Sì, viaggiare!
Bon ton ed educazione, binomio che non sempre muove i passi anche escursionistici. Di chi, cioè, con tanto di zaino in spalla, scarpette da trekking o al flessibile pollice dell’autostop, riesce a mangiare kilometri in economy, concedendosi spostamenti low cost. E lanciandosi in avventure non sempre date per scontato! Paese che vai, usanza che trovi! E modi che riscontri, non sempre improntati alla cortesia. Infatti, pare che la mappatura europeista, disegni un modus vivendi tutt’altro che edificante per alcuni abitanti. I Francesi, un po’ “lamentosi”, i più maleducati, seguiti dai Russi, spesso considerati dagli operatori turistici come ‘molto esigenti’. Terzi gl’ Inglesi e poi i Tedeschi, noti viaggiatori provetti, invece Cinesi ed Americani, con i loro alti numeri, sempre pronti a farsi notare. Poi Spagnoli e Italiani. Ad esclusione degl’ Inglesi, tutte le popolazioni nordiche dell’Europa attorno ed oltre il 20° posto, a conferma della fama di cordialità, ospitalità e buona educazione. I Danesi, al 25° posto, tra Giapponesi e Canadesi. Insomma pare proprio che anche il visitare nuovi Paesi ed insistere in altre realtà geografiche, debba essere corredato da una conoscenza degli abitanti, al fine d’eludere cattive sorprese comportamentali. Infatti, se apparentemente pare che ci debbano essere delle riserve nel visitare questo o quel territorio, l’attrattiva turistica di certi scenari, la fa da padrona nell’amenità paesaggistica, che fa scalzare anche eventuali ritrosìe. Senza indugio, quindi, la scelta sempre al luogo…nella consapevolezza “Paese che vai…gente che trovi!”
Non so quanti autostoppisti possa contare Salerno, ovviamente parlo di quelli che lo fanno per mera soddisfazione di sentirsi sportivi, coraggiosi e scopritori di ameni luoghi di villaggi e città a costo quasi zero.
Anch’io mi annovero tra gli autostoppisti ma di quelli più “spericolati” e coraggiosi che la storia in materia possa ricordare.:
– Mi trovavo i una situazione difficilissima a Palm Beach, Florida; Il discorso sarebbe troppo lungo da raccontare) tuttavia , non avevo più un centesimo di dollaro da spendere e dovevo , per tale motivo, rientrare immediatamente alla sede di New York dove avevo soldi depositati in banca; allora decisi di tornarvi , ma l’unico modo per farlo fu quello di inventarmi da autostoppista. La faccenda era ardua perchè dovevo coprire alcune migliaia di chilometri, ma ebbi il coraggio di intraprenderne il viaggio. Fu una avventura pazzesca: auto che mi lasciavano in piena foresta, altre auto che mi davano un passaggio di pochi chilometri, oltre a personaggi equivoci che m’impaurivano profondamente. Dopo una intera giornata giunsi nella capitale della Caroline del Nord. Era sera e volevo vendere a qualche negozio specializzato la mia ottima macchina fotografica acquistata in Italia con grandi sacrifici . mi recai, quindi in uno di quei grandi negozi per la fotografia e , il proprietario mi scambiò per un ladro, quasi che avessi rubato l’aggeggio da qualche parte. Mi ammonirono anche che se la polizia locale mi trovava senza un centesimo in tasca, sarei stato immediatamente arrestato. Bella consolazione.
Allora mi recai in una chiesa per chiedere aiuto ad un prete, spiegandogli la mia disavventura, e che volevo un prestito d’onore solo per raggiungere New York, ma questi mi scrisse un biglietto con l’indirizzo per farmi dormire la notte. Mi diressi in quel posto , ma ebbi la magra consolazione che si trattava di un ricovero per pezzenti. Vi erano tavolacci uno affianco dell’altro . Non avevo visto mai tanta miseria umana ed ebbi paura. Non dormii neppure un attimo perchè quella ” plebaglia” mi toglieva ogni sicurezza. Ai primi albori del mattino andai via da quel tugurio e m’incamminai verso la lunghissima strada da percorrere. Ebbi tantissimi passaggi, ma la meta era ancora tanto lontana. Alla fine si fermò un auto che rimorchiava una grossa barca a motore, mi diede un lungo passaggio, ma nel discorrere del più e del meno capii che quell ‘uomo aveva rubato auto e barca, così lo pregai di farmi scendere subito perchè se lo avessero fermato sarei stato considerato un complice. Mi fece scendere nei pressi della Casa Bianca in Washington City . In tale capitale riuscii a vendere la mia macchina fotografico presso un negozio di tale attrezzature. Così potei prendere il primo treno diretto per New York. Così si concluse quel triste, ardimentoso viaggio che , nel contempo, ha lasciato nel mio cuore una esperienza difficilmente ripetibile tra gli esseri umani. Cordialità , Carissima Dottoressa , N.D. Rita occidente Lupo.
Alfredo