Un’occasione persa
Nelle ore in cui Alessandro Sallusti veniva arrestato per un reato che non ha mai commesso, in mondovisione e nella redazione del suo Giornale, portato via dagli uomini della Digos alla stregua di un “delinquente abituale”, sulle primarie del centro sinistra calava il sipario senza particolari sussulti o sorprese. Matteo Renzi, il giovane sindaco di Firenze che ha girato l’Italia in camper promettendo di rottamare la seconda Repubblica e la sua classe dirigente, non è riuscito a sconfiggere il più quotato Bersani e la coriacea nomenclatura di tutta la sinistra che gli si è stretta intorno, attestandosi al 39% dei consensi. L’affermazione del segretario del Pd, supportato al ballottaggio anche dall’ala più radicale della coalizione, quei vendoliani che al primo turno avevano racimolato un modesto 15%, era data per scontata da tutti i sondaggisti e analisti politici. Del resto, la sola ipotesi che un ragazzino, cresciuto lontano da Botteghe Oscure e dalle stravaganti idee liberali, potesse in un colpo solo far vacillare l’apparato di quello che era stato il più grande partito comunista d’occidente, chiunque l’avrebbe scartata in partenza giudicandola un’idea troppo ambiziosa e fuori dalla realtà. Eppure Renzi, nei mesi della sua originale e ipermediatica campagna elettorale, era riuscito nel miracolo di riavvicinare alla politica, devastata dagli scandali e dalle reiterate inettitudini dei precedenti governi, milioni e milioni di cittadini di ogni colore politico. L’elettorato di centro destra, in particolare, aveva colto nella sua personalità guascona e beffarda una strana somiglianza con il Cavaliere, oggi alle prese con una complicata strategia di rilancio. Con quell’aria sbarazzina, con la sua immagine fresca e avulsa dalle solite logiche correntizie della politica, Renzi aveva catturato la simpatia e la fiducia di tanti che in lui vedevano l’ultima e la sola speranza di cambiamento. Con Bersani, invece, ha vinto la conservazione e la vecchia nomenclatura postcomunista, la stessa che grazie al primato del suo segretario è sfuggita ad una clamorosa rottamazione. Ma non finisce qui. Oggi Bersani troverà di fronte a sè una nuova sfida, tutt’altro che scontata come la precedente, quella cioè di amalgamare una coalizione che, nonostante i pronostici della vigilia, è risultata più eterogenea di quanto lui credesse.
sallusti non è un eroe e in quella faccenda, di cui è stato condannato, ci ha mestato prima e ci vuole campare ora, anche se la legge italiana fa cagare proprio per la sua impostazione da codice rocco…. e per questo ben gli stà. io altro che multe, io un giornale che si comportasse così come la vicenda della falsa notizia promulgata dal quotidiano diretto dal sallusti e volto esclusivamente a dare contro “i giudici” (e qui faresti bene a riferire la nota faccenda), io lo chiuderei per un poco di tempo. perchè è vero che questa legislazione fa schifo e che sallusti non aspettava altro per fare l’eroe ma è altrettando vero che mancano tutte quelle forme di tutela della professionalità, un codice etico, che dovrebbero mettere in campo proprio i giornalisti i quali, come succede con tante professioni in Italia sanno comportarsi solo come casta. Io penso che al di là del carcere, multa o di cosa ti pare chi promulga una notizia falsa e volta a ofendere le persone semplicemente vada tagliato come giornalista.
per il resto dell’articolo, oggi hai fatto un minestrone, mi pare che le primarie sono state abastanza regolari e che siano andate come meglio non potevano andare, mi pare che si siano rafforzati sia renzi che bersani. ora aspettiamo che conseguenze e il ricompattamento di un campo avverso che al momento appare molto fumoso e genuflesso verso l’esule di malidi nonchè piccolo e rifatto omino di arcoreccia e pecoreccia memoria affossatore di stati e scorno internazionalmente riconosciuto e riconoscibile bravo solo a fare nascondino alle premier tedesche dopo averle chiamate culone e poi pensa anche di essere spiritoso ma la tedesca il culo, purtroppo, non l’ha fatto solo a lui ma a tutta l’Italia.
e battisti ti chiederebbe.. ma tu questo lo chiami liberalismo, libertario e liberista?
Sallusti è stato condannato alla galera per un reato che non ha commesso : “concorso in diffamazione a mezzo stampa”, non per “omesso controllo” sull’articolo di Farina. Nel merito, Farina ( non Sallusti) ha riportato una notizia falsa ( non calunniosa : autorizzare l’aborto di una bambina, vero o falso che sia, fa parte delle prerogative di un magistrato)pubblicata da altri precdentemente. Sallusti per questo è stato arrestato nella sua redazione come un criminale della peggiore specie. Una persona solo un pò civile dovrebbe indignarsi per questo. Tu invece rincari una dose che è già ridicola e aberrante di per sè! Pensa quale putiferio sarebbe scoppiato se la stessa cosa fosse accaduta a certi altri giornalisti radical chic. Vatti a leggere le cronache di quando Indro Montanelli venne gambizzato dalle “cosiddette” BR. Certi giornaloni titolarono : “Gambizzato un giornalista”. Già allora ( molto tempo prima della discesa in campo di SB)scrivere o peggio dirigre il Giornale era considerato un affronto alla democrazia.
al di là delle br a me risulta che l’unico che abbia pagato per “opinioni” è stato giovannino guareschi. il resto è solo spettacolo.
Il giornalone era il Corriere e il titolo (centrato, su cinque colonne, non era quello). Il nome nella pagina di Montanelli c’era, ma era molto nascosto. Di contro, l’Unità pubblicò su sette colonne un titolo a caratteri cubitali con il nome del giornalista. La Repubblica fece addirittura della satira, proponendo una vignetta di Giorgio Forattini che mostrava il direttore dell’epoca (Scalfari) che si sparava su un piede al fine di guadagnare la medesima popolarità ottenuta dal giornalista gambizzato.
Ah, il direttore del Corriere dell’epoca era Ottone e credo che tra lui e Montanelli non corresse buon sangue (almeno politicamente).
Montanelli lasciò il Corriere di Ottone perchè non gradì il suo posizionamento a sinistra. Fondò il Giornale nuovo che venne subito bollato come giornale “fascista”. Montanelli ( adulato dalla intellighenzia radical chic solo dopo la rottura con il Caimano)venne gambizzato dalle “cosiddette” Br ( Gabriella, che è molto preparata sull’argomento, ci spiegherà perchè “cosiddette” l’ho messo tra virgolette) e la grande stampa si divertì a ridicolizzare quell’evento, che poteva riguardare solo un giornalista di destra. Oggi Sallusti è stato gambizzato da una legge fascista, da una singolare interpretazione di quella legge, e dall’indifferenza di tanti suoi colleghi che, a torto, ritengono di essergli superiori.
Angelo Cennamo, Montanelli è stato un personaggio molto singolare, uno che ti spiazzava dicendoti di stimare Renato Curcio e che all’improvviso comprò un dipinto bruttissimo fatto in carcere da uno di quelli che gli avevano sparato. Però quelli erano altri tempi e Sallusti, in una situazione storica completamente diversa, non ha nemmeno un decimo della statura di Montanelli, né come giornalista, né come intellettuale. In più, Sallusti non è un uomo solo come poteva esserlo Montanelli: Sallusti è stato organico ad un apparato comunicativo di centrodestra gigantesco e di certo non gli mancano solidarietà e mezzi.
La legge precedente fa schifo e quella attuale non è molto migliore di quella di prima, anzi. Forse il governo Monti ne capisce di questioni economiche, ma quando si deve entrare in cose in cui sono coinvolte parole come “democrazia” e “diritti” è un attimo incompetente. E i ministri sono dei dilettanti: le dichiarazioni di Passera, di Clini e di Paolillo sono spesso fuori luogo.
Voglio ricordarvi che Montanelli era un grande estimatore di Stalin.
Teneva una sua foto sulla scrivania.
Lo definiva il più grande anticomunista della storia poichè, da solo, aveva massacrato oltre un milione di comunisti, in tutte le latitudini.
in bocca al lupo
Ma chi è Paolillo?
Sì, Amgelo, scusa, volevo dire Polillo, hai ragione.