Pesticidi dannosi: l’appello degli scienziati del Cnr del 2005

 

Un tributo annuale alla famosa ecologista, scienziata e scrittrice Rachel Carson (1907, 1964), della quale ricordiamo il toccante saggio del 1962 “Primavera silenziosa”. In questo lavoro la Carson rappresenta, per la prima volta, l’effetto devastante sull’ecosistema dello spargimento di pesticidi su vaste aree. Questo saggio, nel tempo, è diventato un manifesto del movimento ecologista, anche perché in esso si indicano processi naturali (e non chimici) per le disinfestazioni da insetti dannosi all’agricoltura o pericolosi per l’uomo, quali le zanzare.  La Carson è un esempio di scienziato-scrittore, la cui opera è stata osteggiata dai poteri forti e dalle multinazionali che, all’epoca, producevano e commercializzavano quei veleni chimici che anche noi, credendo di stare a passo coi tempi, abbiamo utilizzato nelle nostre case, mentre nei terreni agricoli stavano scomparendo le lucciole, innocui e bellissimi insetti, le cui pulsazioni luminose rallegrano i campi nelle sere d’estate. Le lucciole sono solo una parte delle vittime locali dello spargimento di “veleni”. Le ragioni sono le seguenti: i territori del Vallo di Diano, una volta completamente bonificati e resi irrigui dal Consorzio di Bonifica con metodi tradizionali, adesso sono oggetto di devastazione cementizia (leggi abusivismo) e di degrado ambientale. I corsi d’acqua non contengono se non forme di vita particolarmente resistenti agli inquinanti, quando non sono completamente privi di fauna acquatica, come nel caso del Cavarelli di Sassano, fiume devastato da ripetute morie di pesci; sono pressoché scomparse le rane e, prima di tutti, i piccolissimi pescetti mangia-larve (gambusia affinis) introdotti nel Vallo per ridurre in modo drastico la presenza delle zanzare nei rivoli della parte più umida della vallata. Ancora oggi questi pesci vengono utilizzati nelle risaie del Pavese per tenere sotto una soglia minima il numero di questi fastidiosi e pericolosi insetti. Lo scorso anno il nostro territorio ha anche conosciuto una moria di rondini. Non si è mai conosciuta la causa della morte di questi eleganti uccelli, utili proprio nella lotta contro le zanzare.E mentre altrove si ricerca un modo naturale per affrontare e risolvere il problema, nel nostro Vallo ciò non viene fatto, anche perché, da molto tempo, il territorio è oggetto di politiche ambientali inesistenti o inconcludenti, se non, a volte, sconsiderate. Si costruiscono infatti zone industriali su siti di pregio ambientale con il silenzio connivente di tutte le istituzioni. Due esempi eclatanti: la zona industriale di Sassano e quella di Teggiano sorgono a soli 5 Km di distanza tra loro, rispettivamente, sul sito del boschetto paleo-palustre e sull’areale della cicogna. Questi due luoghi sono stati definiti di “pregio ambientale” dalla delibera della comunità Montana del 13 febbraio 2003 recante indicazioni sulla destinazione d’uso del territorio. E chi se ne frega? Quale politico locale ha mai preso posizione su questa palese assurdità? Silenzio, silenzio, solo silenzio! Così nel caso dell’inchiesta Chernobyl: silenzio, la parola d’ordine; tanto la gente dimenticherà che i nostri terreni sono stati “visitati” dai rifiuti tossici della camorra.Gli scienziati del CNR quattro anni fa (2005) hanno diramato un comunicato contro le pratiche di disinfestazione su vaste aree dannose alla salute dei cittadini e all’ecosistema. Facciamo allora anche noi un appello all’ASL della Provincia di Salerno perché si investa sulla salute dei cittadini, piuttosto che sui pesticidi.

 

Il Responsabile della sede CODACONS di Sala Consilina, dott. Roberto De Luca

2 pensieri su “Pesticidi dannosi: l’appello degli scienziati del Cnr del 2005

  1. E’ raro che un libro riesca a modificare il corso della storia, eppure questo saggio è riuscito a farlo. Rachel Carson previde con forte anticipo sui tempi gli effetti delle tecniche impiegate in agricoltura, dell’uso degli insetticidi chimici, e di sostanze velenose, inquinanti, cancerogene o letali, sull’uomo e sulla natura. Dopo la pubblicazione dell’opera, il DDT è stato vietato e si sono presi una serie di provvedimenti legislativi in materia di tutela ambientale. “Primavera silenziosa” dimostra che esistono varie alternative all’avvelenamento del pianeta da parte delle industrie chimiche, e che il lavoro congiunto di entomologi, patologi, genetisti, fisiologi, biochimici suggerisce soluzioni biologiche, basate sulla conoscenza degli organismi viventi. Il libro rappresenta la confutazione dura e scientifica all’uso dei pesticidi clorurati in agricoltura, non degradabili e capaci di disperdersi nel suolo, nelle acque sotterranee, nel mare. I pesticidi, venendo assorbiti dall’erba e dagli animali, passano nel cibo, nel latte alimentare e anche in quello materno, intaccando e contaminando l’intera catena alimentare, ovunque.
    Nell’introduzione alla ristampa di “Primavera Silenziosa”, nella collana Universale Economica della Feltrinelli, il Vice Presidente degli Stati Uniti, Al Gore, scriveva: “Per chi ricopre una carica pubblica elettiva scrivere di Primavera silenziosa è un’esperienza umiliante; il libro di Rachel Carson, pietra miliare dell’ambientalismo, è la prova innegabile di quanto il potere di un’idea possa essere di gran lunga più forte del potere dei politici… Il ritratto di Carson è appeso alla parete del mio ufficio a fianco di quelli dei leader poltici e dei ministri. C’è stato per degli anni e quello è il suo posto. Carson ha avuto su di me altrettanta se non più influenza di ognuno di loro e, forse, più di tutti loro messi insieme…”

  2. Ho letto anch’io il saggio “Primavera Silenziosa” e posso confermare quanto scritto da Raffaele Grimaldi. Non è uno scritto di facile lettura. Eppure, la prosa asciutta della Carson, che deve fornire prove di ciò che afferma, non stanca chi è appassionato di temi ambientali. Importante quanto affermato nella prefazione del premio Nobel Al Gore.
    Ringrazio De Luca per la coraggiosa testimonianza su quanto di assurdo sta avvenendo nel Vallo di Diano. E’ probabile che egli resti ancora per molto una voce isolata. Ma quanta tristezza in quelle righe!

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