Quote latte: il Ministro ombra Andria sdegnato

 
“Tutte le principali proposte di modifica al decreto legge sulle quote latte presentate in Commissione Agricoltura dai Senatori del Gruppo del PD sono state respinte dal Governo, che in questo modo non corrisponde alle aspettative del comparto interessato. Le modifiche minime accolte dal Ministro Zaia, infatti, lasciano irrisolte le problematiche sollevate a gran voce dal mondo produttivo e dalle rappresentanze regionali”. È quanto afferma a nome dei senatori del PD in Commissione Agricoltura Alfonso Andria, firmatario insieme a Leana Pignedoli, Maria Altezza, Maria Teresa Bertuzzi, Paolo De Castro, Roberto Di Giovan Paolo, Colomba Mongiello, Flavio Pertoldi, Nino Randazzo, di una nutrita serie di emendamenti che, se accolti, avrebbero apportato sostanziali correzioni al Decreto Zaia. La linea originariamente sposata dal PD era volta all’applicazione della legge vigente, la 119, che ha prodotto buoni esiti e che tra l’altro individua nelle Regioni gli organi deputati all’amministrazione delle quote dei rispettivi territori: il che avrebbe dovuto incontrare l’attenzione del ministro, particolarmente sensibile al tema del federalismo e del decentramento dei poteri, caro alla forza politica di cui è espressione. Il PD prende atto del parziale accoglimento di una sua proposta: aveva richiesto la soppressione della figura del Commissario straordinario, che ora viene individuata non più all’esterno ma tra i dirigenti del Ministero.”L’attuale formulazione dell’articolato, quando ormai la Commissione competente al Senato ha concluso il proprio lavoro e mentre l’Aula si appresta a discutere e poi a licenziare l’argomento – prosegue Andria –  evidenzia  che gli splafonatori avranno quote senza rinunciare ai contenziosi e, quindi, senza pagare prima le multe pregresse che hanno accumulato per non aver rispettato le regole; la modifica accolta dell’ordine di priorità di assegnazione delle quote comunque non garantisce gli affittuari, ovvero quanti hanno rispettato le regole. Infatti, l’aggiustamento che verrebbe apportato al testo originario del DL – precisa – accorperebbe gli splafonatori con gli affittuari di quota ma, così facendo, non accontenterebbe nessuno e sarebbe iniquo anche perché dai calcoli fatti la quota di tutti gli splafonatori e degli affittuari risulterebbe coperta al 70% rispetto alle esigenze”. “Il Pd al, contrario, aveva chiesto di portare gli affitti (tutti!… non il 70%) al 2° posto e gli splafonatori di pianura e zone svantaggiate al 3°”. Il PD osserva che “non è stata accolta la richiesta di far confluire in riserva nazionale le assegnazioni previste per i produttori con prelievo supplementare non versato fino alla definizione del procedimento di rateizzazione. Le quote vengono assegnate, quindi, senza la certezza dell’effettivo pagamento”. In conclusione i senatori del Pd concludono sostenendo che le risorse assegnate a sostegno del settore lattiero-caseario sono insufficienti rispetto alle quote acquistate (resta escluso chi ha acquistato le quote prima della legge 119/2003 2003-2004)e, soprattutto, penalizzano chi ha sempre operato nella legalità.