riproporre, a distanza di 150 anni, scenari e risultati che ancora bruciano per chi crede che questa Unità sia stata e sia ancora fortemente penalizzante per il Mezzogiorno».