CNDDU: ricordo Brigadiere Antimo Graziano, vittima di Camorra
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi, 14 settembre, il sacrificio del Brigadiere Antimo Graziano, ucciso nel 1982 dalla criminalità organizzata mentre, con l’animo e la responsabilità di chi serve la comunità, rientrava a casa dal proprio turno di lavoro presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
Antimo Graziano non era solo un servitore dello Stato: era un uomo che, giorno dopo giorno, affrontava la tensione e il rischio di un carcere dominato dalla violenza e dall’intimidazione. Dirigeva l’ufficio matricola, cuore nevralgico delle operazioni interne al carcere, luogo in cui le decisioni che sembrano amministrative possono avere conseguenze di vita o di morte. Proprio per questo, il suo impegno lo aveva reso un bersaglio: chi lo ha ucciso non ha colpito solo un individuo, ma ha tentato di piegare lo Stato e la legalità.
Era nato a Bellona, in provincia di Caserta, il 4 giugno 1937, aveva una moglie e due figlie piccole, e aveva dedicato venticinque anni della propria vita al Corpo degli Agenti di Custodia. Nonostante le minacce e le pressioni della criminalità organizzata, Antimo non ha ceduto: aveva deciso di dedicarsi alla sua famiglia e al proprio dovere fino all’ultimo giorno.
Quel martedì 14 settembre 1982, sotto casa sua a Piscinola, Napoli, tre uomini armati lo hanno atteso per porre fine alla sua vita in un omicidio di chiaro stampo camorristico. Il Brigadiere Graziano è caduto davanti alla propria abitazione, lasciando un vuoto immenso nelle vite dei suoi cari e un segno indelebile nella memoria di chi crede nella giustizia e nella legalità.
Il CNDDU vuole sottolineare oggi, più che mai, il valore educativo della memoria di chi ha pagato con la vita la fedeltà ai principi dello Stato e dei Diritti Umani. Ricordare Antimo Graziano significa anche educare le nuove generazioni al coraggio civico, alla responsabilità individuale e al rifiuto della violenza organizzata.
In suo onore e a testimonianza della resistenza alla criminalità, il suo nome, insieme a quello di altri sette Caduti del Corpo degli Agenti di Custodia, è custodito in una targa commemorativa nel corridoio d’ingresso della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
Oggi, a quarantatré anni da quel giorno, il CNDDU rinnova l’impegno per una società che sappia proteggere chi serve lo Stato e per cui la legalità non sia una scelta occasionale, ma una regola di vita.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU