Il riflesso della luna

 Giovanna Rezzoagli

C’era una volta una bambina che amava la luna. Fredda e silenziosa, faceva brillare come diamanti preziosi le gocce di pioggia che scivolavano piano sulle foglie degli alberi in giardino. Quella bambina guardava le gocce che cadevano e si mescolavano sull’erba e pensava che non vi era nulla di più bello della luce della luna quando faceva capolino dalle nuvole dopo la pioggia. Tutto, illuminato dalla luna, acquisiva una vita nuova. Quella bambina aveva imparato a voler bene alla luna perché spesso, quando era molto piccola il suo papà la portava a cavalluccio le sere d’estate e le diceva di allungare la mano, che avrebbe potuto toccare la luna. Oggi nelle nostre grandi città la luna si vede poco e la sua luce è offuscata da quella dell’illuminazione artificiale, ma i bambini sognano sempre, sono i genitori che non sempre hanno voglia di far sognare. Si corre di giorno e alla sera si è tanto stanchi che quasi non ci si rende conto che un altro giorno è passato. Un giorno in cui qualcuno avrà sorriso per un grazie ricevuto, qualcuno avrà pianto per uno schiaffo in pieno viso. Ci sarà stato chi avrà ricevuto e chi avrà donato. In tanti avranno nutrito aspettative, altri speranza. Alcuni avranno iniziato la loro vita  ed altri avranno concluso la loro strada. In tanti stasera, ora che la luna sarà alta nel cielo, saranno davanti alla televisione o davanti allo specchio  pronti per uscire. Stanotte molti si addormenteranno tranquilli, altri dopo aver versato tutte le loro lacrime. Alcuni lavoreranno ed altri sogneranno. Io guardo ancora la luna, a volte da sola, a volte amo guardare il suo riflesso negli occhi di mio figlio. Penso che la luna che vedo è la stessa che anni fa cercavo di prendere seduta sulle spalle di mio padre. Forse io sono quella bambina, certamente la luna è la stessa, tutto il resto è cambiato per sempre.