De Luca-Conte = Cirielli-Memoli

Aldo Bianchini

La storia è sempre la stessa. Per riconoscerla Carmelo Conte, forse, impiegherà altri quindici anni così come ha fatto con la “illegalità diffusa” ai tempi del “suo personale impero”. La storia, insomma, si fonda sui tre punti evidenziati da Conte (leggasi “Il Mattino” del 22 giugno 2009) che nell’analisi della sconfitta del centro/sinistra del 6-7 giugno le ragioni vanno ritrovate nello sfondamento elettorale del centro/destra, nel verticismo nella gestione degli Enti pubblici locali e nella mancanza di un gruppo dirigente autonomo. Conte non cita il quarto punto, quello a mio avviso più significativo, in quanto sfugge sia alla sua analisi che a quella del suo avversario De Luca e che ha prodotto e produrrà la conclusione dei rispettivi cicli di governo. Parlo della leadership. Conte e De Luca non sono stati e non sono veri leaders, sono stati e sono semplicemente dei personaggi dotati di un forte carisma. E’ tutta qui la differenza. Il leader riesce sempre a rimandare ai posteri le proprie idee attraverso i suoi cosiddetti “delfini”; attraverso cioè una “classe dirigente” non surrogata e capace (come dice Conte) di governare i processi e non le persone. Quello che oggi Carmelo Conte attribuisce a Vincenzo De Luca lo ha fatto Lui per primo. Ecco perchè Conte è caduto rovinosamente, ecco perchè De Luca cadrà rovinosamente: per laloro incapacità di creare una classe dirigente. Detto questo mi preme passare all’analisi dell’equazione proposta nel titolo di questo articolo. Se Conte e De Luca sono stati e sono due personaggi carismatici, capaci comunque di aprire un ciclo di governo, gli altri due, Cirielli e Memoli, saranno su fronti opposti un conquistatore e un uomo libero. Oggi intendo parlare soprattutto di Salvatore Memoli che, con le sue recenti dichiarazioni sui “boiardi ai vertici delle miste” ha scoperchiato la pentola e riproposto (almeno un giorno prima di Conte!!) il problema del “surrogato di gruppo dirigente” di cui nella lunga premessa. Diverse persone, conoscendo la mia antica e solida amicizia con Salvatore mi hanno interpellato telefonicamente per dirmi: “Ma  Salvatore che fa, ha preso un colpo di sole?”. A tutti ho semplicemente risposto che Salvatore Memoli è sempre stato un uomo libero, con le proprie idee e che è fatto così. Prendere o lasciare. Insomma Memoli appartiene a quello sparuto gruppo di persone che possono tranquillamente anche sposare un progetto ed autoproporsi (leggasi “presidenza commissione trasparenza) ma senza mai perdere la propria libertà di critica costruttiva. Se nella battaglia appena aperta vinceranno i boiardi (yesman) delle miste il baratro sotto i piedi di De Luca è bello e pronto, se invece vincerà Memoli potrà essere il segno di una inversione di marcia che, al momento in cui scrivo, cammina veloce e va incontro ad una nuova batosta per il CSTP. Saper scegliere le persone che devono sostenere e portare avanti un progetto, ripeto, è il segno della lungimiranza di un politico di rango. Conte si fidò dei boiardi e massacrò gli uomini liberi, De Luca da molto tempo si è avviato per la stessa strada. E Cirielli cosa sta facendo? Dalle prime mosse sembra si stia muovendo lungo la strada delle vendette, senza regole precettizie prima di quelle programmatiche. E con il siluramento di Delli Santi (nominato dopo una lunga battaglia tra Conte-De Luca e Villani) fa capire anche Lui di preferire i boiardi. Ma questo lo esamineremo nel prossimo articolo.