L’angolo della favola: la magia del bagno-cameretta

 

 

Claudio Rinaldi

C’era una volta un bambino di nome Edoardo che amava stare nel suo bagno per molte ore al giorno. La  sua mamma lo sgridava di continuo.“ Che fai tanto tempo chiuso nel tuo bagno?Devi uscire e frequentare gli altri bambini! Oppure, vai nella tu cameretta. ”Edoardo, un giorno, la guardò dal basso all’alto e rispose con voce debole:“ La mia cameretta è nel bagno. Non sono e, non lo sarò mai, come gli altri bambini.”“ La solita storia. Ci risiamo ”, sbuffò la sua mamma incrociando le braccia. “ Tu non capisci mamma ”, ribatté Edoardo prendendo coraggio.“ Cosa devo capire? Che nel tuo bagno c’è anche una cameretta e semmai arredata secondo i tuoi gusti? ”“ E’ proprio così! ”, sottolineò Edoardo.La sua mamma non replicò a quella affermazione e si allontanò per rientrare in cucina. Il bambino si chiuse nel suo bagno. All’improvviso una intensa luce color dell’arcobaleno s’impadronì di ogni centimetro del bagno. Edoardo incominciò a sorridere: sapeva, in cuor suo, che non era un sogno ma la realtà. Trascorsero alcuni minuti ed il bagno si trasformò in una cameretta con un lettino di ferro battuto color dell’autunno, una scrivania color dell’inverno, una libreria color della primavera e le mura con i colori dell’estate. Edoardo incominciò a sfogliare qualche libro. Magicamente alcuni personaggi delle storie contenute nel libro si materializzarono davanti ai suoi occhi. Edoardo vide, per primo, un elfo che lo salutava roteando la sua testa a trecentosessanta gradi. Poi osservò un gigante che incominciò a mangiare le pagine dell’enciclopedia; uno gnomo che arricciava il naso farfugliando delle parole incomprensibili; un piccolo drago che non riusciva a sputare del fuoco ma solo dei banali colpi di tosse; un demone che abbassava lo sguardo perché era molto timido.“ Oggi a che giochiamo? ” chiese il bambino a quest’ultimo. Il demone rispose: “ Non al gioco di ieri dove si doveva mimare un angelo. Io non lo saprò mai fare.” “ Neppure all’altro gioco allora! ”, puntualizzò il piccolo drago. “ Qualche gioco? ” chiese Edoardo.“ A fuoco fuochino ”, rispose il piccolo drago tossendo per l’ennesima volta.“ Non voglio giocare allo scioglilingua! ”, urlò lo gnomo mentre il gigante continuava a mangiare le pagine dell’enciclopedia. “ A nascondino neanche a parlarne ”, affermò quest’ultimo. “ Vi piacerebbe giocare alla caccia agli elfi? ” chiese appunto l’elfo che fermò la sua testa ma in modo sbagliato: infatti il suo mento toccava quasi le sue spalle. “ Allora ci penseremo! ” tagliò corto Edoardo. Ad un certo punto alle sue spalle apparve una fatina con un abito color della neve e con i capelli color del cielo.“ Chi sei? Non ti ho mai vista prima ”, chiese con una grande curiosità.“ Sono la fatina del bagno-cameretta e sono qui per donarti il regalo più grande del mondo. ”Edoardo la guardò intensamente e si avvicinò bruscamente.“ Piano, piano ”, disse la fatina.“ Non c’è fretta. Hai aspettato tanto tempo, un attimo in più non cambierà il tuo regalo. ”“ Ma qual’é questo dono così prezioso? ” domandò il bambino.“ Farti continuare a giocare con loro, con la tua mamma  e con gli altri bambini”, rispose con un grande sorriso la fatina. Edoardo si rattristò. La fatina comprese il suo stato d’animo e lo invitò ad aprire la porta. C’era la sua mamma e molti bambini che avevano ascoltato ogni cosa dal momento in cui il bagno si era trasformato in cameretta. Si diresse verso suo figlio e si scusò con lui.“ Da questo momento anch’io trascorrerò molte ore nel bagno. ”I bambini corsero verso Edoardo e lo abbracciarono forte dicendo in coro:“ Tu sei come noi e lo sarai sempre!!! ”

 

 

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