Pertosa: XVII ediz. “Negro” Festival

Il mix è di quelli unici e particolari: un festival di musica etnica all’interno delle grotte. La “location”, infatti, è il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, a Pertosa (Salerno), nelle Grotte dell’Angelo, che ospitano la 17/a edizione della rassegna “Negro“, con undici concerti (tra cui quelli di Caparezza, Daniele Sepe, l’Orchestra di via Padova e Peppe Voltarelli) dal 22 al 25 agosto, che uniscono le sonorità mediterranee alla ricerca sperimentale dei nuovi generi musicali. Con una “chicca”: accanto ai classici “live” sul palco centrale della manifestazione, sono previsti concerti acustici all’interno delle grotte per il progetto “Antrosuono“, tra le stalattiti millenarie e una fresca e stabile temperatura di 18 gradi, che regalano al pubblico un’atmosfera musicale irripetibile. Il palco centrale della 17/a edizione di Negro si accende il 22 agosto, alle 22, con lo show di Caparezza, per un viaggio di due ore tra la realtà italiana e la satira alla quotidianità: il suo progetto propone un genere di spettacolo che, nello stesso spirito del festival, guarda alla dinamica interculturale del nuovo “racconto di strada”, aggiornando la figura storica del “cantastorie” che affida i “quadri” della sua moderna narrazione a interventi di grande e divertente teatralità, nella migliore tradizione del racconto popolare, portando al pubblico, giovane e adulto, un divertimento intelligente di sapore fiabesco e, al tempo stesso di grande denuncia civile. Il live è preceduto, per Antrosuono, dall’esibizione (ore 21) nelle grotte della “Scuola d’arpa popolare” di Viggiano (Potenza), guidata dall’arpista paraguayano Lincoln Almada. Il 23 agosto comincia, sempre per Antrosuono, con la presentazione di danze e strumentazioni organiche dei “Picarielli” di ispirazione cilentana, antipasto per le evoluzioni etno-jazz di Daniele Sepe: nel suo ultimo lavoro, “Canzoniere illustrato”, l’artista ha voluto confezionare il suo repertorio di musiche internazionali (e di folklore italiano) in un vero e proprio libro di 106 pagine, con 12 fumetti di gran firma a corredo delle 12 canzoni del Cd/libro. Il main stage si apre con i Renanera di Lagonegro (Potenza) e si chiude con il Dj Ue’Cervone. Il 24 agosto è la volta degli Elva Lutza (Antrosuono, ore 21), duo di Sassari che colora di espressività nord europee un repertorio fortemente innervato sulla musica sarda. Sul palco principale (ore 22) salgono invece due vere orchestre, entrambe di 16 e 18 elementi, con musicisti di diverse provenienze, l’Orquestra todos da Lisbona e l’Orchestra di via Padova di Milano. La chiusura del festival (25 agosto) sarà ancora all’insegna della dialettica e delle identità instabili e, quindi in movimento, che danno il tema della manifestazione. Alle 21 Peppe Voltarelli spegne i riflettori di Antrosuono: “Il viaggio, i padri e l’appartenenza” è il titolo della performance che presenterà in grotta, raccontandosi attraverso un set essenziale di voce, chitarra e fisarmonica. Sul palco principale sale il detentore dell’antica tradizione della “tammorra”,  ’A paranza do’ lione, qui in versione quartetto, che incrocerà il linguaggio ritmico e melodico per costruire un ponte tra l’Africa di Fela Kuti, con il suo originalissimo funky-afro-beat, proposto dalla Mamud band, gruppo italianissimo che ha saputo rivisitare la più moderna cultura musicale africana e quella particolare capacità della cultura partenopea di misurarsi con altre forme musicali: il nomadismo musicale rom di Mimmo Maglionico e del suo gruppo musicale, i Pietrarsa, e gli O’rom, per un concerto policentrico, originale e sicuramente unico. Il tema della rassegna è “Identità in movimento”, per curiosare tra i nomadismi musicali e geografici, cercando di inquadrare la dinamica  delle reciproche influenze: non solo tra i diversi generi musicali, con le loro evoluzioni creative e spontanee, ma anche tra le provenienze e le influenze geografiche di una globalizzazione che, dopo anni di consumi musicali di massa, apre spiragli a nuove musicalità e diversità semantiche, in cerca di nuove universalità del linguaggio musicale.