Referendum, questo sconosciuto

di Rita Occidente Lupo

Referendum volutamente enigmatici? Interrogativo ancora insoluto. Strumenti che tastano il polso democratico. Dopo aver chiamato i cittadini ad optare per monarchia o repubblica, il sì e no sul divorzio nel ’74. Un esodo massiccio alle urne, senza precedenti. In nome di una libertà di coscienza per alcuni. Di un rigore etico, da far rispettare, per altri. Solo dopo 7 anni, l’aborto inquietante ancora una volta le coscienze. Bimbi mai nati, testimonial di crimini contro la vita. Anche questo, promosso. Il quorum, trampolino di lancio, soddisfatto. Per gli altri, a mosaico, un grosso flop. Un po’, perché poco coinvolgenti la massa. Un po’, perché cavillosamente arzigogolati. Solo per leggere il testo legislativo, tempo! E capacità d’entrare nello specifico della materia. Più comodo disertare le urne. In barba ai milioni previsti per le spese elettorali. Anche quello del 21 giugno, coincidente con ballottaggi locali, un rebus. Articolato in tre quesiti, sulla legge elettorale, poco compreso. Di secco, solo il sì o il no. Tutto il resto, premio di maggioranza, gruppi politici, presenza parlamentare su più circoscrizioni, farraginoso. Cervellotico. A dispetto della sintesi esplicativa in un rigo, anzichè in una pagina. L’estate saluta il suo ingresso, l’aria di vacanze folleggia, lo stress esige il relax della domenica…le urne probabilmente piangeranno schede. Al di là della maggioranza, già spaccata a riguardo, se non si raggiungerà il quorum, stanchezza elettorale. Già così marcata alle europee. L’abulìa assedierà le urne referendarie. Poco caute nel portare avanti cause, scevre dal coinvolgimento diretto del cittadino, dal di dentro del momento democratico. Sviscerare le ricadute sociali dell’azione di voto,  invoglierebbe al voto, per antonomasia asciutto. Invece, a secco, solo l’assenso o il diniego, nelle scarne urne, orfane di schede.