Nella Spagna di Zapatero anche i trans nelle Forze Armate
La progressista Madrid amplia le fila delle Forze Armate anche ai trans. Un vero e proprio scoop per le carriere dei più grintosi maschilisti in uniforme. La divisa, come detta l’anagrafe. Tant’ acqua sotto i ponti. Da quando occorreva essere severamente a posto nel fisico. Apparato genitale compreso. Con il sesso ben determinato. Il Ministro attuale della Difesa, nella terra dei matador, vara una riforma stagionata da un ventennio. Che già aveva lasciato l’amaro in bocca a chi si sentiva votato all’uniforme. Aitor, la bimba cresciuta, grazie alle cure ormonali, mascolinamente, ha registrato la sua sconfitta. Ormai fuori età, per un pelo, per entrare nelle Forze Armate. Ma non è detta l’ultima parola. I sogni nel cassetto, a volte traducono realtà. E così, picconate alla legislatura, ricorsi vari, per poter finalmente specchiarsi in divisa. In merito alle perplessità sul reparto, sulle stanze e sui servizi da usare…il sesso sul documento identitario. Per i trans, non più tabù. La Spagna, con quest’ennesima riforma, recide nettamente i pregiudizi epocali. Anche se non mancano critiche al caso. Di solito, il Corpo Armato vuol essere un esempio di rigida disciplina, di correttezza militare, di servizio al Paese attraverso determinate mansioni. L’eccessivo permissivismo, così appare l’atteggiamento spagnolo, rischia di confondere e di voler a tutti i costi imporre la diversità anche negli ordini militari. Tra i graduati, senza alcuna distinzione di sorta, i transessuali per mostrare che anche il sesso mix, può essere utile alla Patria. Già gli altri Paesi europei stan guardando con notevole reticenza e forti perplessità ad una legge che rischia di poter anche offrire il fianco alle spinte promiscue. La diversità, davvero in ogni salsa, issata quasi ad esempio. Le mode del tempo finiscono per farla passare liscia anche all’irregolare, alle storture. E se il mito Rodriguez Zapatero, ricovera sotto l’ala socialista i Paesi Baschi, la perdita della Galizia lo consapevolizza che, laddove esistono delle povertà, occorre rallentare il passo per la grossa crisi economica. E rimanere abbarbicati ad un minimo conservatorismo, che ancora dà alla gente la chiarezza e la speranza, che i valori possono ancora salvare la Nazione.