Battipaglia: dipendente di azienda plastica perde due dita mentre lavora

Stava lavorando con la macchina tranciatrice quando, la stessa, gli ha amputato due dita. A denunciare l’episodio verificatosi all’interno di una ditta di Battipaglia, è Geppino Afeltra, presidente dell’associazione “Salernitani – Campani nel mondo” che chiede alle istituzioni maggiori garanzie per evitare che cantieri ed aziende continuino a far lavorare i propri dipendenti nella completa inosservanza delle norme antinfortunistiche. «Il caso verificatosi qualche tempo fa all’interno di un’azienda produttrice di materiale plastico della piana del Sele – spiega Afeltra – è solo la punta di un iceberg: in questo caso la vittima, un 45enne di Battipaglia, ha avuto il coraggio di denunciare tanto che la Procura ha appena depositato l’avviso di conclusione delle indagini contestando al legale rappresentante della società P.C. 58 anni di Battipaglia, l’ipotesi di reato di lesioni personali colpose. Troppo spesso, però, episodi del genere si consumano tra il silenzio e l’indifferenza generali per la paura delle vittime di sporgere denuncia e rischiare così  di perdere il proprio posto di lavoro. Occorrerebbero – prosegue Afeltra – controlli più capillari soprattutto nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, dove dilaga il fenomeno dell’economia sommersa, e nei quali si contano il maggior numero di vittime sul lavoro. «Confermano il binomio che lega le morti bianche al lavoro nero – aggiunge Afeltra – anche i recenti dati provenienti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Nel periodo marzo-ottobre 2010, il Dicastero ha effettuato controlli a campione nell’ambito del “Piano straordinario di vigilanza per l’agricoltura e l’edilizia in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia”: dai 19mila accertamenti ispettivi condotti nelle quattro regioni, in edilizia è emerso come irregolare il 61% delle aziende ispezionate e in agricoltura il 45%. Intanto, gli indicatori dell’Istat sui lavoratori irregolari del 2009 parlano di circa tre milioni di persone. Esistono delle aree della Penisola, come il Mezzogiorno conclude Afeltra –in cui il problema dell’economia sommersa è maggiormente sentito, così come quello delle morti bianche. Ricordiamo che nell’ultima indagine dell’Osservatorio Vega Engineering proprio Campania, Puglia e Sicilia sono tra le regioni in cui si conta il maggior numero di vittime del lavoro (141 su 484)».