Comunicare con extraterrestri
Giulio Caso
Questo è un tema affascinante e profondo, in un possibile incontro, nel futuro, con civiltà aliene, quali possono essere le modalità di comunicazione?
Il vero ostacolo non è solo ricevere, ma capire:
– Potrebbero usare logiche matematiche o linguaggi simbolici totalmente diversi dai nostri.
I loro modi di percepire la realtà (tempo, spazio, senso) potrebbero non combaciare con i nostri.
È possibile che la musica, i ritmi armonici, o certi rapporti numerici (come la sezione aurea) siano forme di comunicazione riconoscibili universalmente
Riusciremo a capire?
Forse sì, se:
– Sapremo spogliarci dai nostri pregiudizi percettivi e cognitivi.
– Useremo IA, matematica e intuizione insieme
– Ci affideremo a segnali universali, come: costanti fisiche
– strutture ricorrenti,
– matematica e musica.
Conclusione.
Potremmo ricevere segnali già oggi e non saperli interpretare. Ma se riusciremo a unire logica, apertura mentale e sensibilità estetica, potremo forse riconoscere un’armonia nell’universo che non è solo fisica… ma comunicativa.
Con l’ausilio dell’Ia, ecco un modello possibile di “linguaggio cosmico” che tenga conto anche dell’ipotesi della comunicazione mentale.
Tutte le forme di esistenza, dall’atomo alla galassia, si manifestano attraverso relazioni cicliche: rotazioni, vibrazioni, orbite, pulsazioni.
Il ritmo è la costante.
Come si comunica allora?
Attraverso modulazioni di ritmo e intervalli, codificati in sequenze armoniche (tipo scale musicali, ma anche matematiche):
– Pause e battiti
– Accenti e silenzi
– Crescita e decrescita
Questo schema può essere:
fisico, come onde elettromagnetiche.
Mentale, come coscienze sensibili al ritmo.
Perché potrebbe essere universale?
– Non richiede un linguaggio verbale o simbolico
– Non dipende dalla biologia o dall’ambiente
– Può essere riconosciuto per risonanza, cioè sentito più che tradotto.
In pratica:
Un’intelligenza potrebbe inviare sequenze di pulsazioni regolari, modulandole secondo una struttura armonica e un’altra coscienza, la nostra, potrebbe “percepirne il significato” non con la logica, ma con l’intuizione e l’umana empatia.