Il processo breve e il processo lampo

Angelo Cennamo

Tra mille polemiche è passato alla camera il ddl sul processo breve. Il provvedimento, all’art. 3, introduce la prescrizione breve dei reati, ma solo a favore dei soggetti incensurati ( la riduzione aumenta da un quarto ad un sesto sul calcolo della pena massima). L’approvazione alla camera è giunta dopo un tira e molla durato oltre un anno, e a seguito di molteplici emendamenti che, di fatto, hanno finito per stravolgere il testo originario. Quello uscito da Montecitorio non cambia un granchè la legge in vigore : l’accorciamento dei tempi processuali è poco consistente e non riguarda tutti i reati. Di conseguenza, gli allarmismi sollevati da certa stampa e dai partiti di opposizione sulla possibilità che la nuova legge – semprechè venisse approvata in questi termini anche dal Senato – possa esporre ad una brusca interruzione alcuni processi celebri ( il disastro ferroviario di Viareggio, il terremoto in Abruzzo o il caso Parmalat) sono privi di fondamento. A cosa è dovuto allora tanto clamore, e perchè la maggioranza di governo ha serrato le fila per approvare il testo senza ulteriori ritardi? La ragione è una sola : il processo Mills, quello vede il premier imputato a Milano per corruzione in atti giudiziari. La posizione di Berlusconi fu stralciata da quella del suo coimputato per effetto del Lodo Alfano e del legittimo impedimento. Mills ne è uscito indenne, con una prescrizione sancita in terzo grado. A Berlusconi toccherà la stessa sorte nel gennaio 2012, anche se non dovesse essere approvato il ddl in discussione. Ciò nonostante, la sinistra, ma anche gli stessi magistrati che stanno processando il premier, sembrano impegnati in una corsa contro il tempo, un gran prix automobilistico, perchè si giunga, quantomeno, ad una sentenza di primo grado ( presumibilmente di condanna, visti i precedenti nel merito dell’altro imputato). E pensare che per giudicare David Mills in tutti e tre i gradi, la magistratura ha impiegato meno di un anno. Più che un processo breve, l’avvocato inglese ha ricevuto un processo lampo! Ma lo si sa : l’azione penale è “obbligatoria”. Per la sinistra un’eventuale condanna di Berlusconi, sia pure in primo grado, sarebbe uno scalpo invidiabile, una sentenza dal forte contenuto simbolico : il capo del governo è un corruttore, ergo deve andare via! La scorciatoia per palazzo Chigi le verrebbe servita su un piatto d’argento, senza neppure dover passare per il voto – ultimamente una perdita di tempo anche per il venerato maestro Asor Rosa, che, sulle colonne del Manifesto, sogna un golpe in perfetto stile pur di liberarsi del Caimano. E’ evidente allora che le vicende processuali del premier si intrecciano giocoforza con la politica. Con essa formano un tutt’uno, un groviglio inestricabile dove la regolare applicazione della giustizia ( che è uguale per tutti, ma per uno sembra esserlo di più) si confonde con la propaganda antiberlusconiana dei partiti. Basti pensare che per processare Mills e Berlusconi la procura milanese ha creato un precedente insolito, quello cioè della corruzione “susseguente” : il reato non si consuma nel momento in cui si riceve il denaro, ma solo se e quando questo viene speso ( nella fattispecie, due anni dopo). E Berlusconi cosa fa? Ripaga i giudici con la stessa moneta : riposiziona le lancette del processo all’indietro. Diavolo di un Cav!

 

2 pensieri su “Il processo breve e il processo lampo

  1. Sembra che non interessi a nessuno sapere se davvero siamo governati da un corruttore di giudici, evasore fiscale,falsificatore di bilanci, mezzano, concussore, favoreggiatore e utilizzatore di prostitute minori, oppure no.
    E così, in un Paese che ormai metabolizza di tutto, assistiamo inerti al teatrino di un Parlamento – vera aristocrazia della plebe – impegnato a sfornare leggi che impediscano di celebrare i processi del premier e, dunque, di accertare la verità.
    Eppure, ci avevano insegnato che le norme giuridiche devono avere, tra l’altro, i caratteri della generalità e dell’astrattezza, ovvero, non possono essere ricondotte a casi specifici, ma devono riferirsi a situazioni astratte.
    Ma i “liberi” pensatori del PDL, esegeti disinteressati del pensiero berlusconiano, giustificano la produzione dei leggi ad personam come “legittima difesa”, contro il dilagare di azioni che, a loro dire, sarebbero persecutorie e dunque eversive. Il sillogismo è semplice: a) la Procura della Repubblica di Milano (peraltro con magistrati diversi) tenta da anni di incastrare Berlusconi; b)Berlusconi è un sant’uomo, assolutamente ed evidentemente incapace di commettere alcunché di illecito; c) ergo, la Procura ingiustamente – e quindi illecitamente – perseguita un uomo probo e giusto. E, per questo, va fermata. Anche facendo strame della Costituzione e del Diritto. Anche sovvertendo i principi basilari del sistema giuridico. Anche a rischio di una colossale delegittimazione delle istituzioni.
    Ma i Paniz, i Ghedini, gli Straquadanio, i Cicchitto, gli Scilipoti dovrebbero spiegarci come mai non è possibile – con le leggi ordinarie della “Culla del Diritto” (rectius: “terra dei cachi”) – sanzionare i magistrati della Procura della Repubblica di Milano, se è vero che, da anni, violano la legge. Come mai – se si è innocenti – non è possibile dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati nei dibattimenti, senza costruirsi devastanti leggi su misura e senza fuggire dai processi.
    E ci dicano, i molto onorevoli statisti, se fosse un normale cittadino ad essere ingiustamente perseguitato? Potrebbe contare sull’impegno del Parlamento per qualche leggina ad hoc oppure, sebbene innocente, dovrebbe rassegnarsi ad essere condannato?

  2. Le sue considerazioni sono condivisibili. Sarebbero anche ineccepibili se l’imputato in questione non si chiamasse Silvio Berlusconi ( 30 processi in 17 anni : neppure Riina, Provenzano, Bagharella, Schiavone e Iovine, tutti insieme, ne hanno avuti tanti) e la magistratura inquirente non fosse quella che va in piazza a manifestare o in tv a pontificare contro il premier.

    Saluti – Angelo Cennamo

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