Salernitana:Lombardi deve decidere, espellere chi rema contro

 

 

Maurizio Grillo

La Salernitana resuscita anche il Rimini. La squadra di mister Selighini, in crisi di risultati, in piena zona play-out, ha avuto l’impennata giusta coi granata, così come è successo ad altre squadre in precedenza che li hanno incrociati sul proprio cammino. Eppure al “Romeo Neri” l’inizio di gara lasciava ben sperare con la formazione di Brini, in grado di prendere in pugno le redini dell’incontro. Ma come spesso accade, quando si fa molto fumo e poco arrosto, gli avversari prendono coraggio e basta arretrare un pò il baricentro del gioco per far ritrovar loro fiducia nei propri mezzi. Nel primo tempo si avvertiva già qualche fischio dei sostenitori locali ad accompagnare le (poche) azioni inconcludenti della squadra di casa. Poi quella distrazione difensiva, l’ennesima di questo campionato, ed ecco che anche la più disastrata delle formazioni si trasforma d’incanto nel Manchester United di turno. E’ quello che succede sistematicamente alla Salernitana in questo torneo. Quando si prendono spesso gol su palla inattiva, quando si sbagliano reti a colpo sicuro, più che errori del tecnico (chi non dà istruzioni in merito?) si deve parlare di errori dei singoli, di non adeguata concentrazione, tutto ciò che riguarda il DNA di una squadra, evidentemente costruita male. Quando si commettono errori in quel modo possiamo spiegarcelo solo così e non vogliamo immaginare altro, anche se il comportamento di alcuni giocatori fa di tutto per farci pensare il contrario. Nell’ultimo editoriale abbiamo sottolineato che Brini, nel suo interesse, non deve ricevere condizionamenti da nessuno, nè da presidente, direttore generale e soprattutto da calciatori. Così come abbiamo ribadito che gli stessi devono mettere da parte le loro gelosie e incomprensioni per un interesse superiore che riguarda l’intera città di Salerno, oltre ai suoi tifosi. Ebbene, ci auguriamo che ieri siamo stati battuti per (ennesimi) episodi sfortunati e non ci sia nient’altro dietro la sconfitta, tra l’altro determinante, per la rincorsa alla salvezza. Altrimenti va ricordato che proprio qualche anno fa il tanto “amato (o odiato)” presidente Aliberti, a poche giornate dal termine del campionato con la sua squadra in piena lotta per la retrocessione, prese una decisione importante che ancora oggi a pensarci risulta incomprensibile (almeno in via ufficiale): giocatori del calibro di Bogdani e Bombardini messi fuori rosa fino al termine del torneo.Allora risultò una pazzia per i tifosi, che non condivisero il provvedimento del patron granata. Non consigliamo a Lombardi di emularlo, ma di riflettere su quanto accaduto a Rimini e in partite precedenti e se è il caso, piuttosto che retrocedere malinconicamente è preferibile farlo (facciamo i dovuti scongiuri) con calciatori che lottano. D’altronde con l’Albinoleffe non erano in campo molte cosiddette riserve?