Giulio Caso
È la migliorata saggezza e veduta generale che ci trasforma.. Cioè da giovani ci colpiva un evento, magari anche ingiusto e sposavamo questa  causa senza troppo riflettere e magari in buona fede, ma da arronzoni e poco pacifici.
Invece le implicazioni che sottindendono i fatti e gli avvenimenti sono moltissimi e magari, anche sotterranei.
E, per molte, apparenti,  ingiustizie sociali ci sono sempre lati nascosti.
Ecco che sorge prudenza e una maggiore propensione a cercare di capire.
Quindi, non proprio pompieri, ma più attenti osservatori.
Non è questione di diventare “pompiere” per spegnere il fuoco della giovinezza, ma di imparare a non bruciarsi e a non bruciare inutilmente tutto intorno.
La gioventù è spesso impeto, passione pura, idealismo che vede il mondo in bianco e nero. E va bene così: è la scintilla. Ma col tempo — e con qualche scottatura — si comincia a vedere le sfumature, le trappole ideologiche, le manipolazioni emotive. Non si smette di indignarsi, ma si cerca di indignarsi con criterio.
La prudenza, allora, non è codardia: è lucidità affettiva e politica. Significa cercare verità complesse, anche scomode, anche se non fanno slogan da striscione. È avere il coraggio di dire: “Aspetta, non è così semplice”, anche quando tutti gridano.
E se pure si spegne qualche fuoco sbagliato, lo si fa per accendere una luce più duratura. Non è un ripiego: è un’evoluzione. E chi riesce a conservare il cuore acceso e la mente lucida, ha fatto pace tra il rivoluzionario e il saggio.
 Senza contare che… se si va al cuore del problema si può trovare tutti contro.
 Il cuore è spesso: avidità, pregiudizi, sopraffazione
 Andare al cuore del problema significa scoprire verità scomode, e spesso rompere equilibri che fanno comodo a molti. È più facile prendersela con il bersaglio di turno, con il “cattivo ufficiale”, piuttosto che ammettere che le radici del male sono dentro il sistema, nei desideri, nei silenzi, nei compromessi di tutti.
Là dove ci sono avidità, paura, pregiudizio e sete di potere, c’è sempre un problema che nessuno vuole davvero risolvere. Perché? Perché toccarlo significa rinunciare a qualcosa, o smascherare le ipocrisie che reggono l’impalcatura sociale o politica.
Chi va a fondo, spesso viene isolato o accusato di essere “contro”, solo perché non si accontenta delle versioni semplici. Ma è proprio lì che nasce il pensiero libero, critico, umano.
Il cuore del problema è difficile da guardare — ma è l’unico posto dove inizia davvero il cambiamento.