Nome nuovo per intelligenza artificiale

Giulio Caso
Per indicare questa attualissima tecnologia (e non solo) utilizziamo tre parole che ad una analisi semantica, lessicale e scientifica, appaiono al posto sbagliato.
L’articolo determinativo al posto dell’indeterminativo:
– Non tutte sono uguali e, a volte, neppure simili.
Intelligenza:
– Forse è troppo, forse è troppo poco, comunque inadeguata.
Artificiale:
– È solo un modo per estraniarla da concezioni legate all’umanità.
Così non va.
Cercasi definizione opportuna. Forse sarebbe utile esplorare altre definizioni o termini che possano meglio descrivere la natura e le capacità di queste tecnologie.
Alcune possibili alternative potrebbero essere:
“Sistemi di apprendimento automatico”
“Tecnologie cognitive”
“Macchine intelligenti”
Ma, andiamo avanti.
Dire “l’intelligenza artificiale” la fa apparire come un’entità unica, quando invece è un insieme vasto, eterogeneo e in continua evoluzione.
“Intelligenza”: il termine è forse troppo antropocentrico, porta con sé un carico semantico che può trarre in inganno. È più simile a una simulazione di intelligenza.
“Artificiale”: sembra porla in contrapposizione al “naturale”, creando una frattura netta che non sempre rispecchia la realtà, visto che è comunque frutto dell’ingegno umano.
Allora, sarebbe più opportuno una definizione più neutra, meno presuntuosa e più descrittiva, potrebbe essere:
“Sistemi computazionali adattivi”, oppure “modelli logici generativi”.
Con sereno, consapevole, spirito critico arriveremo ad una definizione aderente e, comunque ad un atto chiarificatore.
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