Salerno: grotte e dintorni
Giulio Caso
Fra le tante grotte nei pressi di Salerno, ricordiamo:
“Grotta Castelcivita”, “Grotta di Pertosa‑Auletta”, “Oasi Grotte del Bussento”, “Grotta dell’Angelo Fasanella”. Grotte del Bussento, Morigerati.
Quest’ultima, fa parte del Parco Nazionale del Cilento, comprende un tratto del fiume Bussento e una grotta principale. Grotta dello Smeraldo, Conca dei Marini (Costiera Amalfitana). È una grotta marina: la luce che filtra crea effetti luminosi suggestivi (blu‑verde). Visitabile in barca, molto frequentata come attrazione turistica costiera.
Grotta dell’Angelo (San Michele Arcangelo), Sant’Angelo a Fasanella. Grotta rupestre con cappella, affreschi, resti religiosi. All’interno sono presenti cappella dedicata e statue; luogo di culto legato all’ordine benedettino fin dall’XI secolo.
– Le grotte di Castelcivita e Pertosa‑Auletta sono molto sfruttate dal turismo speleologico e offrono percorsi misti (parte a piedi, parte in barca nel caso di Pertosa).
– Le indagini archeologiche in grotta sono particolarmente affascinanti.
Le grotte, i ricoveri sotto roccia o qualsiasi pertugio che crea ombre e penombre, da secoli, vengono visti con un misto di sacralità e mistero.
Tutto ciò che non è alla portata diretta della luce o della comprensione viene affrontato in questo modo che limita l’umanità e ne rallenta l’evoluzione.
Allora la grotta diviene il luogo ideale per rievocare leggende, miti, ritualità.
Rimaniamo attardati e un poco attoniti, mentre le stelle attendono la nostra ascesa.
La grotta come simbolo è uno dei più antichi dell’immaginario umano.
È ventre materno, rifugio, ma anche soglia tra noto e ignoto, può ispirare miti, ma anche paralizzare la spinta conoscitiva.
– Platone – Mito della caverna: la grotta è l’emblema dell’ignoranza, dove gli uomini vedono solo ombre delle cose reali. Ricordiamo la grotta di Betlemme.
Per Jung, la grotta può rappresentare l’inconscio, il Sé profondo da esplorare per raggiungere l’integrazione.
La grotta, con tutta la sua forza simbolica, rappresenta sia il rifugio ancestrale dell’uomo che il limite della sua evoluzione. È luogo di memorie, miti, paure — ma anche il punto di partenza per chi ha il coraggio di andare oltre.
E forse, solo uscendo dalle grotte dell’abitudine, del timore e del conformismo, potremo meritare davvero la luce della conoscenza.
La grotta è un luogo che ha sempre suscitato fascino e timore, e la sua associazione con la sacralità e il mistero è presente in molte culture e tradizioni.
Il filosofo tedesco Immanuel Kant ha scritto sull’importanza di superare i limiti della conoscenza umana e di non lasciarsi intimidire da ciò che non ha risposta immediata, come una
grotta.
Ad esempio, le grotte di Lascaux in Francia sono famose per le loro pitture rupestri preistoriche, che sono state interpretate come rappresentazioni di rituali e cerimonie sacre e come un invito a riflettere sulla nostra posizione nell’universo e sul nostro potenziale per crescere e evolverci. Questo tema è stato esplorato da molti filosofi e poeti, uno per tutti: Friedrich Nietzsche, che ha scritto sulla necessità di superare i limiti umani e di aspirare a qualcosa di più grande.