Il 15 giugno scorso, il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha esonerato Luciano Spalletti dalla carica di CT della Nazionale italiana. Al suo posto Gennaro Gattuso. Il tecnico di Schiavonea, frazione di Corigliano Calabro, ha disputato tre Mondiali, due Europei e una FIFA Confederations Cup. Il 9 luglio 2006, in Germania, si laureò Campione del Mondo. Con il Milan vanta un palmares strepitoso. Qualche tempo fa gli fu donata una copia del “Quaderno dell’Amore”, un libricino scritto da Luigi Gaspari, figlio spirituale di Padre Pio da Pietrelcina, per espressa volontà dello stigmatizzato del Gargano.  
 Giuseppe Zingarelli 
In una villetta gialla al numero 56 di Viale Leonardo da Vinci, circondata da una variegata e lussureggiante vegetazione, una parte della comunità di Cesenatico si riuniva a pregare a fianco di uno dei figli spirituali prediletti di Padre Pio: Luigi Gaspari. La storia del “dottore”, così il Santo di Pietrelcina  era solito chiamare Gaspari, potrebbe stimolare la fantasia di uno scrittore di romanzi d’avventura. I genitori di Luigi, Augusto e Ida Tebaldi, molto credenti, insieme ad altri soci gestivano con grande sacrifici ed instancabile lavoro un mulino a San Felice sul Panaro, nel modenese. Ultimo di dieci figli, il piccolo Luigi era solito dare una mano ai genitori nella conduzione della tenuta agricola. Sopraggiunsero difficoltà economiche sempre più pressanti, cosicchè un giorno i coniugi Gaspari si ritrovarono completamente sul lastrico con dieci figli da sfamare. La Divina Provvidenza, sempre amata e invocata con fede da Augusto e Ida non tardò a tendergli la mano. La signora Ida aveva sentito parlare di un frate di cui si diceva operasse miracoli in uno sperduto e roccioso paesello dislocato sulla brulla roccia del Gargano. La donna, in una lettera, confidò apertamente a quel frate tutte le sue preoccupazioni. L’ aiuto e il consiglio dello Spirito Santo arrivarono sotto forma di una missiva in cui era contenuta la breve risposta del religioso: “Non date ascolto ai cattivi consigli di chi  tenta di suggestionarvi per indurvi ad intraprendere una strada che si rivelerebbe per voi sbagliata”. Il futuro Santo consigliò alla famiglia Gaspari di restare nel modenese. Era però necessario trasferirsi da San Felice sul Panaro a Pavignane. In quel piccolo centro Padre Pio assicurò ai Gaspari che il lavoro non sarebbe mancato, ricompensandoli di tutte le amarezze patite per la fatica non ripagata in precedenza.
Qualche tempo dopo Padre Pio inviò alla signora Ida una seconda lettera nella quale invitò i Gaspari a trasferirsi nuovamente, da Pavignane a San Matteo della Decima, frazione di San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese. Padre Pio consigliò alla signora Ida di acquistare un mulino con i pochi risparmi messi da parte. Ida e Augusto andarono a vivere a San Matteo della Decima e comprarono un mulino, come aveva suggerito loro il frate del Gargano. La situazione economica della famiglia di Luigi si ristabilì, ritornando florida e più rosea di prima. Le vicende di Luigi Gaspari ripercorrono 40 anni di storia della prima Repubblica, dalla nascita fino al suo declino, causato dalla diffusa corruzione politica. Luigi amava definirsi l’ “erede” della parola di Padre Pio. Il 10 giugno 1940 l’Italia fascista di Benito Mussolini entrò nel secondo conflitto mondiale al fianco della Germania nazista di Adolf Hitler. In quell’anno funesto, precisamente il 15 marzo, con due sue sorelle, Gabriella ed Anna, Gaspari partì da Bologna diretto a San Giovanni Rotondo. Voleva conoscere di persona il Santo con le stigmate. In realtà Padre Pio lo stava già aspettando in convento. Quando vi giunse, il cappuccino, “leggendo”
l’intenzione del ragazzo di non voler più frequentare la scuola, invogliò Luigi a continuare gli studi. Nel 1945 Gaspari conseguì la maturità liceale all’Istituto ‘Augusto Righi’ di Bologna e nel ’50, presso l’Ateneo del capoluogo felsineo, si laureò in Farmacia. Dopo il conseguimento del titolo accademico  Luigi si recò a San Giovanni Rotondo. Padre Pio gli ordinò di ritornare subito a casa e di continuare a vivere con sua madre. Il “dottore” rimase perplesso. Voleva sposarsi, costruirsi una famiglia, avere dei figli, svolgere la sua professione, quella di farmacista, ma il Santo glielo impedì: “Dio ti ha scelto per una missione. Se ti sposi con chi ti sostituirà?”. Il Padre di Luigi, Augusto Gaspari, scomparve nel ’53. Per tre anni Luigi restò accanto alla madre, non lasciandola sola. Ida Tebaldi morì l’8 giugno 1956. Con la scomparsa dell’amata genitrice ebbe inizio la missione che il Padre  aveva preannunciato a Gaspari. Per molti anni egli lavorò a Roma. Divenne l’ambasciatore del Santo di Pietrelcina,   collaborando con lui a svolgere svariati incarichi che man mano il Santo gli affidava. Nella “Città Eterna”, frequentando le stanze dei Palazzi e vivendo in prima persona situazioni singolari, Luigi maturò significative  esperienze di vita che gli fecero comprendere pienamente chi veramente fosse Padre Pio: un dono di Dio all’umanità per la salvezza dell’umanità.
Da quel 1940, giorno in cui Luigi conobbe di persona il religioso sannita, alla vigilia Natale del 1967, erano ormai trascorsi ventisette lunghi anni.  In quella circostanza Gaspari volle confessarsi dal cappuccino. Entrò in confessionale. La confessione si protrasse molto più a lungo del solito. Fu allora che Padre Pio  riferì al suo figlio spirituale una frase che egli non comprese subito: “Luigi, preparati. Non abbiamo più molto tempo a disposizione. Dovremo lavorare molto nel prossimo 1968!”. Il Santo frate, in realta, aveva appena rivelato a Gaspari che lo Spirito Santo lo avrebbe aiutato a trascrivere un piccolo manoscritto. Il libricino  aveva una duplice finalità: permettere agli uomini di avvicinarsi a Dio, approfondendo al contempo la conoscenza di Dio attraverso le Sacre Scritture. Gaspari iniziò a trascrivere il “Quaderno dell’Amore” nella notte tra l’8 e il 9 aprile 1968. Padre Pio predisse al “dottore” che dopo la sua morte, data che il frate peraltro conosceva perfettamente, il piccolo quadernetto sarebbe giunto nelle mani di un Pontefice: “Il Papa lo leggerà e capirà tutto!”. Così avvenne. Ventiquattro giorni dopo la morte del Santo frate, era il 23 settembre, il 17 ottobre 1968 lo  stampato giunse nelle mani di Sua Santità, Papa Paolo VI. Il Santo Padre lo lesse e, colpito dall’alta mistica delle parole in esso riportate, affermò che nessuna parola doveva essere tolta o aggiunta al testo del piccolo manoscritto. Il “Quaderno dell’Amore” si ricollega al Libro dell’Apocalisse, denominato anche “Libro della Rivelazione”. È il 73esimo ed ultimo Libro della Bibbia. Il testo fu scritto dall’apostolo Giovanni dopo aver avuto una visione sull’isola di Patmos, luogo in cui era stato deportato a causa della sua fede in Cristo. Presumibilmente il testo fu scritto tra la fine del I secolo e l’inizio dC, durante il regno dell’imperatore Domiziano, in un periodo di grande persecuzione dei cristiani da parte dell’Impero Romano.
Il tema del “Libro della Rivelazione” è la lotta tra il bene e il male, una lotta che sancisce la vittoria finale di Dio sul suo nemico: Satana. Nel decimo capitolo del testo dell’Apocalisse,  l’Apostolo Giovanni afferma di aver visto un Angelo del Signore mostrargli un piccolo libro di cui fu invitato a farne suo mutrimento. L’ Angelo, inoltre, gli ordinò di mangiarlo,  raccomandandogli di profetizzare il libro a molti popoli, nazioni e Re. Gaspari, su richiesta di Padre Pio, vergò il manoscritto, ultimandolo pochi giorni prima della morte del Santo frate. Dopo averlo completato, Padre Pio, leggendo il libricino, disse: “Le parole contenute in questo libretto sono parole scritte in Cielo. Sono le parole di Amore date all’Apostolo Giovanni nel decimo capitolo del Libro dell’Apocalisse. Ora se gli uomini vogliono, possono riconciliarsi con Dio, perchè Dio dopo il Diluvio promise a Noè che non avrebbe più mandato un Diluvio Universale ma un Diluvio di Amore!”. Luigi Gasparì, scomparso a Cesenatico il 18 novembre 1995, girò l’Italia e l’Europa,  Parigi, Vienna, Mosca, per far conoscere il manoscritto che, tradotto in dodici lingue, ha avuto nel mondo una diffusione di oltre mezzo milione di copie. Luigi Gaspari  previde anche l’ascesa politica di Silvio Berlusconi. Nel maggio 1989 scrisse e spedì una lettera in cui  predisse un’ascesa europea per l’ex Presidente dell’ ACMilan. Nel marzo 1989 Gaspari consegnò il “Quaderno dell Amore” anche ad alcuni ex calciatori del Milan, tra i quali Franco Baresi, Filippo Galli, Roberto Mussi, Ruud Gullit, Marco Van Basten, Frank Rijkaard, Pietro Paolo Virdis e Roberto Donadoni. Ai tre “tulipani”  consegnò tre copie del quafernetto tradotte in lingua inglese. Il Milan quell’anno stravinse la Champions League, allora denominata ‘Coppa dei Campioni’, battendo al ‘Camp Nou’ di Barcellona i rumeni della Steaua Bucarest con un risultato travolgente: 4 a 0. Il quadernetto fu consegnato anche a Carlo Ancelotti, attuale allenatore della Nazionale brasiliana, molto devoto a Padre Pio. Anche a Gennaro Gattuso, CT della Nazionale azzurra, qualche tempo fa, fu consegnata una copia del manoscritto di Gaspari. Gliela consegnò il giornalista e scrittore, Luca Serafini, all’epoca redattore della rivista “Forza Milan”.
Rino Gattuso è il 23esimo allenatore nella storia della ultracentenaria Nazionale azzurra. Il nuovo CT azzurro è in assoluto il primo allenatore della Calabria a sedersi sulla panchina della Nazionale. Gli italiani gli chiedono di staccare il pass per la Coppa del Mondo del 2026 in America, dopo le mancate qualificazioni azzurre ai Campionati del Mondo 2018 in Russia e nel 2022 in Qatar. Classe ’78, 47 anni, Gattuso, “Ringhio” per tutti gli sportivi italiani, è nato a Schiavonea, una frazione di Corigliano Calabro. Nel ’95, a soli 16 anni, esordì in Serie B con la maglia del Perugia. Un altro record Gattuso lo colleziono l’anno seguente, quando non ancora maggiorenne, a 17 anni, sempre con il Perugia del compianto Presidente Gaucci, Giovanni Galeone, all’epoca tecnico dei grifoni, lo fece debuttare in Serie A. L’ex centrocampista cosentino divenne l’ oggetto del desiderio delle grandi: Juventus, Inter, Lazio, Roma e Milan. Anche all’estero si accorsero di lui. In Scozia la sua grinta di indomabile combattente affascinò la dirigenza dei Rangers di Glasgow che lo vollero alla corte dell’ex trainer, Walter Smith. Il club  scozzese gli fece firmare un quadriennale da circa 500 milioni di lire a stagione. Il suo “feeling” con i tifosi dell’Ibrox Park Stadium non è mai tramontato. I Rangers lo ricordano sempre con molto affetto e grande stuma. Tuttavia, dopo poco tempo, Gattuso rescisse il contratto con i biancoblu di Scozia, in evidente contrasto con la visione irreale che il trcnico olandese Dick Advocaat si era costruita riguardo al ruolo di”Ringhio”. L’ ex allenatore degli “orange”  Nazionale e di altre sette Nazionali,  soprannominato il “Piccolo Generale”, da 43 anni in giro per il mondo ad insegnare calcio, quell’anno, subentrato a Walter Smith, considerava Gattuso un difensore e non un centrocampista. “Ringhio” entrò in rotta di collisione con lui e  ritornò in Italia.
Nell’ottobre del ’98 si trasferì alla Salernitana, sempre in Serie A. I campani sborsarono circa nove miliardi di lire per averlo. Fu l’acquisto più caro nella storia del club “amaranto”. Al termine di quella stagione la Roma cercò Gattuso. Sembrava fatta. Gattuso era ad un passo dal vestire la casacca giallorossa ma ma nella trattativa si intromise il Milan. Berlusconi e Galliani portarono il trascinatore cosentino in “rossonero”. Al Milan, in 13 anni, tra il 1999 e il 2012, Gattuso diventa uno dei ‘leader’ indiscussi dello spogliatoio della squadra del “Cavaliere” di Mediaset. Colleziona 468 presenze e 10 reti tra presenze in campionato e nelle varie competizioni europee.  In maglia “rossonera” vince praticamente tutto: 2 scudetti, 2 Champions League, una Coppa del Mondo per club, una Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane e 2 Supercoppe europee. Nel 2013 chiude la sua carriera sui campi di gioco in Svizzera, al Sion. Inizia l’avventura sulle panchine nazionali ed europee. Allena Palermo, l’OFI Creta, Pisa, Milan, Napoli, Valencia, Olympique Marsiglia e Hajduk Spalato. Da allenatore, il 12 giugno 2016, porta il Pisa dalla Serie C alla B, dopo lo spareggio nella finale playoff contro il Foggia di Roberto De Zerbi, nel corso del match viene centrato alla testa da una bottiglietta scagliata dalla tribuna dello “Zaccheria”, e il 17 giugno 2020 si aggiudica la Coppa Italia, sesta dei partenopei, battendo  ai calci di rigore la Juventus allenata da  Sarri. “Ringhio” ha giocato con campioni del calibro di Andrea Pirlo, Kakà, Paolo Maldini, Rui Costa, Clarence Seedorf, Dida, Cafù, Pippo Inzaghi, Nesta, Costacurta, Shevcenko, Ambrosini, Leonardo, Albertini, Serginho, tanto per citarne alcuni. Tra i suoi allenatori Carlo Ancelotti, uno dei tecnici più vincenti al mondo, oggi alla guida della Nazionale carioca. Ha disputato tre Campionati del Mondo, Corea del Sud-Giappone nel 2002, Germania 2006 e Sud Africa 2010. Fu un protagonista indiscusso del Mondiale vinto nel 2006, con la Nazionale allenata da Marcello Lippi. Nel 2009 disputò la Fifa Confederations Cup. Partecipò a due Campionati Europei: Portogallo 2004 e Austria-Svizzera 2008.