Da Bingo Bongo, a Natasha

di Rita Occidente Lupo

La bimba-animale.  A Cità, nella Siberia orientale, ai confini della Mongolia, cinque anni cresciuti tra cani e gatti. Natasha, tra squallide pareti, carenza totale d’igiene e  noncuranza genitoriale. Come un cagnolino, linguaggio solo animale. Assistenza medica e psicologica, dall’istituzione pubblica, tenteranno di porre una toppa, per così dire, al danno finora provocato. Incredibile! Da film. Bingo Bongo. La bimba russa, salta ed abbaia. La scoperta sensazionale da parte dell’antropologa del supermolleggiato. Rieducato alla società civile. Peccato che non ci sia sua ombra nei palinsesti Rai autunnali, così come da lui stesso anticipato mesi fa. Problemi di cachet diatribano la sua assenza. Celentano in Bingo Bongo, superò se stesso, in un’interpretazione accattivante a tutte le fasce d’età. La famigliola di scimpanzé, tra banchetti ed inganni del tempo libero, compagna dell’avventura riabilitativa nel mondo umano. Il caso della piccola Natasha,  tra note allertanti. Ultimamente, sempre più spesso in ballo le teorie darwiniane. Con gl’interrogativi sui limiti dell’essere umano. E sull’ estrinsecazione della natura. Spazio solo alla dimensione istintuale? Uomini o caporali? Urlerebbe Totò! Uomini o animali?  Le Forze dell’Ordine, attonite dalla scoperta sensazionale. Per pura casualità, nella foresta, laddove gli arbusti intricano il passaggio. Occorrerà verificare la riabilitazione della piccola: fino a che punto vincente sull’approccio rudimentale, ricevuto nei primi momenti evolutivi. Drammatico il ruolo dei genitori. Sebbene ancora giovani, la piccola affidata al mondo animale. E l’asfissia igienica domestica per anni. Genitori solo all’anagrafe!