Anziani, più lucidi se religiosi!

Rita Occidente Lupo
Nella qualità della vita, tanti comfort. Ma i malanni dell’età, quelli che dagli acciacchi all’Alzheimer, insidiano la longevità, non distrutti. Tra tante panacee, allevianti il peso canuto, la convivialità, lo sport e l’affetto. Da un recente studio, condotto nel Veneto, la demenza senile con la sua incidenza. E le sue complicanze, purtroppo ben notorie. Dalla campionatura testata dai ricercatori della Clinica geriatrica di Padova, emersa la demenza senile, esorcizzata dalla religiosità. Anziani motivati da un forte credo, intrisi di autentica spiritualità, più lucidi di coetanei non in analoghe situazioni psicologiche. Per circa un anno, il team esaminato, sottoposto a varie indagini, prima di poter concludere che, credere fermamente in un’Entità superiore, allunga il benessere cerebrale. Tenendo presente che allo stato attuale, solo palliativi per Alzheimer ed altre patologie legate alla senilità, la scoperta riveste il tono del sensazionale. Gli stimoli sensoriali, provenienti da una regolare vita civica, rallentano il decadimento cognitivo. In tale ottica, la religiosità, intesa come affidamento e fiducia incondizionata in Qualcuno che ci ama, allenta la perdita cognitiva. Il che francamente non è poco per chi teme di perder colpi…anche mentali con gli anni!