Nozze gay, il sì argentino!

di Rita Occidente Lupo

Nozze gay? Sì, in Argentina, decimo Paese al mondo dopo Olanda, Belgio, Spagna, Canada, Africa del sud, Norvegia, Svezia, Portogallo e Islanda! Legalizzate le unioni omosessuali, dopo l’approvazione camerale dello scorso maggio, il Paese delle pampas, assurge ad alfiere di tali connubi. Il nuovo provvedimento modifica il codice civile: la formula “marito e moglie” sostituita da “i contraenti”, che possono anche adottare bambini ed avere accesso a sicurezza sociale e congedo familiare. La legalizzazione di tali unioni, la cui eco stridente già rimbalzata con i Dico, lascia enormi perplessità. La coppia, ormai non più connotata per l’eterosessualità, ma addirittura sfidante la naturalità, in condizioni perfino di adottare minori, rivoluziona anche i parametri psicologici. Riscrivere una nuova formazione, da tramandare all’età evolutiva, scardinando il ruolo genitoriale complementare e scisso sessualmente, d’obbligo. Ancora una volta, alcuna collocazione dalla parte dei piccoli, di coloro che subiscono le scelte del mondo adulto e che probabilmente le ostracizzerebbero, se potessero urlare. La famiglia mononucleare, ormai spodestata da single e da convivenze di fatto, in ogni caso rispetta la referenzialità dei ruoli. Matrimoni gay, unioni omo, adozioni in barba all’ etica… il mondo ha ancora dei cardini di riferimento a cui appellarsi, nel poter garantire equilibrio delle personalità, in ossequio a logiche di armonica crescita globale?

 

3 pensieri su “Nozze gay, il sì argentino!

  1. meno male l’argentina che è un paese tra quelli in via di sviluppo ha dato una grande lezione di civiltà all’italia

  2. Hai ragione Jhoan, è un grande segno di civiltà. Proprio per questo noi ce lo possiamo scordare, troppo succubi del Vaticano e dei nostri pregiudizi. L’Italia non si adeguerà mai, anche se il futuro è di noi giovani e noi giovani siamo più svezzati dalla paura che la chiesa ha inculcato ai nostri genitori.

  3. Sono sconcertato dai due commenti precedenti. Essi dimostrano (con tutto il rispetto per le altrui opinioni) che tante persone, in nome di un distorto concetto di tolleranza, di modernità e di democrazia, immaginano (o addirittura sognano) una società in cui il nucleo familiare, come concepito in millenni di storia umana, diventa un “optional”, per lasciare il posto al disordine morale e sociale.
    In realtà il rispetto e la tolleranza verso il diverso hanno un altro significato. Va bene la convivenza tra omosessali, va bene anche una procedura burocratica che prenda atto dell’unione, con tutti gli effetti consequenziali sul piano civile (reciproca assistenza, eventuale comuunione dei beni, testamento a favore del compagno ecc.) ma ci sono due aspetti che, a mio avviso, non si possono in alcun modo accettare:
    la celebrazione di un rito matrimoniale
    e, ancor più, l’adozione di bambini.
    Il vero rischio è che dal concetto di accettazione e di tolleranza si passi al concetto della “promozione” e della magnificazione del fenomeno della diversità. E questo mi sembra francamente troppo.

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