Certosa: Salomon stop!!

Aldo Bianchini

L’annuncio fa bella mostra di se su Google alla pagina Certosa di Padula. Nella schermata inerente la giornata del 15 agosto 2010 campeggia un bel titolo: “Musei: a Ferragosto Soprintendente di Salerno apre le porte dei Musei”. Il titolo secco, di per se mi fa pensare alle porte aperte “gratuitamente” dei musei italiani come di solito vengono organizzate nel nostro Paese questi tentativi estemporanei per cercare di ridare a tutti i siti di natura storico-archeologica il giusto interesse. Nel caso specifico della Certosa di San Lorenzo in Padula, ovviamente, mi sono sbagliato. “Apre le porte” vuole letteralmente e soltanto dire che per ferragosto vengono aperte le porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse. Alla faccia delle numerose e corpose pubblicità che ci vengono rifilate in tutte le salse. Dunque primo brutto (si fa per dire!!) intoppo all’ingresso della Certosa dove mi ero portato, di buon mattino (le ore 10 e qualche minuto) al fine di poter ammirare la celebrata “Mostra documentaria della Certosa di Padula nel libro di Thomas Salomon del 1763 e cartografia del XVIII secolo” che la bravissima Eufemia Baratta (Bibliotecario direttore coordinatore soprintendenza) avrà certamente preparato con molta cura. Ho utilizzato il futuro semplice del verbo avere in quanto io personalmente non sono riuscito ad ammirare una simile mostra e, quindi, non sono in condizione di poter esprimere il benché minimo giudizio. Perché? E’ presto detto. Alla biglietteria della Certosa, con almeno tre-quattro bigliettai, ho cercato di spiegare che mi trovavo lì per visitare la mostra. Sguardi attoniti, quasi al limite dell’incredulità; per un attimo ho pensato che qualcuno di loro stesse per dirmi: “Scusi ma di che mostra parla…”. Fortunatamente non è accaduto ma la loro incredulità si è appalesata in tutta la loro enormità, insomma non sapevano nulla della mostra. Poi è giunto un altro signore che con un linguaggio particolare (tra il padulese e l’italiano) mi ha accennato ad un qualcosa di espositivo, carte e foto, che non necessitava di un costo aggiuntivo per la visita. “Perché –ho chiesto- anche oggi per entrare si paga?” cercando di forzare un po’ la mano (lo riconosco!!) nel portare avanti un dialogo tra sordi. Biglietti nn. 4199 e 4200 per il modico prezzo di € 8,00 complessivi. Ancora fortunatamente incappo in una guida brava, intelligente e preparata: Agata. Si dedica al gruppo in maniera quasi familiare e confidenziale, riesce a sciorinare tutto quello che sa sulla Certosa e sulla sua storia in forma quasi scolastica e molto comprensibile anche per me che non sono un conoscitore della materia. Mi verrebbe quasi voglia di dirle: “Tu ci stupisci … Agata !!”, ma freno il mio entusiasmo. Ci accompagna per una sessantina di minuti quasi con dolcezza. Peccato che come Lei ce ne sono pochissime, almeno questo è il commento generale che serpeggia nel gruppo di visitatori. Effettivamente ho visto la Certosa sotto aspetti molto diversi e interessanti da quelli già conosciuti nelle svariate visite che ho, comunque, effettuato nell’imponente e storica struttura. E di Thomas Salomon, neppure l’ombra. Nella sala del Priore la guida non è entrata e mi sono ritrovato all’aperto, nei giardini, verso l’uscita. Mi dispiace per la Baratta ma sarà per un’altra volta, forse.