PDL: Scarlato detta le condizioni?

di Aldo Bianchini
Dopo una lunga fase di riflessioni e di ripensamenti molti personaggi del Partito della Libertà si avviano mestamente a cestinare ogni aspirazione di candidatura alla poltrona più alta della provincia di Salerno; Edmondo Cirielli, Antonio Paravia e Alberico Gambino si sono decisamente incamminati lungo il viale del tramonto per lasciare sapazio e ampio margine di manovra a colui il quale sembra essere l’unico vero candidato capace di rastrellare consensi elettorali in tutte le coalizioni presenti sul campo a disdoro degli stessi responsabili dei singoli raggruppamenti. Parliamo di Gugliemlo Scarlato, due volte deputato della repubblica, rampollo ed erede di una delle più prestigiose casate democristiane e apprezzato avvocato penalista anche in sede nazionale. Rispetto a tutti gli altri candidati Guglielmo Scarlato ha, senza tema di smentite, un valore aggiunto in quanto è il personaggio in grado di ricevere consensi sia dal berlusconiano PdL che dall’UDC di Pierferdinando Casini e perchè no anche dal nascente movimento della Santanchè e dagli altri asteroidi che gravitano intorno al pianeta del centro-destra. E poi potrebbe ricevere, da quì a qualche giorno, anche la santificante benedizione del re di Nusco Ciriaco De Mita, quasi nel segno di una pax magistralis capace di zittire anche i pochi agitatori del dissenso che, comunque, non mancano mai. C’è però un problema di fondo che non  va sottaciuto e su cui è necessario aprire un’ampia discussione all’interno dei singoli partiti o coalizioni prima di lanciare nella mischia e, semmai, bruciare un personaggio così importante e di sicuro effetto trainante quale quello di Scarlato. Il problema di fondo è costituito dal fatto che mentre Cirielli, Paravia e Gambino dovrebbero scendere a patti per ottenere il consenso e la lealtà di tutti, per Scarlato il problema è assolutamente opposto: è lui che potrebbe dettare le condizioni ai suoi possibili alleati sollevando, forse, non pochi ripensamenti. E le condizioni di Scarlato non saranno come l’acqua fresca; il carattere dell’uomo, la preparazione professionale, l’innato senso di appartenenza, la visione politica interregionale e la specchiata moralità danno la giusta dimensione di come il figlio del mitico Vincenzo imposterà il suo “progetto provinciale” per consentire ad un centro-destra allargato di governare questa provincia per la prima volta dopo oltre venti anni. Il rischio per i suoi ipotetici alleati di farlo salire su un decennale piedistallo di potere è forte, questo lo sanno e dovranno scegliedre anche in fretta se vorranno avere anche una minima possibilità di conquistare Palazzo Sant’Agostino. Del resto Scarlato è l’unico candidato in grado di sostenere il duro confronto con le truppe di Villani e De Luca ed avere buone possibilità di successo fino alla fine. Per gli altri candidati (Cirielli, Paravia e Gambino) si profilerebbe una sconfitta sicura in maniera anche rovinosa. Ma il PdL e l’UDC dovranno fare presto e scegliere senza ulteriori tentennamenti per presentare, almeno prima delle imminenti8 festività natalizie, il nome del candidato che dovrà subito preoccuparsi di ottenere rapidamente la convergenza del MPA che gia appare come la possibile vera sorpresa delle prossime elezioni provinciali. Il tutto ovviamente rimane sub-judice fino a quando il tavolo di concertazione regionale non deciderà l’assegnazione delle singole province ai diversi partiti; ed anche in questo caso il nome di Scarlato potrebbe rappresentare la giusta panacea non potendo il personaggio essere classificato per tessera di partito, come si dice in stretto linguaggio politichese. Passseranno le condizioni di Scarlato?, vedremo; dopo la discesa a Salerno di De Mita le cose, probabilmente, saranno più semplici.