Ospedali psichiatrici giudiziari: lager senza Basaglia!

di Rita Occidente Lupo

Ancora tanto disagio tra la giustizia…e la mente. Tra coloro che devono saldare il proprio debito, alla causa sociale, soffrendo di alterate patologie mentali. Nei giorni scorsi, l’inchiesta sul trattamento dei pazienti, rinchiusi negli ospedali psichiatrici giudiziari. L’abbandono totale, nei 6 luoghi in tutt’Italia, elusi dalla legge Basaglia, dove  gli esseri umani, anche per crimini minori,  tra escrementi e suppellettili fuori uso. Ancora bloccati nei movimenti, da imbracature fortuite, dietro sbarre scalcinate! La commissione parlamentare ha polarizzato l’attenzione su tale realtà, che allunga l’ombra nera su un mondo che fa rabbrividire il Paese: scarsità di camici bianchi, assenza di psichiatri e corpi adagiati al suolo. Già in passato, dinanzi all’ex manicomio di Aversa, questa la terminologia di tali istituti con le sbarre, il progresso aveva arretrato il passo. Tra mani legate ed altri svariati strumenti di tortura, rimandanti alle antiche camicie di forza, ancora in bacheca perfino nell’istituto di Materdomini, la sensibilità scossa! L’attuale legislazione,  dal 1930, dall’epoca del Codice Rocco.  Dall’esame recente, la decisione di rivedere la mappatura del sistema e di provvedere a rendere più accettabile la permanenza in tali luoghi detentivi: di 376 internati (su un totale di circa 1500), assente requisito di pericolosità sociale, dimessi solo 65. Tallonato il governo,  allentata la borsa per la sanità regionale: 10 mln € sperando di poter, in tempi brevi, accelerare il reinserimento sociale degl’ infermi. Le dimissioni, però, tra tanti interrogativi, per la ricaduta sulla popolazione. Sugli eventuali rischi che tali soggetti, anche se accusati di reati minori, ma non in possesso della piena autonomia comportamentale, potrebbero arrecare anche alla tranquillità sociale. Il che, tiene alta la guardia, non solo per le dovute cautele in presenza di personaggi pubblici. Quella della psichiatria, una branca medica di estrema delicatezza, che non registra ancora effettive risoluzioni. Deficitano, infatti, strutture idonee a poter seguire il malato psichiatrico con trattamenti anche di semiresidenzialità o istituti adatti a poter interagire anche nel discorso coi familiari, in un iter che in ogni caso offre tante problematiche. Tra criminalità ed infermità, la sanità si ritrova inchiodata alle incognite della mente, assediata dalla voglia di rincarnare, anche per gli OPG, quanto Basaglia aveva sperimentato, in un corpo a corpo medico-paziente. Tra tante discrasìe, la psichiatria giudiziaria brancola nel buio istituzionale, non riuscendo ad esperire rimedi adatti a garantire assistenza dignitosa, a quanti soffrono, rei di colpe, senza aver pienamente coscienza dei propri crimini. Il tutto, ricordando che la collettività, quella che vive la fretta ordinaria ed ozia il relax quando accattivante, ha pur diritto ad esser garantita. Almeno quando si sa, che determinati individui, hanno delle turbe che riservano incognite imprevedibili!   

 

 

Un pensiero su “Ospedali psichiatrici giudiziari: lager senza Basaglia!

  1. Signor Direttore,
    il tema del superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ha sempre incontrato difficoltà, perché la loro istituzione deriva dal Codice Penale e non possono essere eliminati se non lo si modifica nella tematica che riguarda l’imputabilità, la sicurezza il ricovero.
    Complessi iter operativi che impediscono la chiusura se non con una apposita legge.
    Comunque è urgente una riforma legislativa, richiamando le Istituzioni alle loro responsabilità; far svolgere le funzioni dai servizi di salute mentale: e far uscire dai OPG i “malati” curandoli nelle apposite strutture e non in quei lager.
    Finché non sarà superato questo “intralcio” ci saranno sempre “persone” che continueranno a ritenere utile l’internamento in OPG.
    La sede naturale ed immediata è il Parlamento, in quanto le Commissioni servono solo a “segnalare” e basta!
    E’ auspicabile un intervento, da parte del Governo e del Parlamento, urgente su questa “questione” che si ritiene prioritaria.
    Un cordiale saluto.
    Previte
    http://digilander.libero.it/cristianiperservire

    Cristiani per servire
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    e-mail previtefelice@alice.it
    Il Presidente

    Ospedali psichiatrici giudiziari : malgrado che la “Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale” Presieduta dal Senatore Ignazio Marino ne ha accertato la vergognosa situazione, continuano ad essere in vita !

    Purtroppo, oggi, in Italia si continua a dare spazio al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio.

    Gli ospedali psichiatrici Giudiziari ( OPG ) in numero di 6, sono strutture che dopo la riforma del 1975 hanno sostituito i “manicomi criminali”, tutt’ora dipendenti dall’Amministrazione Penitenziaria e fino al giugno 2010 contenevano circa 1500 detenuti.

    Il 28 luglio 2011 gli OPG venivano posti agli onori della cronaca in quanto il Servizio Sanitario Nazionale ha disposto un accertamento della loro “vitalità”. ( Notizia appresa dai TG Nazionali).

    Domenica 20 marzo 2011 il programma RAI 3 ( speriamo non in funzione politica !) nella rubrica “Presa diretta” ha mandato in onda le terribili immagini a seguito del lavoro compiuto dalla “Commissione Parlamentare per il SSN “.

    La “Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale”, ( formalizzata anche ai sensi dell’art.82 della Costituzione che in campo sanitario ha lo stesso potere dell’Amministrazione Giudiziaria ) presieduta dal Senatore Ignazio Marino, è stata costituita dal Senato della Repubblica nel 2010 per conoscere la situazione in cui “dimorano” gli “internati” sottoposti alla detenzione ivi compreso i detenuti ai quali devono essere ancora accertate le infermità psichiche.

    Sono questioni assai complesse e delicate che avvolgono la qualità giuridica, etica o squisitamente politica non risolvibili da una “Commissione Parlamentare d’Inchiesta”, ma solo di competenza delle Camere Legislative.

    Certo che per una Nazione che si definisce civile e democratica ammettere e considerare che la detenzione di persone la cui infermità mentale è stata riconosciuta tale – perché giudicate incapaci di intendere e volere al momento in cui hanno compiuto un reato – non dovrebbe tollerare pazienti che necessitano di cure e siano invece detenuti come qualsiasi recluso.

    Dall’ “Indagine Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale” del Senatore Marino condotta sui sei ospedali giudiziari localizzati in diverse parti d’Italia – dalla Sicilia alla Campania, dalla Toscana alla Lombardia, passando per l’Emilia Romagna – emerge un quadro tanto inquietante quanto quello da recepire il degrado vergognoso di queste realtà e che vengono solo ora “scoperte” dopo ben 33 anni della loro sopravvivenza, in quanto la legislazione sulla tematica mentale non ha distinto il malato mentale responsabile di atti criminosi da quelli relativamente innocui, come stabilito da Codice Rocco ( ricovero in manicomio criminale).

    Ma la “Commissione d’Inchiesta” del Senato della Repubblica non ha voluto fermarsi all’apparenza e così, dopo aver visitato le strutture, ha redatto un “Documento” nel quale viene evidenziato il prolungarsi dei tempi di detenzione oltre quelli programmati ( come aveva esposto e relazionato molto bene nel 2005 il “Commissario Europeo per i Diritti Umani”.

    Il “Documento Marino”, come al solito, non è l’ ultimo e non strettamente vincolante sulla situazione della malattia mentale in Italia, ma per gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari “ è iniziato da alcuni anni un processo di progressiva dimissione”.

    ( Documento conclusivo della Commissione Parlamentare di Inchiesta “Sullo stato dell’assistenza psichiatrica in Italia”. Legislatura 14° Resoconto Sommario – Senato della Repubblica n.312 del 1.2.2006).

    Siamo proprio stranieri nella nostra Patria o siamo forieri di notizie non vere ? Ma perché prendere in giro il popolo!

    Secondo quanto riportato dal “Documento” per alcune unità è stata prevista una proroga della pena, per solo 5 sono stati ritenuti socialmente pericolosi, altri non sono stati liberati perché non hanno un progetto terapeutico, non hanno famiglia che li accolga, o un ASL che li possa assistere. ( Non è eccessivo pensare che per gli stranieri l’assistenza sanitaria è molto “positiva”, mentre per i cittadini italiani è molto “arida”.)

    “Gli ospedali psichiatrici giudiziari, pur ospitando e seguendo psicologicamente gli internati, sono malgrado tutto dei centri penitenziari, gestiti dall’amministrazione giudiziaria. E’ pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno, ( punto 117 del Rapporto dr.Alvaro Gil-Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani” sulla sua visita in Italia 10/17 giugno 2005, CommDH (2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2995. Una “lectio schola aliquem auditum ire” ( imparare la lezione) davvero esemplare !

    Le condizioni igieniche vergognose, sempre secondo quel “Documento Marino”, ritenute inammissibili, tra altre, sono in breve ad esempio, “tre metri quadro” di spazio per ogni detenuto, “acqua ghiacciata da bere sotto il water” “ affollamento in stanze ridotte” ed altre “anomalie” irripetibili seppur vere, insomma una situazione disumana che il rispetto per cani e gatti resta ed è superiore a quello che avviene in questi lager, “cose!”, ripeto, conosciute da ben 33 anni, che ci fanno accapponare la pelle ri-conoscerle solo ora ! Ma dove è stata la politica e la Sanità in tutti questi anni ?

    Perché a seguito di tutta questa “ movimentazione”,di questo “ bailame”, di questa “visione” semipolitica, gli Ospedali

    Psichiatrici Giudiziari continuano ad essere in vita ?

    Il Senatore Marino lancia un appello affinché le realtà sanitarie presenti sul territorio collaborino per permettere, a chi ne ha il diritto, di lasciare quei luoghi da incubo: “ Raccogliere i primi dati non è stato per niente semplice: reticenze, diffidenze, inesattezze hanno scandito le prime settimane di lavoro soprattutto negli Opg più degradati. Ci sono, tuttavia, realtà come quella di Reggio Emilia dove gran parte dei dimissibili hanno già lasciato la struttura. Speravamo di poter fare molto e al più presto, ma abbiamo bisogno di collaborazione delle realtà regionale e non dobbiamo tollerare degrado e condizioni di vita incompatibili con il più elementare rispetto della dignità”.

    Ma chi le fa le leggi-quadro ? ( Art.70 e seg.ti della Costituzione Italiana !).

    E’ necessario, nonché impellente, ricordare che la legge 180/1978, la famosa legge Basaglia, ha voluto abolire i “manicomi” priva del Regolamento d’Applicazione, ha attivato poche strutture residenziali alternative previste dai vari “Progetti-Obiettivi di salute mentale”, ma non ha migliorato le condizioni dei malati, così come la legge 833 ( che garantisce l’universalità delle cure ai malati di mente), non ha “chiuso” questi Ospedali Psichiatrici Giudiziari in contrasto con il dettami costituzionali, contro la stessa legge, contro il Piano Sanitario 2003-2005 contro i vari Provvedimenti Legislativi e che non ha adeguato la normativa penale a quella civile per i 6 OPG.

    Purtroppo oggi si continua a dare ampia rilevanza al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio ed alle priorità come nel caso in esame.

    I malati, anche quelli in OPG, sono soli e questa situazione urgente ed irrevocabile ha una sua drammatica attualità e riscontri tragici.

    Il problema, al di là di condizioni etico-giuridiche-sociali riscontrate da quella “Commissione”, ha ripeto, una priorità assoluta e la Comunità Civile, le Istituzioni, TUTTE, devono uscire dal silenzio, dall’indifferenza e dal disinteresse e non smarrire il senso del bene comune.

    Il disinteresse è un insulto alla legalità, alla logica, all’etica civile, in quanto occorre ridare ai valori etico-sociali il loro primario significato.

    Occorre ridare ai singoli dignità, umanità e fiducia, esigenze fondamentali della civiltà che una “Commissione Parlamentare” per i quanti poteri possa avere, come le Assemblee Legislative i Governi passati ed il Governo Berlusconi in atto, non hanno saputo o voluto assumere le loro responsabilità ed evidenziare l’urgenza, ancora in atto oggi agosto 2011, perché ricordiamo che “i valori della vita possono essere dipendenti dalle mode e dalla politica” (Santo Padre Benedetto XVI° – Udienza Generale 17 ottobre 2007 in piazza S.Pietro ).

    Previte

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