Vita di Missione: i sogni di un missionario, conoscere

Padre Oliviero Ferro

Forse è un virus che mi hanno inoculato i miei genitori, ma a me(e anche a mia sorella) è sempre piaciuto conoscere le cose nuove. Certo, se non avessi scelto di diventare missionario, avrei fatto l’archeologo. Ogni tanto mi diletto anche a fare “il giornalista”. Il sogno di andare in Africa mi ha aiutato a imparare a conoscere tante cose. Le avevo lette sui libri o viste nei film. Ma la realtà è molto diversa. Quindi diventa spontaneo conoscere. La prima condizione è lasciare da parte i pregiudizi. E mettersi come un bambino che apre gli occhi su un mondo nuovo. E poi, lasciarsi aiutare da chi già ci abita. Insomma bisogna diventare curiosi. Fare domande, andare dappertutto, aprire gli occhi, fare attenzione a tanti piccoli particolare,non dare mai niente per scontato. E così, piano piano, ho cominciato a sentirmi parte di questo nuovo mondo. Ho visto che ci sono tante cose da imparare, da conoscere. Ho capito che se si conosce, diventa più facile volere bene. Ho trovato delle persone che,con pazienza, mi hanno introdotto nelle realtà che non tutti vedono. I capi tradizionali, soprattutto uno di nome Andrè, hanno cominciato a fare un piccolo gruppo (la confraternita di san Nicodemo) per studiare come si può fare incontrare la tradizione africana con quella cristiana. E’ un lavoro affascinante che procura delle sorprese ogni giorno.