L’on. Picierno:solidarietà a Palmesano per una libera informazione

 Ho deciso di rispondere pubblicamente all’appello accorato che ci ha rivolto Enzo Palmesano, giornalista libero in terra di camorra, pubblicato da Articolo 21. Enzo Palmesano è impegnato da tempo, e spesso in solitudine, a denunciare la criminalità e i suoi legami con la politica e l’economia in quella che viene chiamata “la Svizzera dei clan”, nella provincia di Caserta. Nel tempo si sono susseguite le minacce e le intimidazioni nei suoi confronti e in quelli della sua famiglia. L’ultimo attentato, il 23 febbraio scorso, in seguito agli arresti scaturiti da un’indagine sul clan Lubrano-Ligato, cui Palmesano ha contribuito esponendosi in prima persona con inchieste e denunce.Ho voluto rispondere che “Quanto accade richiama ognuno alla propria responsabilità: chi è impegnato nelle istituzioni deve richiamare lo stato a un’incessante lotta contro tutte le mafie, deve ancora dare coerenza e continuità alla propria azione; la società civile deve respingere il silenzio, combattere la solitudine, che sono le armi insidiose di chi ti vuole far tacere.”Un ruolo centrale spetta ai media, nel difendere il nostro diritto costituzionale a una libera informazione. Per questo, nell’esprimere a Palmesano tutta la mia solidarietà “mi impegnerò da subito per portare all’attenzione delle Istituzioni la questione del rapporto tra informazione e lotta alla criminalità e chiedo agli amici  di Articolo 21 di mobilitarci insieme, per organizzare una giornata di riflessione comune e di solidarietà nei tuoi confronti, per l’impegno che da tanti anni porti avanti, spesso in solitudine”.

Caro Enzo Palmesano,

 

 

 

 

ho appreso dell’appello che rivolgi al Paese e al mondo dell’informazione, nel quale denunci la situazione in cui ti trovi, frutto unicamente della tua professione, della tua onestà, del tuo impegno come cittadino, prima ancora che come giornalista.Non si può restare in silenzio di fronte alla condizione d’isolamento nella quale ti vuole la camorra, per ucciderti, prima ancora che fisicamente, nella tua possibilità di denunciarne i crimini e la sofferenza che causano alla nostra Terra.Quanto accade richiama ognuno alla propria responsabilità: chi è impegnato nelle istituzioni deve richiamare lo stato a un’incessante lotta contro tutte le mafie, deve ancora dare coerenza e continuità della propria azione; la società civile deve respingere il silenzio, combattere la solitudine, che sono le armi insidiose di chi ti vuole far tacere. Ma la tua vicenda richiama alle proprie responsabilità anche il mondo dell’informazione, dei media, che troppo spesso non danno la giusta centralità al tema della lotta alle mafie. Ogni giornalista, ogni organo di informazione in tutta Italia,deve sentirsi in prima linea, perché le mafie sono un problema dell’intero Paese. La tua vicenda ci chiama tutti ad agire non solo contro le mafie, ma per affermare con forza i nostri diritti costituzionali, fra cui quello fondamentale della libertà d’informazione. Ti esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza, mi impegnerò da subito per portare all’attenzione delle Istituzioni la questione del rapporto tra informazione e lotta alla criminalità e chiedo agli amici  di Articolo 21 di mobilitarci insieme, per organizzare una giornata di riflessione comune e di solidarietà nei tuoi confronti, per l’impegno che da tanti anni porti avanti, spesso in solitudine.Nella speranza che questo piccolo contributo porti in tanti a mobilitarsi e a farti sentire tutta la nostra stima e vicinanza,

ti abbraccio

 

Pina Picierno