Provincia: il PdL e la politica

Aldo Bianchini
Ieri avevo scritto nell’articolo dal titolo “Provincia: la prima del Presidente” (a pag. 1 di questo quotidiano) che “qualcosa è cambiato…questo  Consiglio sembra decisamente più politico del precedente; frutto dell’opera della minoranza che ha una caratura sostanzialmente più politica delle minoranze del passato”. Devo ricredermi, è vero che qualcosa è cambiato ma è frutto anche, se non soprattutto, dell’intelligente lavoro della maggioranza ben guidata ed orchestrata dal coordinatore provinciale del PdL Antonio Mauro Russo che nel corso della seconda giornata del 1° Consiglio Provinciale dell’era Cirielli è stato sempre lì, in prima fila, attento nell’osservare e deciso nell’intervenire senza sbagliare un solo colpo cercando di rimanere sempre nell’ombra come il suo ruolo impone. Come quando attivamente ha disciplinato l’irruente inesperienza di molti consiglieri ed ha abilmente suggerito a tutti di votare compatti per il vice presidente Rocco Giuliano (PS) ottenendo due risultati immediati: imbambolamento della minoranza con rinuncia al mandato e possibilità di nominarlo, in seguito, addirittura tra le proprie file. Poco prima era passata con semplicità l’elezione del presidente Eva Longo (21 a 12 il risultato), fortemente emozionata nei primi atti del suo mandato; il giudizio su di Lei è ovviamente sospeso; vedremo in seguito. Un fatto è certo: una cosa è fare il sindaco, altro è governare un’assemblea provinciale seriamente politicizzata. Completamente svanita, invece, la temuta “missinizzazione” del Consiglio; devo ricredermi anche su questo e dare pienamente ragione al lettore “Lupo solitario” che in un lungo commento all’articolo cui facevo cenno in apertura ha spiegato, senza mezze misure, qual è il senso dell’essere missino e perchè nessuno dei presenti in Consiglio può più vantare questo “logo di verginità” tanto caro a tutti gli aderenti alla vera destra. Per quanto attiene il programma (punto 5 dell’ordine del giorno), caro prof. Carbone, il Presidente ha promesso una seduta monotematica (la prossima) del Consiglio provinciale per dare alla minoranza ogni possibilità di studiare il documento e, poi, di intervenire. Dissento da “Lupo solitario” per la sua perplessità sulla durata della giunta; professore durerà, vedrà come durerà per ben cinque anni. Qui nessuno vuole andare a casa, mi creda.  Io che amo commentare, e non riportare notizie e notiziole da gossip, devo essere sincero e dire che la  minoranza (come ama chiamare l’opposizione l’ex presidente Villani) ha avuto ragione ad intestardirsi sull’art 12bis del Regolamento, quello che prevede la revoca o la sospensione temporale dei “nominati nelle società miste” per esigenze presidenziali (una cosa importantissima che nessun giornale ha riportato!!!); non mi sembra un “disposto” molto democratico (ancorchè aggiunto alla chetichella come sostiene la minoranza) in quanto condiziona inequivocabilmente l’azione di rappresentanza amministrativa a vantaggio della politica. Un nominato o è di fiducia o non lo è; e allora, con coraggio, la maggioranza non approvi questa norma che conferisce al Presidente poteri che potrebbero anche sforare i codici esistenti. Altro fatto importante di ieri è l’aver approvato anche la linea per la “definizione dei criteri generali in materia di ordinamento e dei servizi”. Davvero molto vasta questa materia che dovrebbe dare alla giunta Cirielli la chiave per andare avanti per meritocrazia e non per nomine politiche o carrieristiche. Una decisione, secondo me, va presa subito; a cominciare dal segretario generale non apparso nelle migliori condizioni di fornire all’assise le spiegazioni tecniche e regolamentari richieste (è dovuto correre in suo aiuto il bravo assessore Bellacosa), per finire all’ultimo degli uscieri. Tutti devono capire che è finita un’epoca e ne è cominciata un’altra; e questo l’ha capito, forse, solo Antonio Mauro Russo. Ma lo deve capire anche il Presidente che non può utilizzare i suoi consulenti privati (Marco Galdi, ndr.) chiamandoli continuamente alla sbarra di un’assise che è pubblica e deve rimane intatta nella sua sacralità; insomma sul banco del Presidente e degli assessori, durante, i consigli, signor Presidente non deve salire nessuno. Alla prossima.

2 pensieri su “Provincia: il PdL e la politica

  1. Credo che il Consiglio Provinciale sia svuotato di presenze femminili. In tema di meritocrazia, sarebbe opportuno dare maggiore risalto a coloro che si sono impegnati in prima persona nelle realizzazione del progetto Provincia.

  2. E chi è Antonio Mauro Russo… un oracolo???
    Ma se io a soli 30 anni ho il doppio della militanza di lui…

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