Dialogare con i sordi è possibile

Sergio Barletta

Oggi, in qualità di componente del Comitato Provinciale di  Salerno della FAND ( Federazione Associazioni Nazionali Disabili) che raggruppa,  Unione Italiana Ciechi, Ente Nazionale Sordi, Associazione Nazionale Invalidi Lavoro, Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili e l’Unione Nazionale Mutilati ed Invalidi per Servizio Istituzionale, rivolgo l’attenzione ad una disabilità che definisco invisibile ovvero ” Sordità”. Spesso, incontriamo delle persone che, solo dopo avergli rivolto qualche domanda senza risposta, ci accorgiamo che sono non udenti. A tal proposito,  ritengo che ponendo in atto alcuni consigli è possibile dialogare con i sordi con pochissime difficoltà. I consigli, che seguono sono stati resi noti da esperti di comunicazione con persone con disabilità. Innanzitutto,è importate evidenziare che primo, molti sordi  comprendono leggendo sulle nostre labbra,  pertanto: a) non parlare se non ti guarda, se necessario attirare la sua attenzione con un gesto prima di parlare; b) in una riunione, una conferenza ecc,. fare in modo che il sordo sia ben piazzato. In classe il bambino sordo, o che non sente bene, deve essere messo nelle prime file; c) mettersi di fronte a lui in modo da presentare il proprio viso in piena luce; d) non tenere in bocca la sigaretta o altro, né coprire la bocca con la mano, mettersi alla loro  altezza, specialmente se si parla con un bambino, articolare bene le parole, senza esagerare, senza gridare e parlare lentamente. Secondo, Un sordo protesizzato non è come un dente. Infatti, la protesi acustica non fa miracoli. La comprensione del linguaggio esige una lunga e difficile rieducazione , la protesi aiuta il sordo fornendogli dei buoni riferimenti, ma la lettura labiale resta sempre un complemento necessario. Terzo, seguire una conversazione per il sordo rappresenta sempre uno sforzo pertanto è opportuno inquadrare brevemente l’oggetto del discorso per orientare l’ interlocutore ad esempio domani, il tuo bambino, le vacanze, il lavoro, lo sport ecc; un sordo segue difficilmente una conversazione senza interprete. Si stanca facilmente. Quarto, spesso il sordo manca di vocabolario, non conosce tutti i modi di dire, non riconosce tutte le tue parole quindi concentrare  frasi brevi, corrette, semplici e possibilmente in forma diretta evitando di  parlare in modo confuso o  in dialetto, se non siamo  comprensibili, bisogna ripetere e, se  occorre cercare un’altra parola che abbia pressappoco lo stesso significato, un altro giro di frase. Se necessario, aiutare  la conversazione con qualche gesto, con una parola scritta. Il sordo si trova facilmente isolato tra gli utenti e troppo spesso ha “impressione di essere rifiutato”. In conclusione, ritengo che ponendo in atto questi piccoli ma significativi consigli, riusciremo a dialogare con i nostri amici non udenti.