Sanremo senza risparmi!

di Rita Occidente Lupo

Conto alla rovescia per il Festival della Canzone nel mondo.59 candeline. Una manciata di ore, per applaudire l’accorsatissimo palco dell’Ariston, tra nuove e vecchie glorie. Gossip e banalità. Talento e moda. Ospiti d’eccezione ed abituè. Un Festival che registra polemiche, già sul nascere, sul cast conduttore, sulle modalità. E sui tariffari. Mai come quest’anno, infittite le querelle sui cachet dei singoli vip. Alla luce dell’austerity, bisturi del Paese, un giro di vite economica dovrebbe rasentare anche Sanremo.Dalle indiscrezioni trapelate, un’esosa cifra non al super Pippo, quest’anno a guardare, ma al direttore artistico Paolino Bonolis.  Profumato 1 milione € tondo tondo. Con l’inflazione che circola a piede libero, le pensioni che non soddisfano, le utenze che flagellano. Il ministro Tremonti col bilancino tra le mani, per far quadrare i conti: tanti euri in un colpo solo. Uno schiaffo all’economia italiana, una sventola mozzafiato, da rizzelare chi ancora vive in apnea per gli strattoni economici. Per il gentil sesso invece, la cifra cala vertiginosamente, rimanendo comunque d’ampio rispetto: 30.000 €. ad Alessia Piovan,  per la sua gentile concessione e ben 350.000€ all’ospite vip, Roberto Benigni. Anche per Gabriella Pession 30.000€, spicciolati dal salvadanaio. Infine, le coloratissime conigliette di Playboy: a loro 180.000€. Tra tanti ospiti, anche Annie Lennox, assente dalla kermesse da 17 anni. La sua voce stregante, insieme alla musica, già riscaldano con Why, la serata conclusiva. Se in apertura toccherà a Mina, tagliare il nastro dell’audience, per Maria De Filippi, un ruolo a parte. Per non essersi unita al coro degli accattoni. Insomma la first lady di Canale 5, con i suoi ragazzi, ha fatto intendere che Sanremo non è un business, ma una vetrina canora e di spettacolo. Occorrerà stavolta stare dietro a Bonolis, per cercare d’intuire se il cast, che ogni sera s’alternerà, sarà davvero una delle sue accattivanti trovate simpatiche, della serie il gioco vale la candela. Su Bonolis una concentrazione spettacolare, per il tentativo di rompere la tradizione. D’altronde ogni anno, Sanremo, tenta questa recisione, ma c’è sempre qualcosa che lo boicotta. O qualcuno, che non pensa affatto che la musica leggera debba essere sempre e comunque condita in ogni salsa per cinque interminabili serate. Non tutti riescono a tenere il ritmo. A reggere il passo. A rimanere incollati al piccolo schermo, per ore intere. Forse Sanremo dovrebbe fare appello anche alla pratica del buonsenso. Da Pippo Baudo, a Bonolis. C’era una volta il Festival. Quando la televisione ignorava sky, le fiction erano solo americane ed i salotti politici, elitari. Oggi Sanremo deve fare i conti con un pubblico che non può rimanere giornate intere a curiosare tra gli abiti Dolce&Gabbana in bella mostra e le ultime novità canore. Ogni cosa ha il suo tempo!Fuori dell’Ariston infiorato, un mondo collassato dall’economia, un’umanità che ancora brucia per debiti, una gioventù che attende lavoro. Sanremo. Una parentesi alla routine, un relax ai troppi problemi. Ma non uno sformato da servire in ogni salsa!