Sull’onda dei ricordi: la nevicata del ‘56

Ogni generazione si porta, nel ricordo, un anno del nevone. Un anno eccezionale, segnato da più freddo e neve di quanto chi ascolta il racconto possa immaginare. Per chi c’era, anche seppure bambino, è il nevone del ’56 l’evento epocale a cui far riferimento. La nevicata del 1956 rappresentò un fenomeno meteorologico straordinario ed ancora irripetibile. Nel mese di febbraio di quell’anno un’ondata eccezionale di freddo investì buona parte dell’Europa e dell’Italia, coprendola di neve e gelo con un’intensità tale da essere definita la “nevicata del secolo”: costituì, infatti, l’evento nevoso più marcato e pesante dai tempi dell’inverno 1929 per tutta la penisola, ed i successivi fenomeni dell’inverno 1985, non meno rilevanti, non ne eguagliarono l’estensione temporale e geografica. E’ in questo contesto che vogliamo raccontare un episodio  eroico che vide protagonisti due giovani di San Gregorio Magno. Era il 15 febbraio  del 1956, a San Gregorio Magno piccolo paese della provincia di Salerno, nevicava ininterrottamente, ormai, da circa 40 giorni, La neve aveva raggiunto oltre un metro di altezza. Le poche e già precarie vie di comunicazione erano divenute tutte impraticabili. Scarseggiavano viveri, medicinali, foraggio per il bestiame, legna, elettricità. Spinti da un grande spirito di solidarietà nei confronti della popolazione, allo stremo delle forze, due giovani del posto, il sacerdote Don Mimì Di Stasio, da poco giunto alla guida della locale parrocchia, ed il vigile urbano Giuseppe Policastro, decisero di raggiungere la Prefettura di Salerno ed il Centro “Pontificia Opera” nel tentativo di chiedere il soccorso necessario alla sopravvivenza del loro paese, essendo interrotte le comunicazioni telegrafiche e telefoniche. A  piedi, sotto raffiche di nevischio,  sfondando metri di neve e legati l’uno all’altro da una robusta fune, raggiunsero la stazione ferroviaria di Buccino distante da San Gregorio circa 20 Km. Un treno merci li portò a Salerno che si presentava anch’essa in grande difficoltà a causa delle strade completamente ghiacciate: era mezzanotte. Stanchi ed affamati trovarono ospitalità presso la dimora della madre del sacerdote. Riposati e tranquillizzati dall’accoglienza affettuosa, la mattina successiva si recarono presso gli uffici della Prefettura e della “Pontificia Opera” per esporre la tragica e complessa condizione del loro paese dove, a causa della mancanza di medicinali, due giovani donne, neo mamme, stavano rischiando la vita insieme ai loro figlioletti. Tempestivamente giunsero i soccorsi che, equamente e scrupolosamente, furono distribuiti alla popolazione grazie alla saggezza ed all’impegno dell’allora compianto  Sindaco Filiberto Goffredi. Grazie all’audacia ed al coraggio di questi due giovai eroi, il Paese era salvo. A distanza di 55 anni dall’evento, l’Amministrazione Comunale di San Gregorio Magno (SA), guidata dal Prof. Gerardo Malpele, ha voluto ringraziare  questi due valorosi cittadini nominando, altresì,  “cittadino onorario” il parroco Don Mimì Di Stasio. Don Mimì Di Stasio è attualmente parroco della Chiesa di Sant’Antonio a Caggiano; è stato parroco di San Gregorio Magno dal 1954 al 1969. Giuseppe Policastro, da tutti meglio conosciuto col soprannome di “Mingarrone”, sposato, due figlie, quattro nipoti, è attualmente in pensione e si dedica con serietà e professionalità alla cura dei propri vigneti ed alla vinificazione; è stato Comandante della Polizia Municipale di San Gregorio Magno.

3 pensieri su “Sull’onda dei ricordi: la nevicata del ‘56

  1. La nevicata del febbraio 56 fu seguita anche da malattie, di carattere linfatico, in numerosi bambini; a noi veniva solo da scherzare perché era la prima volta che vedevamo tanta neve, e non sapevamo dei disagi nei paesi come San Gregorio Magno. Un duro evento da ricordare, ma un bellissimo episodio il gesto dei due valorosi.

  2. Carissimo amico Dr Caso, Ricordo anch’io quello strano anno del ’56 quando la neve e il freddo gelido colpì, non soltanto l’Italia , ma buona parte dei Paesi nordici. In quell’epoca, già da qualche mese prima dovetti recarmi a Monaco di Baviera per prendere l’aereo per gli USA.
    Non posso, quindi, dimenticare la tantissima neve che vidi tra Trento , Austria e Germania. A Monaco fui letteralmente inchiodato tra freddo e vento gelido che rifaceva tremare le ossa.
    Nel giorno seguente per motivo di avarie di un motore dell’aereo che mi stava conducendo in USA, l’aereo fu costretto a fare un atterraggio di emergenza nell’isola di Santa Maria..Dopo lunghe, non prima di avere risistemato il motore dell’aereo, si ripartì per N.Y. . Ma si diede il caso che , strada facendo, l’aereo s’imbattè in una tempesta oceanica di vasta proporzione. L’aereo non riusciva più a mantenere la posizione, tanto è vero che i vuoti d’aria facevano cadere continuamente l’aereo fin quasi sulle onde minacciose dell’oceano. Eravamo tutti presi dalla paura, anche le hostess piangevano per il timore di morire, così il pilota decise di cambiare rotta per aggirare la tempesta; L’aereo viaggio per ore fuori rotta, alla fine tornò a volare sulla giusta rotta di destinazione.
    Ero diretto a Buffalo, Città dello stato di N.Y situata ai confini del Canada, dove sono le Cascate del Niagara.. In questa Città notai le strade invase da circa mezzo metro di neve ; la gente camminava con due paia di scarpe, la seconda di gomma per evitare di fare entrare la neve nel primo paia di scarpe. Il lago era completamente agghiacciato e qualcuno ci andava a pattinare sopra. In vita mia non avevo mai visto spettacolo di quella portata; Nevicate abbondanti giornaliere, mentre il freddo denso lo agghiacciava in un istante; ne so qualcosa perché in quei primi giorni d’America fui proprio a “scorticare il ghiaccio che si formava ogni momento davanti all’ingresso di un ristorante italiano dove avevo appena trovato da guadagnarmi almeno il mangiare. (Vorrei inviarle, caro amico Caso , il mio racconto, ma ignoro il suo indirizzo)..
    Mi scuso se mi sono troppo imbizzarrito a raccontarle un episodio raccapricciante della mia vita, ma è stato più forte di me. Le chiedo scusa.
    Con un sincero abbraccio le do il mio indirizzo di posta elettronica:
    myfreddy@alice.it
    Cordialità

  3. Il gesto eroico dei due non dovrebbe passare inosservato. Lo stesso Sindaco del Comune di San Gregorio Magno dovrebbe vagliare la possibilità di concedere a questi due valorosi una medaglia al merito. L’azione, davvero encomiabile, compiuta da questi due valorosi deve essere da esempio per tutti i giovani che, ultimamente, stanno perdendo il senso dell’altruismo.
    Cordialmente.

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