Vita di Missione: Alfabeto Africano, C come Cantare

Padre Oliviero Ferro

Quando il cuore è pieno di gioia, viene spontaneo cantare. La domenica, il giorno del Signore, la chiesa si trasforma. La corale si era preparata durante la settimana, al suono dei balano, delle percussioni e dei tamburi. Ora sono pronti per farci vibrare. Basta che il direttore dia il via che tutti cominciano a lodare Dio ad alta voce. Il canto dura a lungo,sembra non finire mai. Se il cuore è pieno di gioia, non si può smettere. Ma è soprattutto al momento del ringraziamento che tutti si scatenano. I balano battono più forte e i tamburi rispondono con più entusiasmo. Tutta la chiesa sembra vibrare. Tutti si muovono, danzano le lodi del Signore. E si esce poi fuori, ancora cantando. Ma tutto questo non si ferma solo alla domenica. Continua durante la settimana,nelle comunità di base, nei gruppi. Ma la cosa più bella è quando passi nel villaggio e senti qualcuno che canta canti religiosi. Sono le mamme che pilano la manioca. Al ritmo del bastone che va su e giù nel mortaio, intrecciano la loro fatica con l’amore di Dio. E’ vero, i giovani sono più interessati alla musica moderna. Li si sente, quando passano. Il volume è sempre molto alto.  Quando si trovano insieme, guardano i DVD dei cantanti locali e insieme danzano. Ognuno ha il suo modo di cantare, di fare musica. In Africa, non si può stare fermi. Ci si deve muovere. “Bouger,bouger” dice un cantante e allora,via con la musica.