Nel corso di uno sfratto esecutivo emanato dal Tribunale di Verona, tre Carabinieri dei reparti speciali sono rimasti uccisi a causa di una detonazione innescata da una bottiglia incendiaria. Ferite altre 27 persone tra militari e agenti di Polizia. La Procura di Verona valuta ipotesi strage.  
 Giuseppe Zingarelli
Tre Carabinieri sono morti e 27, tra militari e agenti di polizia, sono rimasti feriti, alcuni in modo gravissimo, nella esplosione di un casolare a Castel d’ Azzano, nel Veronese. Le forze dell’ordine erano intervenute in un’operazione congiunta per sgomberare un casolare dove vivevano tre fratelli quando improvvisamente si è verificata una fortissima deflagrazione. Il boato è stato udito a circa cinque chilometri di distanza. Il casolare di due piani, abitato da tre inquilini, i fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, è crollato ridotto in macerie. Uno dei fratelli, insieme alla sorella, Maria Luisa, sono stati fermati subito. Il terzo era fuggito nei campi ma è stato arrestato dagli agenti della Polizia. I tre fratelli, agricoltori e allevatori, avevano problemi finanziari e ipotecari ed erano già noti alle forze dell’ordine per due precedenti episodi messi in atto con la stessa dinamica. Ad ottobre 2024, infatti, si erano opposti all’arrivo dell’ufficiale giudiziario minacciando di aprire una bombola di gas e saturare il fabbricato.  Uno dei due fratelli  assieme alla sorella, erano saliti sul tetto del casolare. Dovevano lasciare il caseggiato in virtù di uno sfratto esecutivo emanato dal Tribunale di Verona circa un mese fa. Sul posto erano intervenuti i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e diversi agenti della Polizia i quali, dopo una mediazione con i Ramponi, sembravano aver evitato il peggio. Successivamente i tre fratelli hanno aperto le bombole di gas e saturato l’aria in cinque stanze della casa colonica. Quando i Carabinieri hanno aperto la porta del casolare si è sentito come un fischio, poi l’innesco, probabilmente una molotov, da cui è partita la terribile detonazione. Il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Verona, Raffaele Tito, sta procedendo per il reato di omicidio premeditato e volontario ma, al contempo, si valuta anche l’ipotesi di strage. Il vicesindaco di Castel d’Azzano, Panuccio, aveva rimarcato che il Comune conosceva bene la situazione dei tre fratelli tanto da essere pronto ad accoglierli provvisoriamente in altra struttura. I tre fratelli Ramponi non volevano abbandonare  la casa ma c’era l’ ordine del giudice di eseguire lo sgombero.  Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto e la Premier, Giorgia Meloni, hanno espresso sconcerto ed immenso dolore per la tragica scomparsa dei tre Carabinieri caduti in servizio a Castel d’Azzano, avendo essi sacrificato la propria vita compiendo fino all’ultimo il loro dovere al servizio del Paese, esprimendo al contempo sentimenti di partecipe cordoglio e solidale vicinanza ai familiari delle vittime e all’Arma dei Carabinieri, unitamente all’augurio di pronta guarigione agli operatori feriti. I Carabinieri deceduti sono il Luogotenente in Carica Speciale, Marco Piffari, 56 anni, il Carabiniere scelto, Davide Bernardello, 36 anni, e il Brigadiere capo Qualifica speciale, Valerio Daprà, 56 anni. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, hanno incontrato a Roma il Comandante dell’Arma  dei Carabinieri, generale Salvatore Luongo. Il ministro Piantedosi ha affermato che era inimmaginabile un tale livello di aggressività, anche se si era capito  di essere in presenza di persone che avrebbero opposto resistenza allo sfratto. Il Consiglio dei Ministri  ha ha deliberato i Funerali di Stato e il Lutto nazionale nel giorno delle Esequie dei tre Carabinieri. La Premier Meloni ha chiesto un minuto di silenzio durante la riunione del CdM.