Giulio Caso
Chi ha suggerito la frase analoga al presidente Trump potrebbe aver visto il film?
 Un’ipotesi intrigante, non è possibile provarlo con certezza, ma ci sono spunti interessanti da considerare:
Il 3 ottobre 2025, Trump ha lanciato un ultimatum: “entro domenica alle ore 18 o sarà inferno”.
– Nel cinema italiano, c’è un film chiamato “Il giudizio universale” (De Sica / Zavattini, 1961) in cui “Alle 18 comincia il giudizio universale” è un leitmotiv ricorrente.
– La struttura narrativa del film è che una voce annuncia che alle 18 ci sarà il giudizio, creando sospensione, tensione, paura simbolica.
Ipotesi plausibile
Quindi può essere che:
– Chi ha suggerito “ore 18” o “inferno se non accetti” abbia avuto coscienza del film o di quell’immaginario culturale.
– L’annuncio  usa un simbolo già radicato nella cultura italiana: il “giudizio alle 18” è già una immagine potente, evocativa, che richiama “sacralità” e “verità da rendere.
Probabilmente coincidenza intenzionale, o meglio: un atto retorico consapevole che richiama archetipi e immagini popolari. Non fosse per il film, la minaccia “ore 18” avrebbe meno carica simbolica. Usarlo risveglia memorie collettive: “oggi è il giorno del giudizio”.
Quindi non è solo suggestione inconsapevole: è comunicazione simbolica che attinge al patrimonio culturale.
Non si trovano interviste o fonti in cui si menziona che Trump o i suoi consiglieri conoscessero quel film o quell’immagine.  Pertanto non possiamo dire che Trump si sia ispirato direttamente al film Il Giudizio Universale di De Sica / Zavattini — perlomeno nelle ricerche nei principali archivi giornalistici e fonti online (anche con l’ausilio dell’Ia).
Nel film Il Giudizio Universale (1961), una voce annuncia più volte: “Alle 18 comincia il Giudizio Universale”. Questo è parte centrale del racconto e del simbolismo del film.
Come, già, detto, non si trovano interviste, discorsi ufficiali, analisi politiche o dichiarazioni che collegano esplicitamente il discorso di Trump all’immaginario cinematografico del film.
– Le cronache parlano dell’“ultimatum ore 18” come scelta retorica forte, ma senza note che indichino un riferimento consapevole al film.
È possibile che chi ha elaborato il messaggio o suggerito l’orario abbia colto inconsciamente l’immagine evocata dal film — specie se conosce cultura italiana o film classici.
È anche possibile che l’orario 18 sia stato scelto per motivi pratici (copertura mediatica, atmosfera simbolica del tramonto) e che l’associazione col film sia una coincidenza culturale evocata da chi ascolta e interpreta.
– È vero, la coincidenza dell’orario – le ore 18 – tra Il giudizio universale* di De Sica e la frase usata da Trump può sembrare solo una casualità… ma è suggestiva, e vale la pena notarla.
Nel film del 1961, quell’annuncio ripetuto crea un clima surreale, sospeso tra ironia e inquietudine, spingendo le persone a rivelarsi per ciò che sono. Un’opera che, pur leggera nel tono, colpisce per la sua forza simbolica.
Trump, invece, ha usato quella stessa ora in un contesto completamente diverso: teso, conflittuale, carico di tensione politica. Ma anche lì c’è un richiamo apocalittico, una mossa teatrale per scuotere le coscienze o impaurire.
Conclusione? Magari è solo una coincidenza… oppure, inconsciamente, certe immagini culturali restano e riaffiorano nei momenti carichi di tensione.
In ogni caso, fa riflettere.