Monte Sant’Angelo: sopralluogo per produzione film su “Padre Pio e il Sacro Graal”
Eccezionale scoperta sul Gargano alla vigilia del 57° Anniversario della morte del Santo cappuccino (23 settembre 1968 – 23 settembre 2025): Padre Pio difese il sacro Graal dai nemici di Dio. Scoperto il luogo (prima del 1916) dove era esposto il “Vaso greco” in cui la Madonna raccolse il sangue di Gesù dalla croce
Mary Giagnorjo





Il famoso regista cinematografico Al Festa, nipote del personaggio storico Giorgio Festa (medico personale e amico di padre Pio da Pietrelcina per ventanni. Il 24 settembre è anniversario della morte), è giunto recentemente in Puglia, assieme a 3 suoi assistenti: l’autista, un investigatore e uno scienziato, squadra in missione per indagare sulla presenza di San Francesco: collegata al “vaso greco” che contenne il sangue di Gesù versato dalla croce sul Golgota, nelle mani di sua Madre Maria Vergine Immacolata. A seguito di questa indagine è emerso che San Francesco ha donato il vaso greco a Federico II, che lo ha prima messo nella Chiesa di San Lorenzo in Carmignano in Foggia, costruita da Federico II in onore di San Francesco che conobbe prima di partire per la Terra Santa, poi al Santuario dell’Incoronata (in periodo imprecisato dopo l’anno 1250), poi la reliquia arriva nel Santuario della Consolazione di Deliceto (ai tempi di Sant’Alfonso e San Gerardo), poi prima del 1860 al Santuario di San Michele, qui il “Sacro Graal” portato da Sant’Alfonso e San Gerardo vi rimane fino al 1916 (un altare dedicato a San Francesco ricorda con 2 quadri la vicenda del Sacro Graal, quadro della Madonna con “coppa in mano”, rappresentazione singolare che racconta la storia, al suo fianco “San Francesco con la croce tra le mani”: più chiaro di così?). Grazie alla ricerca, è emerso che San Francesco è stato nel periodo del Medioevo a Foggia, Città Imperiale, da cui Federico II comandava il mondo. Nel luogo “il poverello di Assisi”, fondò allora la chiesa “di San Lorenzo in Carmignano” e si reca al Santuario Mariano più importante al mondo: chiamato dell’Incoronata (anno della prima apparizione della Madonna agli umani nel 1001), poi va verso Monte Sant’Angelo, passando poi per Ischitella e partendo dal porto, che all’epoca era nei pressi di Foce Varano, (afferma l’archeologo Francesco Paolo Maulucci di Accadia), per raggiungere la Terra Santa. Al ritorno verosimilmente e logicamente, Francesco porta con se 3 reliquie appartenute al momento storico più importante del cristianesimo: “il piccolo vaso greco dell’Apostolo Pietro in me Segreto, perché Dono di Dio a mio padre (San Francesco ndr) testimone dell’immensa luce” e “la ciotola che con la sua acqua bagnò le labbra di nostro Signore sul Calvario” e infine “la lucerna che illuminò la strada dei crstiani al Colosseo”. Il Santuario dell’Incoronata (che oggi ospita le reliquie di Sant’Amanzio – testimonianza di un tempo che fu – e una statua di Santa Elena Imperatrice) e quello di San Michele hanno in comune la presenza di padre Pio, San Francesco, Sant’Alfonso e San Gerardo. Nello stesso anno e durante la prima guerra mondiale nel 1916, padre Pio era soldato spesso in licenza, e andava a piedi per centinaia di km, ha preso in consegna le reliquie a Monte e le ha portate all’Incoronata per affidare la custodia temporanea e segreta alla Madonna che nell’anno 0 aveva toccato la ciotola e il vaso greco…Dalle mani di Maria a quelle di San Pietro: anche lui sarebbe passato a Monte Sant’Angelo, dove è intitolata una chiesa e una piazza proprio a pochi metri dall’attuale Santuario. Tutto accade grazie a 2 geni italiani: Vittorio Emanuele II e Camillo il Cavour Conte “scomunicato assieme al Re” e maledetti ufficialmente da San Giovanni Bosco per aver deturpato la Fede Cristiana, sottratto beni mobili e immobili alla Santa Chiesa attentando alla vita del Cristianesimo in Italia. Grazie a Sua Eccellenza Mussolini, solo nel 1929, la Chiesa italiana purtroppo allo sbando si rialza e si mette in moto di nuovo. Il Santuario dell’Incoronata risorge proprio nel ventennio fascista, diventando meta di pellegrinaggi, ma anche base sicura della contraerea e comando locale e strategico internazionale del Nazismo di Hitler e di Mussolini. Adolf non era a conoscenza che proprio a pochi metri dai tunnel fatti costruire da Mussolini sotto il Santuario e sulla falsa riga dei tunnel di Federico II c’era il Tesoro Spirituale. Nello stesso luogo era nascosto il Sacro Graal. Hitler costituì una unità di investigatori e uomini del Servizio Segreto per cercare le reliquie di Gesù. In verità lo staff riuscì a trovare solo la lancia di Longino, quella che trafisse la carne di Gesù in croce. Ma sotto terra in un anfratto del Santuario Incoronata nel 1916, padre Pio nascose le reliquie, poi riportate alla luce prima nel 1925, con una lettera autografa di padre Pio, nel periodo in cui pensava di essere ucciso dai suoi nemici; poi la stessa lettera viene definitivamente consegnata da padre Pio a un confratello di Serracapriola e datata “20 marzo 1968” giorno della consegna dei Sacri oggetti. Che cosa c’è in comune fra i due Santi? Entrambi hanno bevuto dal vaso greco per partecipare alla Santa Messa. Padre Pio durante i 2 giorni al Santuario dell’Incoronata nel 1916: ha celebrato la Messa con il vaso greco, trasformando l’acqua in vino e in sangue di Gesù; secondo questa tesi le stimmate sono conseguenti a questo atto. Lo stesso vale per San Francesco: che camminando per mesi in giro tra montagne e boschi, laghi…avrebbe partecipato alla Messa bevendo anch’egli dal Vaso Greco trasformando l’acqua in vino e in sangue di Gesù…anche per lui il fenomeno delle stimmate conseguente a questo atto. Nella grotta di San Michele, c’è “l’Altare di San Francesco” che porta in alto un quadro che raffigura San Francesco con la croce e la Madonna, Madre di Gesù inginocchiata verso la croce, con in mano un vaso di cui parliamo. Immagine rara e singolare considerato che della Madonna ci sono moltissime raffigurazioni: ma con un vaso in mano nemmeno una. Una si da San Michele è sotto gli occhi di tutto il mondo e nessuno mai si è accorto di cosa vuol raccontare quel quadro. L’altare appena si entra a destra della grotta, porta nella parte bassa un piccolo spazio, per contenere la reliquia (il vaso greco) che era esposto in quel luogo e per motivi di guerra, (prima e seconda mondiale) padre Pio aveva disposto, quale custode temporale degli oggetti sacri, di nasconderli all’Incoronata. Mentre per la Sacra Sindone di Torino, fu spostata in segreto nella notte e trasportata al Santuario di Montevergine (non sappiamo se anche in questa vicenda è coinvolto nell’azione padre Pio, essendo stato lui da bambino con suo padre in viaggio a piedi, anche in quel Santuario che dista da Pietrelcina in linea d’aria una ventina di km ndr). A fine della seconda guerra mondiale il Sacro lenzuolo tornò a Torino: sano e salvo dalla bramosia di Hitler che voleva assumere potenza soprannaturale con questi oggetti sacri. Al Festa prima di salire a Monte Sant’Angelo, è stato ospite di una figur attualemnte mistica: Nicola Palladino che riceve messaggi e risposte dal Santo, fu chierichetto prediletto di padre Pio. Al Festa ha chiesto di chiedere al Santo che fare del “vaso greco” in suo possesso, che fu tra le mani di padre Pio. Padre Pio ha comunicato a Festa che: “il vaso lo deve custodire lui. Che dopo questo Papa, ci sarà un altro Pontefice straniero e che dopo ancora ci sarà uno italiano”. In occasione della festa di San Michele Arcangelo, il 29 prossimo, un delegato del regista Al Festa sarà sul Gargano per annunciare l’eccezionale notizia alle autorità religiose e civili.