Ex bomber del Foggia, Beppe Signori miracolato da Padre Pio: salvo in incidente d’auto

Il funambolico ed estroso ex bomber di Foggia, Lazio, Sampdoria e Bologna, Vicecampione del mondo con la Nazionale di Arrigo Sacchi ai Mondiali USA ’94, balzò alle cronache sportive per il suo eccezionale fiuto del gol e l’incredibile rapidità nel segnare in tutti i modi, da posizioni impossibili. Con la Lazio vinse tre volte la classifica marcatori. Nel 1991, quando giocava con i “Satanelli” di Zeman, percorrendo a bordo della sua Audi la SS89 Garganica che collega San Severo ad Apricena, rimase miracolosamente illeso dopo uno terribile incidente stradale.
Giuseppe Zingarelli
Beppe Signori. Un attaccante minuto dal dribbling perfido e dal sinistro micidiale. Le sue doti, classe cristallina, carattere deciso e grande forza di volontà. Una gavetta durissima prima di approdare nel calcio che conta. Il suo sogno da bambino era giocare nell’Atalanta, club che lo aveva acquistato dalla Villese per circa un milione di lire. Gli orobici però, troppo frettolosamente, non credini nelle qualità del ragazzino e decidono di non farlo più giocare, dandogli così il benservito. Il piccolo Beppe è deluso. Ci resta malissimo e se la lega al dito. Decide di andare altrove. Inizia a giocare nell’Inter, a Cormano, in provincia di Milano, laddove si allenavano i ragazzi delle giovanili nerazzurre. Con l’Inter arriva alla ‘Beretti’. Lui si aspetta la convocazione nella Primavera interista ma la convocazione non arriva. Sente che anche con i nerazzurri meneghini la fortuna inizia a girargli le spalle, meditando che il nero e l’azzurro non saranno più i colori adatti a lui. Anche i dirigenti nerazzurri lo ‘scaricano’. Non si rassegna. Con l’aiuto del papà Giambattista, a 15 anni bussa alle porte di una squadra che milita nel campionato Interregionale. Il Leffe. Non è certo la squadra dei suoi sogni. Verrebbe quasi da pensare di lasciar perdere il calcio. Al Leffe, però, anzichè perdersi di coraggio come tanti coetanei, mostra la forza del suo carattere. Stringe i denti. Con i biancocelesti bergamaschi realizza 5 reti in 8 gare e l’anno successivo diventa protagonista della promozione in C2, 3 reti in 30 partite, ottenendone poi un’altra la stagione successiva, con i rossi del Piacenza in C1, dove gioca un buon campionato nel ruolo di mezz’ala sinistra, realizzando una sola rete in 14 partite. Comincia così la carriera di Signori. iniziando a segnare timidamente qualche gol dopo alcune stagioni nelle serie minori spese ad incantare come tornante, mostrando più di qualche problema in area, sotto la porta avversaria. Dal Piacenza passa poi al Trento. Con gli aquilotti tridentini gialloblu disputa un altro campionato in Serie C. 30 presenze e tre reti. L’ anno successivo ritorna al Piacenza in Serie B. I lombardi sono allenati da Enrico Catuzzi e qui Signori in 32 partire mette a segno 5 reti. Lo notano Peppino Pavone e Zdenek Zeman. Insieme decidono di portarlo a Foggia. Il Presidente Pasquale Casillo, nativo di San Giuseppe Vesuviano, per accontentare il tecnico boemo versa nelle casse del Piacenza un miliardo e 400 milioni di lire. All’arrivo nel capoluogo pugliese, Zeman, da sempre uno di poche parole, sembra andare controcorrente ed accoglie Signori con un lungo: “Benvenuto a Foggia, bomber!”. La profezia del ceco pare azzardata e decisamente fuori luogo, tuttavia il mago di Praga ci ‘azzecca’ in pieno. Signori bomber lo diventerà alla grande fino a salire sul trono dei cannonieri. Con la casacca rossonera l’ala bergamasca disputa tre stagioni indimenticabili. Due in Serie B e una in Serie A. Il 1° settembre 1991 Signori si prende una bellissima rivincita. Il suo esordio nel massimo campionato avviene contro la squadra che lo aveva ‘brutalmente’ scartato, tradendo totalmente la sua fiducia e le sue aspettative: l’Inter. È l’inizio della sua carriera in Serie A. Una carriera luminosa e sfolgorante. Disputerà ben 14 stagioni consecutive nell’Olimpo del calcio nazionale. Il 24 novembre 1991 consuma la sua seconda vendetta personale ai danni dell’Atalanta, club che lo aveva ‘liquidato’ anzitempo, ancor prima del benservito interista. Allo stadio Zaccheria, in rovesciata acrobatica, segna una rete da favola agli orobici del presidente Antonio Percassi, all’epoca allenati da mister Bruno Giorgi. Una rete da antologia, considerata tra le più belle nella ultracentenaria storia del Foggia. Dopo tre esaltanti stagioni in rossonero, 100 presenze e 36 centri, la quotazione di mercato di Signori è di tutto rispetto: 10 miliardi di lire. La Fiorentina inizia a corteggiare il gioiello del Foggia. L’ allora patron dei viola, Mario Cecchi Gori, sembra non battere ciglio quando Gigi Radice, compianto ed indimenticato ‘volpone’ del calcio, all’epoca allenatore dei toscani, gli dice che acquistare l’ala sinistra rossonera darà soddisfazioni in campionato e ripagherà ampiamente le attese dei tifosi gigliati. Cecchi Gori è pronto a mettere sul piatto 10 miliardi di lire. A Roma però si intromettono nella trattativa, facendo di tutto per rovinare i piani di Radice, tanto da riuscirci. Dino Zoff, allenatore della Lazio, chiede ai vertici della società biancoceleste di portare in Capitale il biondino con i capelli a caschetto di Alzano Lombardo. Nello Governato e Sergio Cragnotti, rispettivamente direttore sportivo e Presidente delle “Aquile’ biancocelesti, acconsentono alla richiesta dell’ex pluriscudettato portiere della Juventus, nel 1982, a 40 anni, Campione del Mondo in Spagna con la Nazionale del “vecio”, Enzo Bearzot. Zoff ha una geniale illuminazione. Intuisce che Signori può diventare uno dei calciatori più prolifici del calcio italiano. Mentre a Foggia, agli ordini di Zeman, il “monello biondo” faceva l’attaccante di movimento nel modulo 4-3-3 adottato dal trainer boemo, vale a dire tanta fatica per poi arrivare regolarmente sotto la porta avversaria quasi sempre con il fiatone, a Roma Zoff compie un capolavoro “scultoreo” e trasforma Signori in una punta pura. Nei “laboratori” della Lazio si festeggia l’avvenuta metamorfosi dell’attaccante, “intervento” che si preannuncia tra i più riusciti nella storia della società biancoceleste. A 25 anni, con il completamento della mutazione tattico-atletica, Signori avverte che la sua rapidità, la sua posizione in campo e il suo fiuto del gol sono stati sapientemente affinati e potenziati. La Lazio annunciò ufficialmente di aver regalato al calcio italiano un “superbomber” dalla strepitosa media gol. Nel frattempo Atalanta e Inter iniziavano a pentirsi amaramente per non aver creduto in Signori, tanto che alcune società, essendo venute a conoscenza del loro grave “peccato”, un imperdonabile errore, di sottovalutazione del calciatore, iniziarono ad essere oggetto di canzonature e sfottò. Con il suo ‘maligno’ sinistro a giro, il “Re mancino” inizia a beffare ed ‘avvelenare’ molti portieri. È spietato nei calci di punizione, molti dei quali, battuti senza rincorsa, sono scucchiaiati in rete come proiettili. La prima conferma della riuscita trasformazione operata da Zoff giunge il 6 giugno ’93, quando Signori vince la classifica cannonieri: 26 reti in 32 partite. Il 1°giugno ’94 la punta biancoceleste si ripete. Si presenta a fine campionato con un altro sacco pieno di gol: 23 reti in 24 partite. Vince per il secondo anno consecutivo la classifica marcatori. La cosa giunge alle orecchie di Arrigo Sacchi, ct della Nazionale, che lo convoca ai Campionati del Mondo negli Stati Uniti, dove l’Italia il 17 luglio 1994, al “Rose Bowl Stadium” di Pasadena, giunge a disputare l’atto conclusivo della Kermesse internazionale, perdendo amaramente ai calci di rigore, 3 a 2, la finale contro il Brasile. I tempi regolamentari e poi i supplementari si erano conclusi in parità: 0 a 0. Dopo una stagione spesa a superare qualche scoria di troppo lasciata da quel triste Mondiale statunitense, condita da ‘scontri’ e polemiche con le convizioni di Sacchi, il “Profeta” di Fusignano che gli aveva chiesto nel corso della Kermesse di svolgere un lavoro da tornante in appoggio all’attacco, sostanzialmente di giocare in un ruolo non suo svolgendo un lavoro a lui tutt’altro che congeniale, Signori ritorna a brillare in tutto il suo splendore.
Il 12 maggio ’96 vince per la terza volta, insieme ad Igor Protti, centravanti del Bari, la classfica marcatori. Entrambi realizzano 24 reti. Nonostante questo nuovo strepitoso exploit Sacchi lo esclude dagli Europei inglesi del ’96, comprtizione che verrà vinta dalla Germania grazie al ‘Golden Gol’ messo a segno da OIiver Bierhoff contro la Repubblica Ceca nella finale di Londra, al Wembley Stadium. Dopo sei stagioni alla Lazio, 152 presenze e 97 reti, a dicembre 1997 Signori si trasferisce a Genova, sponda doriana. A volerlo alla Sampdoria sono in due. Il presidente Enrico Mantovani e il tecnico svedese, Sven-Goran Eriksson. In maglia blucerchiata gioca poco, 17 gare, segnando solo 3 reti. Lascia la città dell’Ammiraglio Colombo e come la mitologica fenice, rinasce nel cuore dell’Emilia, all’ombra delle torri felsinee. A Bologna, alla corte del presidente Giuseppe Gazzoni Frascara, Signori diventa il sogno e la scommessa personale di Carlo Mazzone, recordman assoluto di panchine in Italia, 797, che lo considera un attaccante che potrà ancora dare molti dispiaceri ad ambiziosi e spavaldi “numeri uno” dei grandi club nazionali. Cosi fu. Mazzone, si sa, queste scommesse non le perdeva mai ed ancora una volta, l’ennesima, il compianto tecnico romano, scomparso nel 2023, quella scommessa la vinse. A Bologna Beppe-gol gioca al fianco del “divin codino”, Roberto Baggio, ritrovando entusiasmo, grinta e determinazione. In maglia rossoblu si ritrova anche con Igòr Kolivanov, suo compagno di squadra nel Foggia di Zeman. Dopo essere stato chiamato dal Brescia, Mazzone lascia Bologna e si porta nelle “Rondinelle” il gioiello di Caldogno, Roby Baggio. A Bologna arriva Francesco Guidolin che considera Signori inamovibile, indispensabile per i suoi schemi e le sue manovre offensive. L’ attaccante bergamasco ripagherà a suon di gol la fiducia del tecnico di Castelfranco veneto. Con il Bologna, infatti, in sei anni colleziona 146 presenze realizzando ben 67 reti.
Signori termina la sua carriera agonistica all’estero. Nel 2005 gioca con l’Iraklis di Salonicco e nel 2006 appende gli scarpini al chiodo in Ungheria, giocando con i biancorossi del Sopron. In maglia azzurra Beppe-gol ha giocato 27 incontri, realizzando 7 reti. Signori insieme a Giuseppe Meazza, Gigi Riva, Diego Armando Maradona e Roberto Boninsegna è stato uno dei cinque calciatori italiani ad aver vinto la classifica marcatori sia in campionato che in Coppa Italia, centrando questo prestigioso traguardo nella stagione 92-93. Con i suoi 188 gol realizzati in carriera è il decimo marcatore di tutti i tempi nella storia della Serie A.
Il 17 settembre 1991, verso le due pomeriggio, mentre a bordo della sua auto si recava da un amico per pranzare da lui, percorrendo a velocità moderata la Strada Statale Garganica 89 che da San Severo porta ad Apricena, a causa della pioggia e della eccessiva sconnessione del manto stradale, l’ex attaccante del Foggia fu vittima di uno spaventoso incidente stradale. Perse letteralmente il controllo della vettura. Il mezzo, slittando e sbandando ripetutamente, dopo un paio di testa-coda, si cappottò e, ruotando su se stesso, compì ben otto ‘giravolte’ prima di terminare rovinosamente la sua incredibile traiettoria in un vigneto. Prima di fermarsi definitivamente, la sua vettura, un’ Audi nera lcon assetto ribassato, trovò ancora il tempo di abbattere mezzo filare di vitigni presenti nell’appezzamento, deformandosi e distruggendosi irrimediabilmente. I soccorritori intervennero prontamente sul posto. Osservando le lamiere contorte e spaventosamente accartocciate dell’auto, i sanitari pensarono che il calciatore fosse morto sul colpo. Grande fu la loro meraviglia nel constatare che Signori era vivo. Miracolosamente illeso, l’attaccante riportò numerosi graffi alle gambe. Trasportato immediatamente in ospedale il calciatore, in fortissimo stato di shock, fu sottoposto precauzionalnente ad una lunga serie di accertamenti. Nella pazzesca dinamica dell’incidente Beppe Signori comprese di essere stato miracolato. Le molteplici rotazioni della vettura avrebbero potuto ucciderlo. Egli stesso affermò di aver visto la morte in faccia. Non riusciva a capacitarsi del verificarsi dell’incidente. Più volte dichiarò di essere stato miracolato da Padre Pio di Pietrelcina, santo al quale è devotissimo.
La madre di Signori, qualche tempo prima dell’incidente del figlio, si era recata a San Giocanni Rotondo e aveva portato con se una cannottiera che lo stigmatizzato del Gargano, quando era ancora in vita, le aveva benedetto di persona. In seguito la signora consegnò la connottiera benedetta da San Pio a Beppe quando venne a giocare a Foggia. Da quel giorno l’ex calciatore sotto la maglia di gioco, indossò sempre la cannottiera benedetta da Padre Pio. Un indumento che lo accompagnò in tutta la sua carriera agonistica.