La regressione culturale, il primo e più grave male d’Italia emergenza uomo

Giuseppe Lembo

Nei mali d’Italia, in quest’inizio di una nuova era, un posto di primo piano, appartiene alla vecchia ed arrugginita burocrazia del nostro Paese. Siamo di fronte ad una burocrazia arrogante di una potenza estrema;accompagna per mano una classe politica sempre più mediocre. L’una e l’altra, vivono felicemente insieme legati da un patto scellerato di potere che fa crescere i privilegi di entrambi a tutto danno della gente che muore di questa loro disumana scellerataggine assurda di un consolidato sistema di potere unico ed assordante che non permette neppure di respirare.

La burocrazia ha una sua storia ben conosciuta; purtroppo, influenzando le scelte e le decisioni della politica non si è mai preoccupata di fare risultato per il bene comune.

Al primo posto della maledetta burocrazia italiana ci sono i propri privilegi; sempre e solo i propri privilegi ed i propri interessi di casta che, come nel caso di casa nostra, con indifferenza per quel che le succede attorno, diventa e vive da vero e proprio corpo separato , assolutamente asettico ed assolutamente estraneo al sistema Paese, che per i loro privilegi, può anche morire.

Per capire la natura ed il ruolo della burocrazia, è opportuno rileggere le illuminati pagine di Max Weber che saggiamente, mettendoci bene in guardia, circa la loro dannata pelle, scriveva: “ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni”.

Nelle parole illuminanti di Max Weber c’è la sintesi del fare burocratico mondiale e gli obiettivi sempre più nascosti per cui si muovono, in assoluta autonomia, i poteri burocratici dell’Italia; si tratta, di poteri assolutistici e sovrani che rispondono sempre e solo a se stessi, creando per perseguire egoisticamente il loro bene, problemi sempre più gravi ed irrisolvibili alla gente comune che, purtroppo, è vittima del potere burocratico.

Nel nostro Paese è un potere sovrano con cui è difficile convivere; tra le prime cause di difficile convivenza con i cittadini c’è la farraginosità delle direttive e delle norme che, tra l’altro, per rimanere al centro della scena, hanno anche una funzione ritardante e/o pretestuosamente bloccante.

La burocrazia risponde solo a se stessa e trova la sua forza di rigenerarsi rigenerando, attraverso le alleanze con il mondo della politica, un mondo apparentemente autonomo e separato che ha la sua forza di azione proprio nel fare della burocrazia, un fare egoisticamente, come quello della politica, impegnato unicamente nel tutto per sé.

Siamo di fronte a posizioni di potere così consolidate da essere assolutamente impensabile di poterle modificare, sospendendone il corso.

Nel nostro Paese, nonostante i cambiamenti, la politica è vecchia per come si muove e per quel che produce; altrettanto vecchio e paralizzante è il ruolo della burocrazia che, indifferente dei mali che produce, se ne va per la sua strada, sempre più convinta che nulla si muove e che nulla si deve muovere, perché così è e così deve essere.

Siamo sull’orlo del baratro finanziario e di una gravissima catastrofe umana e sociale; nonostante ciò, tutto continua a rimanere avvitato intorno a se stesso con un fare politico e burocratico formalmente austero, ma di fatto vuoto ed inconcludente.

I mali d’Italia vengono da lontano e sono il frutto di un camminare a braccetto di due mondi apparentemente separati, ma interagenti l’un l’altro, proprio come due vasi comunicanti.

Dalle politiche di dissennata spesa pubblica di lungo periodo al rigore ultimo di Mario Monti, la forte simbiosi da matrimonio inscindibilmente consolidato ed indissolubile, ha sempre funzionato, creando crescenti problemi al Paese, oggi ridotto sull’orlo della bancarotta, per una falsa austerità di uno Stato padrone, sempre più illiberalmente indifferente ai problemi degli italiani.

Siamo ormai al declino e nonostante tutto, è inopportunamente alta la testa della politica padrona e dell’altrettanto burocrazia padrona, causa dei mali italiani, da cui è difficile uscirne.

Che fanno i signori che governano questo nostro malcapitato Paese? Attuano su scientifiche proposte della burocrazia, legittimate dalla politica, una innaturale confisca di risorse italiane, mettendo le mani nelle tasche sempre più vuote dei cittadini, con una serie infinita di lacci e lacciuoli che producono solo lacrime e sangue e non favoriscono quella crescita senza la quale non si va da nessuna parte e che è possibile solo riducendo lo statalismo e la pressione fiscale, una via obbligata ma sconosciuta all’Italia che comanda e che credendo presuntuosamente di fare bene, ci porta inevitabilmente alla bancarotta ed a quel fallimento Italia che, forse diventa la sola via maestra per cambiare il Paese e l’inizio del tanto atteso cammino di un mondo nuovo.

Perché continuiamo a masturbarci, senza uscirne, nelle consolidate condizioni del disastro Italia?

Perché non siamo assolutamente virtuosi e nessuno sa, come si conviene, indicarci la giusta via italiana che possiamo ritrovare per il bene della nostra gente, solo se riusciamo ad essere un solo popolo ed un solo Paese.

È solo da questo insieme che può venirci la forza necessaria per affrontare le tante difficoltà di un nuovo governo.

È questa la grande energia della vita d’insieme; si tratta di un’energia che non è di casa nel Paese Italia, un Paese, dove agiscono caste ed èlite del potere che vanno diritte per la loro strada per garantirsi privilegi e benefici che diversamente non avrebbero.

Se non riusciamo a fare nostra questa grande energia d’insieme, un’energia che viene sempre e solo dalla forza che unisce, l’Italia sarà inevitabilmente atterrata da una montagna di utili parole.

Dobbiamo cambiare come italiani e fare nostra a tutti i costi la forza che unisce e che, per il bene comune, cementa la vita d’insieme, con l’obiettivo di rinsaldare il cammino con protagonisti un solo popolo ed un solo Paese, la grande risorsa che può farci vincere tutte le tante sfide e le tante difficoltà della vita.

Ma come fare finta di niente di fronte al disastro Italia?

Politica e burocrazia, affossando il Paese, di fatto preparano anche il loro inevitabile suicidio.

Nella nostra malcapitata Italia non si salva nessuno; non bastano gli artifici burocratici e/o le pseudo politiche interventistiche, ispirate ad un protezionismo politico che, così come messo in atto, non porta assolutamente da nessuna parte, per salvare questa malcapitata Italia.

Non si va da nessuna parte, perché ci manca l’anima italiana fatta dall’insieme solidale di un solo popolo e di un solo Paese.

Non si va da nessuna parte perché l’Italia è ormai un ammalato grave; un ammalato morente, per mano di una politica e di una burocrazia mediocre e mediocremente condivisa.

Tanto, per una crescente sudditanza ai poteri forti ed alle sempre più aggressive èlite economico-finanziarie; tanto, per i troppi faccendieri italiani, per l’alto tasso di mediocrità diffusa, per il potere che tutto può e per una forte ed inguaribile regressione culturale, il primo grave male d’Italia.