Positano: gruppo consiliare “Su per Positano”, mozione per riconoscimento Stato palestinese, condanna genocidio

Positano: gruppo consiliare “Su per Positano”, mozione per riconoscimento Stato palestinese, condanna genocidio

Il gruppo consiliare di minoranza “Su per Positano” annuncia la presentazione, nel prossimo Consiglio Comunale, di una mozione ispirata alla proposta dell’Associazione Officina 2.0, finalizzata a esprimere una chiara presa di posizione in favore dei diritti umani, della pace e della giustizia internazionale, in relazione al conflitto in Medio Oriente.

Attraverso questa mozione, il Consiglio Comunale viene chiamato a:

·        condannare il genocidio e ogni forma di violenza contro i civili palestinesi;

·        riconoscere lo Stato di Palestina entro i confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa tra i due Stati;

·        promuovere un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi, l’invio di aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale;

·        sospendere la vendita e l’importazione di armi da e verso Israele, come misura concreta per disincentivare la prosecuzione del conflitto;

·        sostenere l’adozione di sanzioni contro Israele per le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani;

·        appoggiare il lavoro della Corte Penale Internazionale, garantendo il rispetto dei suoi mandati di arresto e delle sue indagini;

·        chiedere la sospensione dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Israele, finché non verranno ripristinate condizioni di legalità e rispetto dei diritti fondamentali.

«Crediamo che anche le istituzioni locali abbiano la responsabilità di farsi portavoce dei valori universali di pace, giustizia e solidarietà – dichiarano i consiglieri di Su per Positano. – Il nostro è un gesto simbolico, ma necessario, per ribadire il diritto dei popoli a vivere in libertà, sicurezza e dignità.»

Un’iniziativa doverosa, perché è necessario tenere accesi i riflettori di tutta la comunità politica italiana e internazionale e affermare con forza la propria contrarietà ai crimini che si stanno commettendo in quei territori. È un appello alla responsabilità di tutte e tutti nel farsi ambasciatori di pace e giustizia.