Salerno: la Chiesa del Crocefisso dimenticata dagli enti

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Nel cuore della città Piazza Matteotti, l’antica chiesa del SS.Crocefisso. Un luogo ammantato ancora dalla schietta geometria medievale, che rimanda al mistero dei tempi,  racchiuso nella cripta sottostante. Su  via dei Mercanti, senza alcun dubbio la principale strada commerciale del centro storico.La Chiesa deve il suo nome al fatto che vi era custodita una venerata croce lignea, dipinta nel duecento, ora nel museo diocesano. Attualmente vi si può ammirare, nella cripta, un affresco raffigurante la Crocefissione. Risalente a prima del Duecento, chiesa di “Santa Maria della Pieta di Portanova”. Essa era annessa al contiguo ed omonimo monastero, non molto lontano dal duomo ; fu poi associata al vicino e più potente monastero di S.Benedetto. La struttura della Chiesa è di tipo basilicale, con tre absidi e tre navate. All’interno, due ordini di archi, sorretti da sei colonne di epoca romana, con capitelli diversi.  Un luogo di culto di un’essenziale religiosità, animata dagli appuntamenti delle vita liturgica e non solo. Infatti, da anni, ospita numerosi concerti e cori polifonici. Anche in questo spaccato natalizio i Gospel ed il coro polifonico Casella hanno scelto proprio tale struttura per esibirsi. Gremita la Chiesa fino all’inverosimile. Ben disponibile il parroco don Giovanni Lancellotti, sempre pronto a spalancare le porte del luogo di culto a tutte le espressioni che animano la fede. Ma la Chiesa ha delle grosse carenze strutturali. Sfornita di servizi igienici, per poter soddisfare alle esigenze di quanti ore intere assistono ai concerti, non offre neanche una capienza atta a poter contenere il folto pubblico. Si cerca di scegliere oculatamente gli attrattori turistici e poi, quando s’innestano meccanismi atti a facilitare davvero gl’indotti, non si riesce a saperli reggere in vita. Si parla di opere per la nuova Salerno, tutte made Europa e poi si lascia che la facciata di un luogo di culto, in un luogo così transitato in tutte le ore del giorno, venga visibilmente assaltata dall’incuria del tempo, con seri pericoli anche per i passanti. Si parla di ristrutturare questo o quell’edificio, ma sulla Chiesa tutto tace. La stessa politica delle piazze, viste come luogo aggregativo, al di là delle fontane, dovrebbe far scattare anche per Piazza Matteotti gli opportuni rimedi del caso. Ed invece, salvo a ricordarsene quando occorre inventarsi poche bancarelle fieristiche, per attestare che a Salerno ancora pulsa il cuore economico, tutto langue. Occorrerebbe ampliare la Chiesa, sfruttando locali limitrofi, utilizzati raramente da sindacati di categoria. E rinverdire quello che fu il complesso monastico di Piantanova, ricordando che le piccole ancelle, le suore che un tempo curavano anche l’infanzia, sono state a lungo ospitate presso tale congregazione voluta dalla madre Volpicelli. Insomma, Salerno non è quella che si vuol mostrare propagandisticamente, ma quella che al di là delle luci dell’albero luminoso a 100 m. , langue se relegata a se stessa!