La crisi? A settembre!!!

 

 

Enzo Gallo

Una volta, quando la scuola era scuola, c’erano i famigerati esami di riparazione di settembre. Un metodo arcaico, ma efficace, per consentire un recupero a chi non raggiungeva la sufficienza in qualche materia ma non era così messo male da essere bocciato. Settembre è anche un mese particolare, è una specie di inizio anno dopo le ferie estive, una sostanziale ripresa di tutte le attività in attesa del rush finale del periodo Natalizio. Il prossimo settembre potrebbe avere connotati del tutto inediti. Sarà il mese nel quale la crisi che si è generata nel 2008 potrebbe manifestare tutti i suoi nefasti effetti. Questa  crisi del tutto eccezionale, qualcuno  ha fatto paragoni con il 1929, avrebbe dovuto essere limitata al settore della finanza, inquinato da un criterio simile a quello del Campo dei Miracoli della storia di Pinocchio; come in una mutazione genetica di un virus, ha finito per investire tutti i settori produttivi, che si sono lasciati distrarre dalla storiella che i soldi da soli producevano altri soldi. Il tutto condito da personaggi non sempre competenti e cristallini a capo di grandi aziende che hanno preso, e a volte preteso, stock option astronomiche e lasciato in braghe di tela le aziende che gestivano e i piccoli azionisti. La deflagrazione di questa miscela esplosiva, ha travolto inizialmente chi si era rifugiato in un castello di carte, leggi Lehman Brothers, e man mano si è estesa a tutti gli altri settori della produzione. In Italia le cose sembrano andare apparentemente in maniera diversa. La crisi sembra più invocata che reale, almeno per il momento. Sostanzialmente il Paese reale non rispecchia quello che si legge consultando e i dati statistici. Un debito pubblico abnorme unito ad un indebitamento delle famiglie e con una forte evasione fiscale, dovrebbe darci la fotografia di un paese sull’orlo del baratro. Invece i ristorati sono pieni, i Suv, sempre di più numerosi, scorrazzano intasando le città (a tal proposito personalmente ho compiuto un piccolo esperimento: mi sono fermato ad un incrocio cittadino, in zona semiperiferica, in un orario non particolarmente di punta. In 10 minuti ne ho contati ben 8!! N.d.A.). I beni di lusso hanno conosciuto una flessione ma non un crollo. Quale spiegazione dare? Molto semplice!! Il volano dell’economia è paradossalmente diventato l’evasione fiscale: solo chi può sottrarre in media oltre il 40% del reddito, che non viene versato allo Stato, potrà continuare a mantenere un tenore di vita pressoché simile a quello degli anni precedenti. Spendere e consumare, a meno che questo surplus non finisca sotto la mattonella. Questo concetto lo hanno capito un po’ tutti i governi, di tutte le epoche e di qualunque colore, tanto che nessuno si è mai prodigato a combattere con efficacia il fenomeno dell’evasione fiscale. A  provvedere al fabbisogno dello Stato c’è il debito pubblico, leggi titoli di stato, e il“parco buoi” dei lavoratori dipendenti, i quali pagheranno duramente anche questa crisi, che non hanno neanche lontanamente contribuito a creare. Oltre il danno, la beffa!! Il peggio, contrariamente all’idea di qualcuno che sorridente ce lo dice dalla Tv, non è alle spalle, ma  ancora deve venire!Questa crisi, che ha avuto origine nel secondo semestre del 2008, in realtà viene da molto più lontano e tutti hanno fatto finta di non accorgersene, non è detto che durerà fino al 2009, ma è molto probabile  che  andrà ben oltre: almeno fino al secondo trimestre del 2010. Purtroppo un sistema finanziario come il nostro, che, a dire il vero, ha permesso poco l’ingresso a questi prodotti “ scarsamente genuini”, deve alla fine fare i conti con una economia globalizzata dalla quale non si può sfuggire. La previsione che a settembre la crisi potrebbe far sentire il suo morso più duro, prende corpo da alcune considerazioni: gli acquisti Natalizi si sono spostati da un settore all’altro ma in sostanza hanno tenuto. Inserendo anche la stagione dei saldi si può arrivare, sullo slancio, fino a Pasqua. I beni di prima necessità, da molto tempo, stanno subendo una inesorabile contrazione nei volumi di acquisto. Dopo Pasqua, un primo colpo duro potrebbe giungere dal settore turistico. Per Italia, e soprattutto per il Meridione, è una voce fondamentale dell’economia. Negli altri Paesi quando c’è la crisi c’è la crisi, quindi dobbiamo aspettarci una prima forte flessione dei flussi turistici. Da qui a cascata sugli altri settori. Il tutto associato ad un nuovo crollo dei consumi. In estate potrà giungere il colpo di grazia: turismo pressoché fermo e nonostante i prezzi ribassati, (si spera!!), e tanto per cambiare una nuova e consistente stagnazione dei consumi. I tassi di disoccupazione rischierebbero di tornare ben oltre la doppia cifra percentuale, con le gran parte delle aziende in grosso affanno oppure già chiuse. Ci sveglieremo a settembre sostanzialmente con una crescita a saldo negativo, quindi forte recessione, probabilmente superiore al 3% del Pil.Per fronteggiare gli eventi fino ad ora si è visto poco: dopo mesi d’inutile immissione di liquidità, regolarmente bruciata dai mercati, si è finalmente deciso da parte delle Banche Centrali, buona ultima la Banca Centrale Europea, di ridurre i tassi di riferimento. Ma anche queste contromisure sono da considerasi tardive e di  scarsa efficacia. I tanto attesi “provvedimenti”, posti in essere dall’attuale governo, che sembra pensare a tutt’altro, si sono materializzati nella inutile social card e altre amenità prive di effetti duraturi: in pratica l’equivalente  di un ombrellino con il quale tentare ripararsi nel bel mezzo di un fortunale!Quali contromisure si potrebbero adottare? Innanzitutto occorrono provvedimenti tesi ad una maggiore re-distribuzione del reddito. Riduzione sensibile delle aliquote Irpef, soprattutto quelle medio-basse, e una reale lotta all’evasione fiscale. I benefici sarebbero più duraturi nel tempo e innescherebbero un circolo virtuoso in grado di far ripartire i consumi, con tutti i benefici che ne derivano.

 

 

 

5 pensieri su “La crisi? A settembre!!!

  1. Interessante, completo, esauriente, di agevole lettura, ma una domanda? Dietro il crollo di Wall Street c’è il crollo di una visione del mondo basata su valori effimeri come il denaro, che la svolta sia dare valore all’ambiente e all’umanità?

  2. Aggiungerei che questa crisi economica ha soprattutto radici culturali. Probabilmente il problema fondamentale non è legato solo al ‘volume’ dei redditi individuali ma anche a ‘come’ quei redditi vengono impiegati. Il consumismo ha dirottato gli acquisti sull’effimero ‘vendendolo’ per essenziale ed è difficilissimo tornare indietro dopo il sostanziale cambiamento dei costumi sociali indotto (a scopo di lucro) da pubblicità e tv trash. Così nessuno è disposto a rinunciare al comfort (ancorché effimero)anche se è un lusso che non può, o non può più, permettersi. Se senza battere ciglio si è disposti a spendere (per mangiare una sera) 20 euro in cambio di 4 pizze anzichè di 2 chili di carne (per mangiare più di una sera) è difficile comprendere veramente chi si lamenta. Fino a quando la gente continuerà a voler vivere al di sopra delle proprie possibilità, da questa crisi non si esce.

  3. Per Giovanna:

    Grazie per aver letto e per il commento.
    la risposta forse è sarà Barak Obama. Il verde, inteso come ambiente, sarà la sua parola d’ordine. li Usa non possono stare fuori dai giochi discorsi sui grandi temi.
    I disastri causati da W.Bush e dai suoi accoliti sono gravi e siamo andati vicino all’irreversibilità. La cosa buona è hanno fatto il loro tempo. a mai più rivederli.
    Non possiamo che sperare bene, anche se ci vorrà più di quattro anni per riparare.

    Per Giorgio
    Complimenti!!Hai colto in pieno il messaggio che c’è tra le righe.
    I soldi sono stati mangiati è normale che occorre un cambio di mentalità e di stile per affrontare i tempi bui che ci aspettano.
    Purtroppo sono del tutto inadeguate le contromisure messi in campo.
    Anche qui speriamo che il vento di Obama si porti via tutto il resto.

  4. Sono d’accordo con quanto dici , sicuramente una riduzione delle aliquote Irpef gioverebbe alle fasce deboli , ma credo anche che la politica debba rivolegere i propri sforzi per ricavare le necessarie risorse energetiche da fonti rinnovabili e quindi incentivare tutto ciò che serve per non dipendere dall’estero.

  5. Sono molto d’accordo con la tua analisi…..principalmente sugli aspetti che riguardano il sistema finanziario e mondiale che riteneva e ritiene ancora fondata (ahimè) la storiella che Tu hai citato. condivido anche il discorso sui beni lusso e sui consumi di cui anche Giorgio parlava….oggi infatti si ritiene un diritto, un’abitudine e una indispensabile necessità andare a” mangiare fuori” ( lo dice uno che gestisce anche un ristorante b&b http://www.villaavenia.com) mentre invece io credo che andare a “mangiare fuori” dovrebbe essere una occassione sporadica ma di qualità…in pratica meglio una cena al mese casomai in un ristorante di fascia medio alta che non 10′ volte o + al mese. Quando mi dicono: ” andiamo a mangiare fuori?” io rispondo :” perche a casa oggi non hai mangiato?”.per il resto si sono persi di vista i valori e si è data importanza all’effimero

    Amedeo

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