Bollettini Postali: ANTITRUST, a tutela del mercato

 

Sergio Barletta

Negli ultimi tempi, spesso abbiamo parlato dei continui disservizi postali e nello specifico nel mancato recapito della corrispondenza. Anche questo mese purtroppo ho pagato la rata del mutuo con qualche giorno di ritardo, nonostante l’Ente impositore avesse consegnato regolarmente gli avvisi di pagamento alle Poste Italiane. Le giustificazioni, a questo grave problema del mancato recapito della corrispondenza sono tante e tutte inaccettabili. Oggi, comunque non parleremo del servizio corrispondenza bensì di Bancoposta e, precisamente di bollettini postali in quanto, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 23 aprile 2009, ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se Poste abusi della propria posizione dominante nel settore dei servizi di incasso e pagamento, escludendo lo sviluppo di modalità alternative offerte da altri operatori e applicando condizioni contrattuali eccessivamente gravose nei confronti degli utenti finali.
Secondo l’Antitrust Poste Italiane detiene, nel mercato dei servizi di incasso-pagamento sostituti dei bollettini postali, quindi comprensivo oltre che dei bollettini postali anche del MAV e dei bollettini bancari ‘freccia’, una quota di circa il 90 %, quota che resta comunque superiore al 50-55% anche se si considerano i servizi di incasso-pagamento ricorrenti (RID). Proprio grazie a questa posizione dominante, Poste Italiane sarebbe in grado di applicare condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose agli utenti finali che devono pagare i bollettini postali, scaricando su di loro commissioni relative a servizi resi ai beneficiari dei pagamenti quali la rendicontazione: per chi incassa, in particolare le aziende erogatrici di servizi come luce, acqua e gas, ma anche Pubblica amministrazione e Enti locali, Poste Italiane prevede infatti l’applicazione di commissioni di incasso anche nulle, facendo invece gravare su chi effettua il versamento, una commissione di pagamento pari ad 1,10 euro a bollettino (nel caso di pagamento allo sportello). A queste condizioni i soggetti che devono incassare sono ovviamente disincentivati dal ricercare strumenti di incasso alternativi e competitivi sul mercato di natura bancaria-finanziaria. Il potere di Poste Italiane di determinare gli standard del bollettino postale, escludendone l’interoperabilità al di fuori della rete postale, ostacola, d’altra parte, lo sviluppo di modalità di pagamento alternative offerte da altri operatori: la mancata indicazione dell’IBAN sul bollettino postale, espressamente esclusa da Poste Italiane, non permette ad esempio, modalità di versamento sul conto corrente postale del beneficiario, attraverso il sistema interbancario, a condizioni meno onerose per l’utente. In conclusione, mi auguro che l’Autorità Garante faccia chiarezza e trasparenza e qualora ravvisi qualche inadempienza da parte di Poste Italiane intervenga a tutela della trasparenza e tutela dei cittadini.