Mercato San Severino: Massimo Ranieri al Mediterraneo

Anna Maria Noia

Gran successo di pubblico e di performance, un meritato sold out (tutto esaurito) nella nuova struttura del Gran Teatro Mediterraneo di Mercato S. Severino per il grande e umile artista Massimo Ranieri, esibitosi venerdì 16 aprile scorso nel Palatenda nato come scommessa e alternativa locale al Palasele di Eboli e non solo. Un pubblico che gremiva il locale fino all’inverosimile, in ogni ordine e grado di posto, tanto che si sono dovute aggiungere altre file per contenere tutti gli astanti che affollavano il Gran Teatro per l’appuntamento con l’artista partenopeo dalle modeste origini da lui mai tradite, rinnegate o abiurate. Uno spettacolo complesso e completo, concreto – a nostro modesto avviso – con un corpo di ballo valido e impegnato, tutto al femminile come anche l’orchestra e le altre figuranti, in un unicum denso e ricco di sorprese, di momenti salienti e commoventi, di ardore. In più di due ore di movimentato show – a tratti triste ed evocativo, a tratti allegro o romantico, sentimentale, malinconico o ardente – con molte improvvisazioni e diversi fuori programma il Nostro (Massimo Ranieri, alias Giovanni Calone) ha intrattenuto con canzoni sue ma anche della tradizione napoletana e di altri interpreti, quali: Antonello Venditti, Sergio Endrigo, la grande Mia Martini o altri artisti, il pubblico di ogni età in delirio per lui e che cantava le sue canzoni mentre l’artista si cambiava di abito in scena, velocemente. Tanti i suoi imperituri successi, da “Se bruciasse la città”, con cui ha iniziato lo spettacolo, a “Venti anni”, a “Erba di casa mia” e soprattutto a “Perdere l’amore”, grazie al quale vinse il festival di Sanremo nel 1988. Grandi comunque anche le sue interpretazioni – da artista abile e poliedrico quale egli è e ha dimostrato di essere durante la serata, anche con monologhi e gag – delle ballate e dei motivi degli altri cantanti le cui espressioni musicali ha omaggiato con la propria voce, possente e suadente puntando più alla potenza che all’emotività nel leggere gli spartiti. Il titolo e tema dello spettacolo, come ha avuto ad affermare lo stesso artista e chansonnier durante alcuni dei suoi monologhi incentrati sulla sua vita modesta di scugnizzo sognatore, è stato: “Canto perché non so nuotare…da quaranta anni.” Egli intrattenendo i presenti e ammaliando le numerose persone accorse in frotta per ammirarlo nell’ambito di questa vera e propria, ambiziosa “scommessa” del Gran Teatro, ha parlato per l’appunto del fatto che quando era “guaglionciello” lo facevano cantare su uno scoglio in quanto non aveva mai voluto (o potuto) imparare a nuotare, e le persone che frequentavano la Napoli di allora lo ringraziavano e applaudivano gettando in acqua monetine che poi i suoi amici scugnizzi si tuffavano a riprendere e lui rimaneva sullo scoglio senza gettarsi in acqua. L’Italia di Ranieri, come la stessa sua amatissima città, Napoli, ha rivissuto durante lo show atmosfere lontane (ma non tanto) di povertà ma “con le scarpe lucide”, come ha affermato lo stesso cantante ricordando gli insegnamenti e la dignità del padre, operaio all’Italsider di Bagnoli. Come detto sopra, il grande Ranieri – tra omaggi a Michael Jackson e passi di tip tap (con un giovanissimo e valido ballerino, Federico Pisano) e altre performance – è passato di emozione in emozione in un crescendo dalle sue famosissime melodie, come “Erba di casa mia”, “Rose rosse”, “Perdere l’amore” fino al trionfo dei classici del repertorio partenopeo, tra cui: “Reginella”, per finire con brani vicini alla sua crescita artistica come: “Io che amo solo te”; “Istrione”, canzone che lo rappresenta perfettamente, “Almeno tu nell’universo” e altre pietre miliari della musica e del panorama artistico nazionale e non solo. Complici del successo anche le coreografie di Franco Miseria, arricchite dai costumi di Giovanni Ciacci, ma la scenografia e la regia erano di Massimo Ranieri stesso. Ricordiamo, infine, che Ranieri ha voluto con sé i migliori collaboratori artistici del panorama teatrale italiano: Gualtiero Pierce e Maurizio Faretti, light designer. Appuntamento dunque al 30 aprile con un’altra grande interprete della musica italiana: Fiorella Mannoia, sempre al Gran Teatro, e sempre qui nei giorni successivi giungeranno altri personaggi del mondo dell’enterteinment di cui la nazione è piena.